Di Barbara Baroni: MantovaMusica: coinvolgente concerto barocco con Angela Sangeun Kim soprano, Stefano Maffizzoni flauto, Roberto Loreggian, clavicembalo.

Intensi approfondimenti monografici col concerto sullo stile barocco e confronto tra aria d’opera, cantata e sonata con “Baroccando” neologismo che indica un susseguirsi di opere dei più grandi maestri che hanno dato luce e splendore a questo periodo artistico così ricco e variato con il raffronto tra scuola italiana di A. Vivaldi e B. Marcello caratterizzata dal concertato e tedesca J. S. Bach e G. F. Haendel con lo sviluppo del contrappunto. “Barocco” significa anche inventivo e originale dallo spagnolo “perla barrueca” irregolare aperto al nuovo e al meraviglioso e ad una forma di sillogismo scolastico molto formale “baroco”.

Notiamo che l’aria rappresenta, sin dall’inizio, una forma musicale che va oltre l’azione e il dialogo penetrando l’animo del personaggio, come si ascolta nei brani eseguiti. Una sospensione lirica, nell’arco drammaturgico. Nel periodo barocco il termine “sonata” faceva riferimento a varie opere, anche con assolo per tastiera e piccoli ensemble. Nel periodo che passa dal barocco al classico, la sonata giunge alla pienezza della musica da camera, sia con strumenti solisti, che col clavicembalo.La sonata (dal latino sonare) è un pezzo per strumenti, in confronto alla cantata con le voci. Nel Barocco erano già delineati due modelli polifonici di sonata: da chiesa e da camera.

La sonata da chiesa, sostituiva le parti non presenti del canto sacro e mostrava uno stile severo, con introduzione lenta, allegro fugato, lento cantabile e finale allegro con affinità alle danze delle suites. Forma in fieri fino alle opere di Bach e Händel, che crearono la Sonata vera e propria, fino ai tempi moderni. La sonata da camera presentava quasi del tutto stilemi di danze. Con Bach e Händel era una parte staccata dalla Sonata e divenne Suite, Partita, Ouverture. Notiamo che lo stile barocco musicale inizia circa con l’opera Dafne (1597) di Jacopo Peri primo lavoro definito “opera” e finisce con la morte di Bach (1685-1750).

L’interessante programma musicale e culturale è stato presentato il 13 aprile 2025 presso la magnifica ex chiesa della Madonna della Vittoria a Mantova con valenti interpreti, il Trio Angela Sangeun Kim soprano, Stefano Maffizzoni flauto, Roberto Loreggian, clavicembalo. La serata si è aperta con Benedetto Marcello (1686-1739), Sonata in fa maggiore op.2 n.1 per flauto e basso continuo: Adagio arcaico ed eseguito in modo evocativo, Allegro reso mosso e narrativo, Largo interpretato espressivo e meditativo, Allegro favoloso tema di danza rasserenante.

Si proseguiva con Antonio Vivaldi (1675-1743) da “Tito Manlio” Non ti lusinghi la crudeltade (Larghetto Aria):e che continua “contro d’un cuore che devi amare”brano chiaroscurale, madrigalistica ad esempio la sonorità della parola “crudeltade”,andante ed inquieto, dialogato, insieme ed echi tra flauto e voce con bei vocalizzi e ottimo insieme. La pièce fu rappresentata al Teatro Arciducale “detto il Comico” di Mantova durante il Carnevale del 1719, in occasione del matrimonio, che poi non avvenne, di Filippo d’Assia-Darmstadt (1671-1736), il governatore di Mantova, per cui fu scritta.

Poi da “Orlando furioso” di Vivaldi l’ariostesca e coinvolgente Sol da te mio dolce amor (Aria di Ruggiero) che dice poi: “questo cuore avrà pace e avrà conforto” sottolineata la parola “conforto” (rimato con “porto”) e poi “pace”. A momenti carezzevole conintroduzione mossa strumentale del flauto, poi il soprano evidenzia in modo delicato anche il registro basso sempre espressivo e vi sono riusciti effetti vocali barocchi, flauto e voce uniti ed in dialogo alterno. Si notano il movimento libero ed il virtuosismo intrecciato di flauto e voce. “Orlando” (RV 728) è un dramma per musica in tre atti rappresentato nel mese di novembre 1727 al Teatro Sant’Angelo di Venezia. Orlando alla fine ritrova il senno e dimentica Angelica e Medoro. E Vivaldi osserva su un’aria di Orlando “Se questa non piace, non voglio più scrivere di musica.”

Ancora Antonio Vivaldi con l’Aria di Germando assai variegata e ben eseguita e Sonata n.6 in sol minore per flauto e basso continuo da “Il Pastor Fido”. Quest’ultimo (attribuito ad Antonio Vivaldi) è formato da 6 Sonate anche per flauto dolce oboe o violino e basso continuo ma anche musetta (cornamusa popolare scozzese) e ghironda (strumento romanico). Mosso e variato narrativo, Fuga graziosa poi più patetica, Largo tempo lento commovente e comunicativo sul piano emozionale e della memoria struggente, poi tempo Allegro e vivace assai sviluppato e determinato.
Di Antonio Vivaldi ci sono rimaste 21 opere note, anche se affermò di averne composte 94. Tra le più celebri ci sono “Orlando Furioso” e “Griselda”. Però solo circa 50 titoli sono stati ritrovati.

Un momento speciale è stata la Sonata in sol minore BWV 1020 di J. S. Bach che segue in particolare in questo caso lo schema della Sonata italiana coeva con i tempi allegro-adagio-allegro. Emergono nell’interpretazione linearità scorrevole, evocativa, espressione con il fascino dei temi e momenti più malinconici. Un tappeto sonoro del cembalo e poi i movimenti flautistici, poi un sereno tempo lento con note tenute del flauto. L’ultimo è il movimento principale molto mosso ed ampio e segue l’influenza vivaldiana; Bach compì infatti anche molte trascrizioni di Vivaldi per vari strumenti e  inoltre disse “La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”, una chiave interpretativa anche per quest’opera.

I musicisti hanno chiuso in bellezza con brani haendeliani confrontando una Sonata per flauto e la notturna Cantata per soprano, flauto e continuo, con bellissima alternanza di recitativi e “arie” interpretata con sentimento e poi il bis “Largo”. Ricordiamo che Haendel è Autore di circa 120 cantate e che scriveva sulla musica «I should be sorry if I only entertained them, I wish to make them better». Dunque oltre a intrattenere voleva far di più scendere in profondità. La serie barocca ha veramente coinvolto ed evidenziato in particolare la stupenda antica Sonata di Benedetto Marcello, scrittore, avvocato, magistrato e docente, che inoltre nel 1716 pubblicò la “Lettera famigliare di un accademico filarmonico et arcade sopra un libro …di madrigali” entrando già nella querelle sullo studio dei classici e i moderni con l’arcadica ricerca di semplicità con la lontananza, il mistero poetico e il contrasto con il Secentismo.

                                                                            Recensione di Barbara Baroni
Visto nell’ex chiesa della Madonna della Vittoria – MantovaMusica, il 13 aprile 2025
Foto B.B.

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