Di Fiorenzo Cariola. Viaggio a Palazzo San Sebastiano nelle quattro collezioni che impreziosiscono il Museo Maca. Negli affreschi rappresentati gli strumenti musicali del 500.

Palazzo San Sebastiano, a Mantova, continua a svelare le sue ricchezze artistiche e pittoriche che si sono stratificate nel tempo. Non è stato solo il luogo dove Francesco II Gonzaga ha voluto rappresentare le sue imprese militari, ma è stato anche sede di incontri per lo svago, concerti e di feste ludiche. Lo testimonia le presenze di immagini degli strumenti musicali dell’epoca – stiamo parlando dei primi anni del Cinquecento – che compaiono nelle sale. In particolare, nella Sala del Sole, al piano terra.

Secondo Paola Besutti, docente di Musicologia e storia della musica all’Università di Teramo, che ha tenuto la conferenza “Presenze musicali in Palazzo di San Sebastiano” lo scorso 10 aprile 2025 al museo Maca, nella rassegna Flash d’arte, proprio in questa sala affrescata con le immagini del liuto, del flauto, della viola, della tromba, delle bombarde, si tenevano gli incontri musicali di diletto rivolti ai nobili della Corte.

I dipinti sono essenziali e realizzati in modo sobrio. Sembrano l’anteprima di quello che negli anni successivi avrebbe realizzato Giulio Romano a Palazzo Te nella Sala di Amore e Psiche che riprende il tema musicale e gli strumenti con la sua autorevolezza e il gusto del Maestro.

Il museo civico di Palazzo San Sebastiano offre uno spaccato di grande interesse. Si tratta di un percorso espositivo che mette a fuoco quattro collezionisti mantovani: Francesco II Gonzaga e Vespasiano Gonzaga con le loro antichità classiche, Giuseppe Acerbi con la collezione di materiali antico egiziani, islamici ed etnologici e, infine, Ugo Sissa con la collezione mesopotamica.

Il marchese Francesco II fece costruire Palazzo San Sebastiano come sua residenza. Il palazzo ha ospitato la celebre opera di Andrea Mantegna “I Trionfi di Cesare” realizzati tra il 1486 e il 1506. Nel 1626-27 le preziose tele furono vendute dai Gonzaga al re di Inghilterra, Carlo I Stuart, attualmente sono esposte ad Hampton Court a Londra. A San Sebastiano si trovano le copie fedeli dei Trionfi di Cesare, realizzate da Ludovico Dondi.

Nella prima collezione fanno la loro comparsa anche tre busti in terracotta raffiguranti i ritratti di Virgilio, Francesco II Gonzaga e Battista Spagnoli. Esposto anche il calco della pala della Madonna della Vittoria che riproduce, a dimensioni reali, la pala della Madonna della Vittoria di Andrea Mantegna, oggi esposta al Museo del Louvre a Parigi. Fu dipinta per volontà del marchese Francesco II Gonzaga, dopo la battaglia di Fornovo sul Taro presso Parma tra le truppe guidate dallo stesso marchese contro l’esercito di Carlo VIII, il 6 luglio 1495. Dopo la battaglia Francesco II decise di dedicare alla Madonna, cui era particolarmente devoto, una pala votiva da collocare in una nuova chiesa fatta edificare per l’occasione a Mantova.

La collezione Vespasiano Gonzaga si apre con questa scritta: «Roma quanta fuit ipsa ruina docet»: è l’epigrafe che campeggia sul Teatro all’Antica di Sabbioneta, la città che il duca Vespasiano Gonzaga volle ricostruire come nuova Roma. Costruì dal nulla un’ingente collezione di antichità, in parte riunite nel museo.

Ed ecco la collezione dedicata a Giuseppe Acerbi, al primo piano, la parte inferiore dell’antica Sala dei Trionfi. Si incontra una prima area tematica dedicata alla figura del collezionista. Sono esposti materiali islamici ed etnologici, tra cui spiccano una sella mamelucca, alcune armi nubiane e utensili in fibre vegetali che evidenziano i suoi interessi poliedrici. È stato Console d’Austria in Egitto, viaggiatore esperto e studioso appassionato. Il nucleo più ricco della collezione è quello dedicato alle antichità egiziane con le teste reali, i preziosi Ushabti di Seti I e i documenti del suo archivio personale.

Infine, entriamo nella sezione dedicata alla collezione Ugo Sissa. È stato capo architetto del Governo a Baghdad fra il 1953 e il 1958. Conservava una grande passione per l’archeologia che si esprimeva nella sua collezione caratteristica per la tipologia di reperti. Oggetti vari sia per la provenienza geografica sia perché coprono un periodo cronologico molto ampio appartenenti all’area del Vicino Oriente Antico, abbastanza rari. La sezione si compone di quattro vetrine, ognuna dedicata ad un tema: sono esposti utensili che introducono nella cultura materiale del tempo e raccontano alcune tappe evolutive della storia dell’uomo. Sono presenti, inoltre, reperti ceramici, mattoni, coni, tavolette d’argilla con scrittura cuneiforme, statuette votive, sigilli e amuleti.

Di Fiorenzo Cariola
10 aprile 2025
Foto: F.C.

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Museo Maca – Palazzo San Sebastiano
Largo XXIV maggio, 12 – 46100 Mantova   
Biglietti. Il biglietto per Palazzo Te include l’accesso a Palazzo Te, Palazzo San Sebastiano, il Tempio di San Sebastiano, oltre alle mostre temporanee.
Email: biglietteriemusei@comune.mantova.it
Informazioni e prenotazioni 0376 367087 o nel sito
www.maca.museimantova.it