I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale sequestrano l’area, compromessa da opere edilizie abusive.

L’antico cimitero di Santa Maria del Popolo viene chiamato dai napoletani “cimitero delle 366 fosse”. Opera dell’architetto Ferdinando Fuga, gli fu commissionato nel 1762 dal re Ferdinando IV di Borbone, su proposta dell’Ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili. Si tratta del primo esempio partenopeo di un’area, all’interno delle mura cittadine, specificamente destinata alla popolazione non abbiente, assieme al Real Albergo dei Poveri realizzato dal medesimo architetto. In precedenza, ma anche successivamente, i morti appartenenti ai ceti meno abbienti venivano sepolti in cavità sotterranee, come ad esempio la caverna sottostante la chiesa di Santa Maria del Pianto che venne utilizzata durante l’epidemia di peste del 1656. Al cimitero delle 366 fosse nell’Ottocento si aggiunse il Cimitero dei Colerosi.

Sorge ai piedi della collina di Poggioreale, nello stesso luogo in cui, durante l’assedio di Napoli del 1528, il visconte di Lautrec allestì l’accampamento delle sue truppe. Chiuso nel 1890 dopo aver accolto oltre settecentomila corpi, il cimitero delle 366 fosse è stato affidato a dei custodi che tuttora se ne prendono cura, ma sono indispensabili interventi di restauro. L’integrità del sito è stata pregiudicata da opere di edilizia abusiva, che hanno portato al sequestro dell’intera area, eseguito dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli.

Maria Fleurent

Pubblichiamo qui di seguito, integralmente, la nota diramata dalla Sala Stampa del Comando TPC di Roma.

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI NAPOLI
Su delega del Procuratore, si comunica che il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Nucleo di Napoli ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli, avente ad oggetto il c.d. “Cimitero delle 366 fosse”.

Il sequestro, allo stato a carico di soggetti ignoti, si è reso necessario per la riscontrata realizzazione di una serie di opere edilizie abusive succedetesi nel tempo e reiterate fino all’attualità, che, attraverso la costruzione di centinaia di loculi nelle cd. arcate perimetrali interne, hanno pregiudicato e comunque gravemente alterato l’identità del monumento storico opera dell’architetto Ferdinando Fuga, integrando da ultimo i reati previsti dalla forma più grave dell’art.518 duodecies c.p.  

Questa iniziativa  rientra nella più ampia opera di monitoraggio complessivo dei siti di rilievo  storico, artistico ed architettonico delle città di Napoli, avviata dalla Procura in cooperazione con la Sovrintendenza di Napoli e con il Dipartimento di Architettura della Università Federico II di Napoli,  che ha condotto nel recente passato, tra gli altri, al sequestro di Villa Ebe, del Cimitero dei Colerosi, della Stazione Bayard, della Canonica di San Biagio dei Taffettanari, attività complessiva di monitoraggio tuttora in corso  di svolgimento. 

C.S.
Napoli, 11 febbraio 2025
Immagine: Foto Gianluca Panagia tratta dalla pag Facebook

Arc. S Maria del Popolo agli Incurabili “366 Fosse”
Via Fontanelle al Trivio , 38 Napoli
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