Alla GAM, dalle proprie collezioni, un percorso espositivo formato da 50 sculture di 40 artisti italiani attivi tra il 1940 e il 1980.

Quarant’anni contrassegnati da formidabili cambiamenti e da forti scosse stilistiche sia dal punto di vista dei soggetti sia delle tecniche, e che assegnarono un nuovo ruolo alla scultura. La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino prosegue la ricognizione sul proprio patrimonio dedicando un capitolo alla scultura italiana tra il 1940 e il 1980 con una mostra che presenta 50 opere realizzate da 40 artisti attivi nell’arco di questo periodo.

[Umberto Mastroianni (1910 – 1998). La nuvola (Apparizione alata) (Astratto), (1957). Dono dell’artista,1960]

Come scrive nel testo critico il Direttore Riccardo Passoni, curatore dell’esposizione: «In questo quarantennio di ‘osservazione’ l’atto plastico è passato attraverso il modellare, lo scolpire, l’assemblare, il forgiare, l’architettare; ha affrontato la tradizione e la cancellazione della stessa; ha reimpostato la questione del colore. La scultura si è, di fatto, posta obiettivi nuovi, etici ed estetici, e ha sperimentato forme in divenire. ….»

La ricca collezione della GAM, oltre che dalle opere di scultura acquisite nel tempo dal museo, ha potuto contare negli anni sul determinante ruolo della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT che hanno contribuito, con importanti acquisizioni, ad accrescere la raccolta.


APPROFONDIMENTO:

[Nanda Vigo (1936 –2020). Frammenti di riflessione (exoteric gate) 1976. Neon, ferro, collegamenti elettrici. Proprietà della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, in comodato presso la GAM di Torino]

LA MOSTRA
Il percorso in mostra, dal 4 aprile al 10 settembre 2023, prende avvio dal confronto sorprendente tra le figure femminili del Ritratto di Eva di Edoardo Rubino, scultore dei Savoia e Senatore del Regno, e l’implosivo espressionismo de La pazza di Sandro Cherchi, per poi proseguire rievocando le tante declinazioni della scultura informale italiana.

Questa prima parte attesta come, intorno al 1945 e negli anni a seguire, salvo poche eccezioni, la scultura cominci ad affrontare una serie di svolte di grande portata: tenta di uscire da una dimensione o da un pensiero di impostazione monumentale, o ornamentale, o di ritrattistica sia celebrativa sia privata, per avvicinarsi a nuovi soggetti e tecniche sperimentali.

Per illustrare il nuovo corso della scultura di questo periodo, oltre a Cherchi e Giuseppe Tarantino trovano spazio le terrecotte di Leoncillo, i bronzi dinamici di Umberto Mastroianni e di Pietro Consagra, i ferri di Franco Garelli, di Nino Franchina, gli assemblaggi di Ettore Colla. Al contempo, campeggiano in mostra il drammatico gruppo ligneo de Miracolo (Olocausto) di Marino Marini e il grande Concetto spaziale in metallo di Lucio Fontana, cui fanno da contraltare le Donnine in ceramica di Fausto Melotti.

Gli anni sessanta sono rappresentati tra gli altri da lavori di Giuseppe Uncini, Nicola Carrino, Pietro Gallina, Mario Ceroli, con opere che sperimentano materiali eterogenei.

[Piero Gilardi (1942 – 2023). Zuccaia 1966. Poliuretano espanso flessibile. Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris dall’artista, Torino, 1985]

Con il suo tappeto natura La Zuccaia del 1966, Piero Gilardi – da poco scomparso e a cui la GAM vuole rendere un affettuoso omaggio – approda a una inedita scultura morbida, in poliuretano espanso colorato, con cui affronta il tema natura/artificio e allo stesso tempo denuncia la mercificazione dell’ambiente.

Con ovvie ragioni il binomio arte/natura è più che affrontato dai protagonisti dell’Arte Povera: da Trattenere diciassette anni di crescita (continuerà a crescere tranne che in quel punto) di Giuseppe Penone, a Senza titolo di Giovanni Anselmo, fino ai processi chimico-fisici proposti da Gilberto Zorio.

Il percorso si conclude con le ultime esperienze degli anni settanta – inizio anni ottanta. Michelangelo Pistoletto lasciava la stagione degli Oggetti in meno a favore di opere specchianti, assorbendo lo spazio circostante come in Raggiera di specchi del 1973 – 1976 e Nanda Vigo, con l’intento di indagare un nuovo esito percettivo, proponeva nel 1976 Exoteric Gate, in vetro ferro e neon: una riconnotazione dello spazio, alterato da un’installazione geometrica e luminosa. La riappropriazione della scultura, dopo la stagione concettuale e poverista (ma facendone tesoro) sarà riattivata con la terracotta da Giuseppe Spagnulo e Nanni Valentini, con il gesso da Paolo Icaro, secondo diversi paradigmi, per giungere al trionfo monumentale della ricerca plastica de La Campana di Luigi Mainolfi.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 20 marzo 2023
Immagine di copertina: Dadamaino (Edoarda Emilia Maino) (Milano, 1930 – 2004).
Oggetto ottico-cinetico1964–1965
Dono dell’artista per il Museo Sperimentale, Milano, 1967
Restauro grazie agli Amici della Fondazione Torino Musei, 2017

VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA
SCULTURA ITALIANA 1940-1980 DALLE COLLEZIONI GAM
4 aprile – 10 settembre 2023

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 – 10128 Torino
tel. +39 011 4429518
email: gam@fondazionetorinomusei.it
www.gamtorino.it  

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