Mirdidingkingathi Juwarnda: Triennale Milano e Fondation Cartier presentano 30 dipinti monumentali dell’artista aborigena. La mostra già allestita a Parigi.   

Considerata una delle più grandi artiste australiane contemporanee degli ultimi due decenni, Sally Gabori ha iniziato a dipingere nel 2005, intorno agli ottant’anni di età, raggiungendo rapidamente come artista una fama nazionale e internazionale. In pochi anni di rara intensità creativa, e prima della sua morte avvenuta nel 2015, ha realizzato un corpus di opere unico, vivace e colorato, senza apparenti legami con altre correnti estetiche, né con la pittura aborigena contemporanea. 

[Installation view, Triennale Milano. foto: Andrea Rossetti]

Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano, dal 16 febbraio al 14 maggio 2023, un’importante mostra personale dell’artista aborigena Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori. Ideata e curata da Fondation Cartier e inaugurata a Parigi nel 2022, la mostra ha ottenuto un eccezionale successo, dovuto alla straordinaria scoperta di una pittura potente e alla storia forte di un’artista il cui lavoro è profondamente radicato nelle tradizioni del suo popolo.

Riunendo una trentina di dipinti monumentali, la mostra è organizzata in stretta collaborazione con la famiglia dell’artista e la comunità Kaiadilt, inclusi i maggiori specialisti dell’arte e della cultura Kaiadilt. La mostra è possibile grazie alla generosa partecipazione dei più importanti musei in Australia e in Europa, tra cui la Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art, la National Gallery of Australia, la National Gallery of Victoria e HOTA, Home of the Arts, così come il Musée du Quai Branly – Jacques Chirac di Parigi, la Fondation Opale di Lens (Svizzera) e la Fondation Cartier e prestiti di collezionisti privati.

[Dibirdibi Country, 2010.Collection Bérengère Primat, Courtesy Fondation Opale, Switzerland © The Estate of Sally Gabori. Photo © Simon Strong]

KAIADILT, UNA VITA IN ESILIO
Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori è nata nel 1924 sull’isola Bentinck, nel Golfo di Carpentaria, al largo della costa settentrionale del Queensland, in Australia. Era una donna Kaiadilt che parlava la lingua Kayardilt. Il suo nome, Mirdidingkingathi Juwarnda, deriva dalla tradizione Kaiadilt, che stabilisce che ogni persona prenda il nome in base al luogo di nascita e al proprio antenato totemico. Pertanto, Mirdidingkingathi indica che Sally Gabori è nata a Mirdidingki, una piccola insenatura situata a sud dell’isola Bentinck, e che il suo “animale totem” è lo juwarnda, ossia il delfino.

Per gran parte isolati, con una popolazione di 125 persone nel 1944, i Kaiadilt furono gli ultimi aborigeni dell’Australia costiera a entrare in contatto con i coloni europei. Sally Gabori e la sua famiglia conducevano uno stile di vita tradizionale, affidandosi quasi interamente alle risorse naturali della loro isola. Come la maggior parte delle donne, Sally si occupava della pesca, della manutenzione delle nasse in pietra che punteggiavano le coste dell’isola e della tessitura di ceste utilizzando fibre naturali.

Dall’inizio degli anni ‘40 in poi, i missionari presbiteriani che nel 1914 si erano stabiliti sull’isola Mornington, a nord dell’isola Bentinck, tentarono di convincere i Kaiadilt a unirsi alla loro missione. I loro tentativi furono vani. Tuttavia nel 1948, a seguito di un ciclone e di un maremoto che inondarono gran parte della terra e che contaminarono le riserve di acqua dolce, gli ultimi 63 residenti Kaiadilt sopravvissuti, tra cui Sally Gabori e tutta la sua famiglia, furono evacuati nella missione presbiteriana sull’isola Mornington. Il loro esilio durò diversi decenni.

Quando arrivarono a Mornington, i Kaiadilt furono alloggiati in campi lungo la spiaggia e i bambini furono separati dai loro genitori e sistemati in dormitori all’interno della missione. Fu loro proibito di parlare la loro lingua madre, creando perciò una frattura profonda con la loro cultura e le loro tradizioni.

Dagli anni ‘90 in poi, dopo molti anni di lotte per il riconoscimento dei diritti territoriali degli aborigeni, l’Australia ha varato una legislazione che ha finalmente riconosciuto i diritti dei Kaiadilt sulla loro terra. Un insediamento, che viene definito un outstation, fu stabilito a Nyinyilki sull’isola Bentinck, permettendo a quei Kaiadilt che lo desideravano, inclusa Sally Gabori, di tornare alla loro isola nativa e rimanervi temporaneamente.

[Installation view, Triennale Milano. foto: Andrea Rossetti]

DIPINGERE LA SUA ISOLA NATALE
Sally Gabori ha iniziato a dipingere nel 2005, a più di ottant’anni di età. I suoi dipinti, sebbene in apparenza astratti, sono tanto riferimenti topografici quanto storie aventi un profondo significato per lei, la sua famiglia e la sua gente. I luoghi che dipinge sono anche associati alla lotta politica per il riconoscimento dei diritti sulla terra dei Kaiadilt. 

I dipinti di Sally Gabori testimoniano una sconfinata immaginazione e un’impressionante libertà formale, alimentata da infinite variazioni di luce sul paesaggio, causate dal mutevole clima del Golfo di Carpentaria. Con combinazioni di colori, giochi di forme, sovrapposizioni di superfici e formati diversi, Sally Gabori ha dipinto oltre 2.000 tele nei nove anni della sua carriera artistica, esplorando, a una velocità accelerata, le molteplici risorse dell’espressione pittorica.

Sally Gabori ha iniziato a lavorare su piccola scala, dipingendo con un pennello sottile e colori non diluiti. Nel 2007 è passata a tele monumentali lunghe più di sei metri, senza perdere il vigore del suo gesto o l’audacia nell’uso del colore. Nello stesso anno Sally Gabori si è impegnata a mappare su tela i numerosi luoghi a lei cari, producendo tre opere di oltre sei metri di lunghezza in collaborazione con le sue sorelle e nipoti. Verso la fine della sua carriera, ha anche dipinto una serie di grandi tele con le sue figlie, Amanda ed Elsie, e ha incoraggiato le sue altre figlie, Dorothy ed Helena, a unirsi al Centro d’Arte e d’Artigianato dell’isola Mornington. 

Dopo la sua morte nel 2015, la Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art di Brisbane e in seguito la National Gallery of Victoria a Melbourne hanno presentato una grande retrospettiva del suo lavoro, rispettivamente nel 2016 e nel 2017. I suoi dipinti sono ora presenti in molte delle più importanti collezioni pubbliche australiane e in diverse collezioni europee.

[Installation view, Triennale Milano. foto: Andrea Rossetti]

IL SITO WEB DEDICATO ALL’ARTISTA
In concomitanza con questa ambiziosa mostra di dipinti, la Fondation Cartier, in stretta collaborazione con la famiglia di Sally Gabori e la comunità Kaiadilt, ha creato un sito web dedicato alla vita e all’opera dell’artista, disponibile in italiano, francese e inglese. Il sito raccoglie le testimonianze del ricco lavoro condotto dall’artista e l’importante eredità culturale che ha lasciato alle successive generazioni Kaiadilt. Attraverso innumerevoli documenti e resoconti raccolti in Australia per la mostra, questo sito è l’archivio più completo mai compilato sulla storia di Sally Gabori e sul popolo Kaiadilt.

M.C.S.
Uffici Stampa, febbraio 2023
Immagine di copertina: Sally Gabori, Amanda Gabori & Elsie Gabori, Pat and Sally’s Country, 2011, Patricia Roberts, Melbourne, Australia © The Estate of Sally Gabori. Photo © Simon Strong

MIRDIDINGKINGATHI JUWARNDA SALLY GABORI
16 febbraio – 14 maggio 2023

Triennale Milano
viale Alemagna 6 – 20121 Milano
T. +39 02 724341
Biglietteria e prevendita: T. +39 02 72434 208
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