Nello Studio Pomodoro, 40 opere tra sculture, grafiche, multipli, disegni, modelli e prototipi evocano gli anni americani dell’artista, tra il 1966 e il 1970.

Torna alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, Open Studio #2, il ciclo di mostre di riscoperta e approfondimento di temi e periodi particolari del percorso artistico di Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, 1926), e che espongono opere, documenti e materiali d’archivio originali.

La mostra “La negazione della forma. Arnaldo Pomodoro tra minimalismo e controcultura”, dal 12 marzo fino al 28 maggio 2023, a cura di Federico Giani, punta i riflettori sul quinquennio 1966-1970. Sono gli “anni americani” di Pomodoro – vissuti a cavallo tra l’Italia e gli Stati Uniti, con incarichi di insegnamento a Stanford e Berkeley – durante i quali l’artista sviluppò un’inedita sperimentazione formale, influenzata da fenomeni come il minimalismo, e partecipò da protagonista a iniziative di controcultura, che intendevano cioè aprire nuovi spazi di pratica politica e culturale.

LA MOSTRA
La mostra è suddivisa in sei sezioni e presenta circa quaranta operesculture, grafiche, multipli, disegni, modelli e prototipi – alcune delle quali riscoperte e restaurate per l’occasione, altre concesse in prestito da collezionisti privati e da istituzioni.

Il racconto è affidato a una selezione di fotografie, filmati e materiali d’archivio e a un gruppo di opere di artisti americani – colleghi e studenti nei campus – con i quali Pomodoro strinse amicizia in quegli anni, come Harold Paris, Sue Bitney, William T. Wiley, Stephen Laub e Arlo Acton.

Uno dei temi fondanti della poetica di Arnaldo Pomodoro, all’origine dell’invenzione delle celebri Sfere, è la “negazione della forma”, cioè la ricerca della vitale contrapposizione tra pieno e vuoto. Tra il 1966 e il 1970 – confrontandosi con le posizioni estetiche e teoriche del minimalismo – Pomodoro spinse il suo intervento sulla forma sferica a un grado di estrema sintesi formale e concettuale. Nacque così un gruppo di lavori che lui stesso definì “operazioni mentali”: i Rotanti, Forma X e Onda.

In questi anni la sperimentazione sul rapporto tra pieni e vuoti, tra opposti e complementari, interessò tutti gli ambiti di attività dell’artista. Veri e propri “esperimenti sul metodo”, rappresentati in mostra da una serie di litografie su carte riflettenti e con gamme cromatiche contrastanti, a metà strada tra il Pop e l’Optical, da un libro d’artista realizzato a quattro mani col poeta Roberto Sanesi, nonché da multipli e gioielli, questi ultimi editati dalla GEM-Montebello e immortalati dagli scatti di Ugo Mulas.

Materiali d’archivio e opere di amici artisti documentano la sua attività di appassionato docente a Stanford e Berkley e il suo ruolo di ponte tra Stati Uniti e Italia, manifestatosi in particolare nelle iniziative di controcultura organizzate e promosse da Pomodoro, come la rivista d’avanguardia Che fare,fondata e diretta assieme all’amico Francesco Leonetti, e il ciclo di mostre all’aperto Una scultura nella strada, che coinvolse artisti come Alexander Calder, Giuseppe Spagnulo, Gianfranco Pardi, Mauro Staccioli e Nicola Carrino.

La mostra si chiude su Shaping Negation – La forma negativa (1970), film sperimentale realizzato a sei mani con gli amici Ugo Mulas e Francesco Leonetti, un ritratto auto-ironico dell’artista, delle sue opere e del suo modus operandi, e per esteso anche dell’intero sistema dell’arte.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 7 marzo 2023
Installation views: Foto Carlos & Dario Tettamanzi
Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro

Open Studio #2
LA NEGAZIONE DELLA FORMA
ARNALDO POMODORO TRA MINIMALISMO E CONTROCULTURA
12 marzo – 28 maggio 2023

Studio di Arnaldo Pomodoro
Ingresso dal cortile della Fondazione Arnaldo Pomodoro, Via Vigevano 9, Milano
Gli ambienti non sono interamente accessibili a persone con gravi disabilità motorie. fondazionearnaldopomodoro.it

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