Di Diego Tripodi. Modena, Teatro “Pavarotti – Freni”: orchestra di oltre 100 elementi diretta con sicurezza e chiarezza di idee dal direttore finlandese.

Ci sono opere d’arte che sono segnate dall’epoca in cui vengono create e, al contempo, restituiscono il favore segnando loro pure decisamente e con originalità l’epoca stessa, in una straordinaria stretta di sollecitazioni. È il caso della Sinfonia n°7 op.60 “Leningrado” di Dmitrij Šostakovič, scritta con rapidità nel 1941, proprio mentre la città sovietica cui è dedicata subiva il feroce assedio che si sarebbe protratto per altri due anni. La prima esecuzione cittadina, caricata di un immenso valore simbolico, è agli effetti uno degli eventi più suggestivi e caratteristici della Grande Guerra Patriottica (come i Russi definiscono la resistenza e il respingimento dell’avanzata nazista). Senza contare che, già prima della prima, all’estero, nella fattispecie negli Stati Uniti, il lavoro da mesi veniva eseguito ed infestava le radio in un crescendo di entusiasmo, cui venne riconosciuto un valore non meno motivazionale e politico che in Unione Sovietica: la composizione era ufficialmente divenuta la colonna sonora della causa degli Alleati contro il nazifascismo, la “sinfonia per uccidere Hitler”, come aveva titolato il Musical Quarterly.

Per l’autore in primis si trattava di un’opera nata da una grande esigenza civile: «Vi parlo dal fronte […] ieri mattina ho completato il secondo movimento della mia nuova composizione sinfonica […] Perché ve ne parlo? Lo faccio perché tutti dovrebbero sapere che, a dispetto della minaccia che pende sulla vita di Leningrado, nella nostra città le cose vanno come sempre, che ognuno di noi rimane al suo posto […]».

Nonostante l’impianto monumentale, cui sempre con fatica le orecchie moderne si piegano, un’articolazione piuttosto paratattica e il gusto, così caro all’autore, per un’esagerazione quasi parodica, la Leningrado resta un capolavoro ancora oggi amato.

È stato possibile ascoltarla sabato 8 febbraio 2025 al Teatro Comunale “Pavarotti-Freni” di Modena, protagonista l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in una serata che era la replica dei concerti tenutisi nei due giorni precedenti all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino.

A dirigere l’immensa compagine orchestrale di più di cento elementi era il maestro finlandese Pietari Inkinen, direttore principale della Deutsche Radio Philarmonie, noto interprete wagneriano e probabilmente conosciuto dal pubblico italiano per il Premio Abbiati ottenuto proprio per il Rheingold diretto nel 2014 al Teatro Massimo di Palermo.

Sin dalle prime battute è apparso chiaro che il concerto sarebbe corso via piacevolmente e senza ostacoli a fronte della complessità di tenuta del lavoro e della sua lunghezza, cominciando dall’immenso e noto primo movimento.

Con sicurezza e chiarezza di idee il direttore ha ripercorso l’epica figurata dell’assedio e della resistenza leningradesi e non meno valore ha mostrato l’orchestra. Questa è una compagine davvero notevole, che ha attraversato tutte le multiformi situazioni offerte dalla sinfonia con correttezza, precisione, conformità di suono, mostrandosi non solo equilibrata nei trionfali pieni, ma soprattutto valorizzata dalla bravura delle sue prime parti, tutte indistintamente, dall’ottavino al rullante: nel capolavoro di Šostakovič vengono messe “in bell’udito” numerose volte, cominciando naturalmente dalla celebre marcia del primo movimento fino ai timpani nel Moderato finale, passando per quella forse ancor più affascinante sfilata di soluzioni timbriche (oboe, corno inglese, clarinetto piccolo, marimba, clarinetto basso, arpe) che è il secondo movimento. Nell’Adagio, dove tutte queste qualità si fondono mirabilmente, orchestra e direttore hanno dato il meglio, attenendosi rispettosamente e con ottimo risultato al discorso di concentrata drammatica espressione che trapela dalla pagina.

In definitiva, un ottimo servizio che teatro e interpreti hanno reso al pubblico, proponendo e porgendo con giusta attenzione un grande lavoro sinfonico del ‘900 che di rado è possibile ascoltare nelle nostre sale da concerto.
Il concerto a Torino è stato registrato da Rai Cultura che lo trasmetterà su Rai5 giovedì 20 marzo 2025 alle 21.15.

Recensione di Diego Tripodi
Visto a Modena, Teatro Comunale “Pavarotti – Freni”, l’8 febbraio 2025
Immagini: Orchestra Sinfonica Nazionale RAI, Pietari Inkinen
ph © Rolando Paolo Guerzoni

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