Di Barbara Baroni. MantovaMusica: il tocco delicato ed espressivo e l’abbandono lirico di Ilaria Brognara.

Un intenso viaggio spirituale, sentimentale e folklorico in “Amor sacro e Amor profano” definizione di origine petrarchesca per “MantovaMusica – Diciottoetrenta Giovani” rassegna dedicata ai migliori talenti emergenti, ancora nella stupenda ambientazione della ex chiesa Madonna della Vittoria. Nel centro storico della città di Mantova. Protagonista, Ilaria Brognara: una bravissima pianista di 24 anni laureata a pieni voti al Conservatorio di Castelfranco Veneto, sotto la guida di Massimiliano Ferrati, e che ha vinto concorsi importanti studiando fino al 2019 anche con Leonardo Zunica; si è perfezionata alcuni anni fa con il M° Lovro Pogorelich seguendo poi altre masterclasses di rilievo: attualmente si sta perfezionando con i Maestri Andrea Lucchesini e Roberto Plano.

La pianista mantovana ha un tocco delicato ed espressivo, un abbandono lirico, che si mantiene costante anche nelle parti virtuosistiche, e cura con attenzione le pause così importanti sul piano “teatrale”, creando un’atmosfera notturna e affascinante, con dolce divenire, un aleggiare malinconico che ricorda l’impressionismo.

Osserviamo che “Amor sacro e Amor profano” è un’antitesi che si può notare già nella musica medioevale ad esempio con la lauda sacra e il trobar profano e poi rinascimentale con mottetto e madrigale, tema evidenziato soprattutto nel Tannhäuser di Richard Wagner. Poi notiamo in questi pezzi l’ispirazione al sonetto d’amore ed il rapporto tra corale e Lied. Ricordiamo che “Amor sacro e Amor profano” si denota anche in Alessandro Scarlatti con “Venere e Amore”.

L’interprete ha presentato per cominciare di Franz Liszt (1811-1886) Benedetto sia il giorno dai “Sonetti” del Petrarca S 270 II (Sonetto 47), realizzato poco mosso e fluido. Il secondo Sonetto ha movimento di santa orazione ed è onirico e sotto voce. Paradisiaco sottolinea mirabilmente la poesia petrarchesca ove si canta “Benedette le voci tante, ch’io/Chiamando il nome di Laura ho sparte”, riferimento agli echi delle voci ed al primo incontro con la donna angelicata. È risultato molto espressivo con belle appoggiature intenso e narrativo, progressivamente più animato, infine accordale.

Ancora Liszt da Harmonies poétiques et religieuses S 173 III. Bénédiction de Dieu dans la solitude,che libra il primo tema con arpeggi della mano destra e poi si estende in tutti i registri, con ornamenti preziosi e momenti di quiete interiore, contrapposti a parti più drammatiche. L’opera è ispirata ad un pensiero di Alphonso de Lamartine «Ci sono delle anime meditative che la solitudine e la contemplazione elevano verso il senso dell’infinito…» unito a versi dello stesso Liszt, che guardano alla natura, all’eterno ed in particolare all’Amor sacro, e si riferisce alla sua vicenda biografica. Il pezzo evoca una luce religiosa e una viva attesa armonicanell’intreccio: atmosfera sacra e dolcissima rimembranza, con acuti perlati e dialogato interiore.

Poi musica popolare spagnola Amor profano con Enrique Granados (1897-1916) da Goyescas op. 11 I. Los Requiebros (The compliments), prima parte della Suiteispirata ad opere del pittore Goya, pezzo difficile, vasto e ricco di chiaroscuri e con momenti di divertissement ed anche effusione melodica col finale virtuosistico, volate e ricami, paragonato a Granada di Albéniz, che infatti è stato proposto come bis, ancora con aura spagnola favolosa. Granados era anche bravo pittore sulle orme di Goya ed autore di un poema sinfonico dedicato a Dante.

Per finire di Robert Schumann (1810-1856) Sonata per pianoforte n. 2 op.22 in sol minore, che inizia col Rasch wie möglich. È basata sul precedente Lied per canto e piano dal titolo In Herbste 1828. La Sonata si rifà anche al virtuosismo di Paganini, innalzato con espressione poetica. Il primo accordo è ad effetto, all’interno della forma sonata, ed è seguito dalla formazione di un continuum originale; il secondo tema è più dolce, il finale sfolgorante, anche con una finta ripresa e varie code sempre più rapide. Seguiva l’Andantino con serenità e spirito contemplativo che, ripreso dallo stupendo Lied, forma un fine corale sacro a quattro voci poi sfilacciato, con effetto perlé ed eco. Lo Scherzo Sehr rasch und markiert come una tempesta è ispirato alla danza ed alla musica popolare tzigana con un Trio melodioso. E per finire il Rondò Presto moto perpetuo e corale figurato più riflessivo, che si conclude con moto vertiginoso.

La Sonata op. 22 è un’opera molto complessa di Schumann maturo, che ne mette in luce le qualità compositive sia nella melodia, armonia e virtuosismo e il tragico dissidio interiore. Tuttora è considerata modello pianistico del Romanticismo ed unisce i due aspetti, sottolineati pure da suoni gravi. Ricordiamo che la definizione “Amor sacro e Amor profano”, riprende anche espressamente il titolo di un celebre dipinto di Tiziano (1515) con colori brillanti saturi e dal significato misterioso, ma anche ispirato alla pittura tonale, velata di Giorgione e legato al Convivio di Platone, che descrive la “Venere terrestre e Venere celeste”.

Così per concludere le due dimensioni dell’amore si intrecciavano nella musica formando insieme un ideale umano e divino rivolto all’eternità, ben rappresentato dall’interprete. Ricordiamo che Liszt, inventore del poema sinfonico, apparteneva alla Nuova scuola tedesca, mentre Schumann si rifaceva alla tradizione precedente, ma i due Autori affrontano entrambi il rapporto tra sacro e profano, l’evoluzione del Lied e l’Idealismo romantico, ispirato al Neoplatonismo rinascimentale.

                                                                                      Recensione di Barbara Baroni
Visto nella chiesa Madonna della Vittoria – MantovaMusica, il 28 febbraio 2025
Foto Guido Mario Pavesi

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