Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione Lirica 2019 del Teatro Regio di Parma sabato 12 gennaio 2019 alle ore 20.00 (repliche 16, 17, 18, 19, 20 gennaio), nello storico allestimento realizzato da Giuseppe Carmignani, in occasione del Centenario verdiano del 1913, le cui scene dipinte su carta tornano a rivivere dopo l’accurato lavoro di ripristino a cura di Rinaldo Rinaldi, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.

Marina Bianchi firma la regia dello spettacolo, coprodotto con Auditorio de Tenerife e Royal Opera House Muscat, con il coordinamento dello spazio scenico e gli arredi di Leila Fteita, i costumi di Lorena Marin, le luci di Guido Levi, il video di Stefano Cattini, le coreografie di Michele Cosentino eseguite dal corpo di ballo Atermis Danza. Sul podio Sebastiano Rolli, alla guida dell’Orchestra Filarmonica Italiana, dell’Orchestra Giovanile della Via Emilia, del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani. Nel ruolo di Amelia, a sostituire l’indisposta Virginia Tola inizialmente annunciata in cartellone, è Irina Churilova, che il Teatro ringrazia per la pronta disponibilità. Gli altri protagonisti sono: Saimir Pirgu (Riccardo), Leon Kim (Renato), Silvia Beltrami (Ulrica), Laura Giordano (Oscar), Fabio Previati (Silvano), Emanuele Cordaro (Tom), Massimiliano Cattelani (Samuel), Blagoj Nacoski (Un giudice, Un servo di Amelia). Nelle recite in programma il 17 e 19 gennaio, protagonisti Otar Jorjika (Riccardo), Sergio Bologna (Renato), Valentina Boi (Amelia), Agostina Smimmero (Ulrica), Isabella Lee (Oscar).

L’opera, nel centenario della morte del direttore parmigiano Cleofonte Campanini, ideatore e finanziatore delle celebrazioni verdiane del 1913, è dedicata a Marcello Conati, insigne musicologo, studioso e ricercatore recentemente scomparso.

Ispirata alla figura del re di Svezia, Gustavo III, vittima di una congiura ordita durante un ballo in maschera, l’opera era originariamente destinata alle scene del Teatro di San Carlo di Napoli. Dopo travagliate vicende, il libretto di Antonio Somma, da Gustave III ou Le bal masqué di Eugène Scribe, fu adattato ai dettami della censura, spostando l’azione dall’Europa all’America e facendo del sovrano protagonista il governatore di una colonia inglese. Con queste e altre significative modifiche, l’opera debuttò nel febbraio 1859 al Teatro Apollo di Roma segnando un brillante successo nella carriera di Verdi.

«La proposta del Teatro Regio di recuperare questo allestimento storico – racconta Marina Bianchi – ha incontrato il mio amore per la memoria: si tratta di un’affascinante operazione che contiene il passato per proiettarlo, con tutta la sua sapienza teatrale, nell’oggi della tecnologia esasperata e dei volumi costruiti. C’è dunque una scenografia dipinta che racconta il teatro com’era, un contenitore che arriva dalla tradizione teatrale italiana più pura, e che mi ha spinto ad immaginare tutto il resto: mobili, oggetti, costumi, luci e movimenti scenici. Dal punto di vista drammaturgico siamo di fronte a una storia d’amore e di morte. Sullo sfondo congiure e feste, tra le quali si consuma il dramma dei due protagonisti maschili, Riccardo e Renato, e di Amelia, nobile d’animo, il cui confronto con Ulrica, signora delle forze oscure, strega e fattucchiera, guaritrice e sciamana, mi affascina particolarmente».

Si è inaugurata sabato 5 gennaio 2019 nel Ridotto del Teatro Regio di Parma la mostra documentaria Nelle felici stanze. Le scene ritrovate di Un ballo in maschera a cura di Giuseppe Martini, realizzata in collaborazione con Casa della Musica, Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna, che racconta attraverso testimonianze e documenti in gran parte provenienti dall’Archivio storico del Teatro Regio, l’allestimento dell’opera del 1913. In esposizione anche alcune scene storiche originali dipinte da Carmignani e non impiegate nella messinscena attuale, delle quali il pubblico può apprezzare da vicino la tecnica di pittura e le particolarità scenotecniche, e scoprire le varie fasi del complesso lavoro di ripristino nel video realizzato per l’occasione da Stefano Cattini. La mostra è visitabile fino al 20 gennaio nell’ambito del percorso di visita guidata al Teatro Regio (martedì e mercoledì ore 10-13 e 15-17.30; giovedì, venerdì e sabato ore 9-13 e 15-17) e resta aperta in occasione delle recite in programma.

C.S.

Foto di scena di Roberto Ricci

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