Fondazione Elpis: la mostra racconta i primi 5 anni di ‘Una boccata d’Arte’ che ha coinvolto 100 artisti e 100 borghi italiani.

Fondazione Elpis presenta “Dove non sono mai stato, là sono”, la mostra che Fondazione dedica ai primi cinque anni di vita di Una boccata d’Arte, il progetto artistico diffuso nato nel 2020 da un’idea di Marina Nissim. La mostra, allestita negli spazi di Fondazione Elpis a Milano dall’8 maggio al 6 luglio 2025 a ingresso libero, si propone come racconto corale e stratificato di un’esperienza che ha coinvolto cento artisti e cento borghi italiani, uno per ciascuna delle venti regioni italiane, per cinque anni consecutivi.

UNA BOCCATA D’ARTE

Nato come risposta al silenzio imposto dalla pandemia, Una boccata d’Arte (vedi qui) ha scelto fin da subito un formato radicalmente decentrato: portare l’arte contemporanea fuori dai grandi centri urbani, lontano dalle rotte del turismo culturale e dai consueti spazi istituzionali. Innescando un processo che è insieme artistico, sociale e territoriale, il progetto ha invitato gli artisti a vivere temporaneamente nei paesi, costruendo un dialogo con le comunità e i luoghi, e restituendo l’esperienza in forma di interventi artistici, spesso site-specific, talvolta permanenti, sempre partecipati.

Cento artisti, cento borghi: in cinque anni di progettualità attiva, l’iniziativa ha prodotto un archivio vivo, plurale e in costante trasformazione: opere, relazioni, paesaggi, materiali, racconti, gesti. Ha attraversato l’Italia dai paesi costieri e lacustri a quelli di montagna, dai villaggi medievali alle aree interne popolate da poche decine di abitanti. I progetti hanno affrontato una molteplicità di temi: dalla mancanza di infrastrutture di base all’isolamento geografico e culturale, dal progressivo spopolamento delle zone rurali all’invecchiamento della popolazione, fino alla sopravvivenza delle lingue e dei dialetti, dei mestieri e delle tradizioni locali, e alla riformulazione delle identità comunitarie.

LA RETE DI RELAZIONI

Al cuore del progetto c’è la relazione diretta e la collaborazione con le comunità territoriali esistenti. Gli artisti si sono immersi nel tessuto locale, incontrando persone, storie, saperi e in questo processo sono stati fondamentali i curatori regionali. Figure-ponte, spesso rappresentate da giovani professionisti provenienti dai territori interessati, che hanno facilitato i rapporti con la cittadinanza e le istituzioni locali.

Molti di loro danno vita a una rete di circa 40 professionisti con un’alta specializzazione, che costituisce una piattaforma di scambio dinamica e in costante aggiornamento, attiva oltre le finestre di tempo necessarie per la realizzazione dei diversi progetti.

LA MOSTRA COME VIAGGIO

La mostra propone un montaggio sensibile e trasversale di materiali e opere, e si apre già all’esterno della Fondazione, dove sono installate alcune opere nate nei borghi e successivamente trasposte a Milano. Tra queste: il grande Abracadabra di GRJB, visibile sulla facciata, proveniente da Pietragalla (Basilicata); una statua in cemento della serie Phone User di Judith Hopf; le torri sogno di Matteo Nasini da Soverato Vecchia (Calabria) e un fregio in ferro di Binta Diaw, nato da una tappa piemontese del progetto; la scultura di Lucia Cantò, realizzata a Malamocco nella laguna veneziana.

GLI SPAZI INTERNI

All’interno, gli spazi della Fondazione sono stati ripensati in relazione ai contenuti della mostra. Al piano terra, una selezione di disegni, bozzetti e opere su carta offre una lettura intima e processuale del progetto: dal bozzetto di Gaia Di Lorenzo, che ritrae il portale del Palazzo Ducale di Pietramontecorvino (Puglia), fino ai “disegni performativi” di Antonio Della Guardia, pensati come istruzioni per azioni poetiche in montagna, o ai grandi tondi pittorici su carta di Alice Visentin, che evocano presenze sospese legate al borgo di Avise (Valle d’Aosta).

In questa sezione si aggiungono due nuove produzioni site-specific: il disegno cartografico di Simone Carraro, pensato come una mappa allegorica del progetto Una Boccata d’Arte e l’installazione site-specific di Mattia Pajè che attiva il vano scale con un grande disegno murale e tre opere su carta, che proseguono il racconto di Pila Thinkerwiller, realizzato nel borgo umbro di Toscolano.

L’ARCHIVIO COME NARRAZIONE

Al piano interrato, un ambiente immersivo propone una selezione di video, suoni, edizioni, materiali d’archivio prodotti nei cinque anni del progetto. Si va dalle opere video di Fabrizio Bellomo, Eva Marisaldi, Elena Mazzi, Agostino Quaranta e altri, ai documentari degli interventi di Baratto & Mouravas, Beatrice Celli, Virginia Russolo, fino a un grande montaggio video continuo che attraversa tutti e cento i progetti, restituendone la geografia, il ritmo, i volti, i paesaggi. Una serie di sculture modulari in gommapiuma, realizzate da Sabrina Melis nel borgo carnico di Sutrio, diventano display per accogliere pubblicazioni, libri d’artista ed edizioni nate durante il progetto.

UN’INSTALLAZIONE D’ARCHIVIO

Il primo piano è interamente dedicato a un’installazione del collettivo Atelier Tatanka, atelier di arti visive, di progettazione grafica e di stampa risograph con base a Bologna, che ha lavorato sull’enorme archivio fotografico di Una boccata d’Arte (oltre 3.000 immagini), reinterpretandolo e dando forma a una mappa visiva del progetto: un atlante in cui le fotografie selezionate evidenziano installazioni, opere e oggetti generati nei cento borghi.

ESPERIENZA TRASFORMATIVA

La mostra non intende concludere un percorso, ma rilanciare una riflessione su come l’arte possa agire nel presente, abitare i margini, generare nuovi immaginari. A cinque anni dalla sua nascita, Una Boccata d’Arte si conferma come una delle esperienze più diffuse e radicate nel panorama culturale italiano, capace di connettere poesia e geografia, pratica artistica e ascolto, archivio e visione.

C.S.M.F.
Fonte: da comunicato stampa 30 aprile 2025
Immagine: Simone Bacco, Maratona, Spinazzola (BT), Puglia
Una Boccata d’Arte 2022, foto Christian Mantuano

DOVE NON SONO MAI STATO, LÀ SONO
8 maggio – 6 luglio 2025
Ingresso libero

Fondazione Elpis
Via Lamarmora 26, Milano
Tel. +39 02 8974 5372
info@fondazioneelpis.org  
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