Di Angelina Travaglini. Roma, Spazio WeGil: la mostra “Tunisia tra contemporaneità e tradizione” è un fantastico viaggio degli occhi nei colori e nelle suggestioni della Tunisia contemporanea.
Si è inaugurata lunedì 12 maggio la bella collettiva “Tunisia tra contemporaneità e tradizione. Quattro artisti per un viaggio nel Sogno del Mediterraneo”. L’Ambasciata della Repubblica di Tunisia in Italia, con il patrocinio della Regione Lazio, a cura di Giuseppe Ussani d’Escobar, presentano ventidue opere dei più rappresentativi artisti tunisini contemporanei: Mourad Zoghlam, Kaouther Kassou Jellazi, Ilhem Sbaii Chaabane, Aziza Guermazy. Le opere esposte allo Spazio Wegil fino al 1 giugno 2025, dipinti, una scultura, un acrilico su margoum di recupero (tappeto tradizionale tunisino) e ancora un tappeto rivisitato in chiave contemporanea, conducono il visitatore in un’immersione totale nei colori e nella luce del Mediterraneo e, certamente, nella unicità della poetica di ciascun artista, per conoscere la ricchezza e la diversità della cultura tunisina.
La visita alla mostra è un “viaggio degli occhi”, finestre dell’anima, oltre ad essere un’opportunità unica di avvicinamento al mondo dell’arte tunisina contemporanea. Come ha sottolineato S.E. Mourad Bourehla, Ambasciatore di Tunisia in Italia, durante la conferenza stampa di presentazione, la collettiva valorizza «la secolare relazione di buon vicinato tra Italia e Tunisia. Rendiamo così omaggio alla nuova generazione di artisti che con le loro opere ci restituiscono l’immagine di una Tunisia in movimento, dinamica e moderna».

«Il panorama artistico della Tunisia è mutato dopo la rivoluzione sociale del 2010-2011 che ha dato il via alla Primavera Araba. Molti artisti hanno trovato finalmente la possibilità di esprimersi liberamente e hanno goduto sempre più di un riconoscimento nazionale e internazionale – così scrive Giuseppe Ussani d’Escobar nel suo testo del catalogo della mostra – Tunisi oggi è un luogo vitale per l’arte contemporanea, l’influenza dell’arte europea, negli anni del colonialismo, è stata fondamentale, tuttavia lo spirito indipendentista ha incoraggiato e caratterizzato negli anni un’espressione artistica propria, che si è allontanata dall’accademismo e dall’orientalismo di matrice europea, alla ricerca di una propria voce originale. Abdelaziz Gorgi (1928- 2008), presidente di questa Scuola nel 1968, ne ha portato avanti i valori spirituali ed estetici in madre patria e nel mondo. Negli artisti della Scuola di Tunisi si poteva osservare una spazialità surreale e metafisica, vi si poteva riconoscere un mondo sospeso che guardava con interesse alla notevole arte della miniatura con la sua strutturata e intensa bidimensionalità modulata sui colori vivi; Gorgi, affascinato da questa raffinata arte, l’aveva presa a modello e ne aveva assorbito con originalità lo stile espressivo. Dalla fine degli anni ’60 in poi del ‘900, il Maestro sperimentava una spontaneità frammentata delle immagini non priva di una certa bizzarria».
Al di là del panorama artistico e della Storia dell’Arte tunisina, il curatore tiene a precisare l’internazionalità dell’iniziativa: «Questa mostra vuole mettere in evidenza le contaminazioni dell’arte tunisina, caratterizzata da una sua identità originale e nazionale, islamica e berbera, ma anche internazionale, feconda di stimoli che passano attraverso altre civiltà e culture, grazie a uno scambio profondo e duraturo che si è andato stabilendo e strutturando» afferma il curatore Giuseppe Ussani d’Escobar.
«Auspico che questo evento possa rappresentare l’inizio di una collaborazione duratura tra la Regione Lazio e la Tunisia, contribuendo a valorizzare quei legami secolari fondati sull’amicizia, sul rispetto e sulla creazione condivisa – dichiara Simona Baldassarre, Assessore alla Cultura della Regione Lazio – Auguro a questa mostra il successo che merita e invito il pubblico che la visiterà a scoprire queste opere, che parlano un linguaggio universale e uniscono i cuori e le menti».

Nell’allestimento spiccano le opere oniriche e surreali di Mourad Zoghlam, l’architetto che ha realizzato i padiglioni nelle esposizioni universali in Corea del sud (2012), Milano (2015) e Giappone (2025). Come afferma il curatore: «le sue realizzazioni si basano sulla geometria o guardano a essa quale sorgente e scintilla d’ispirazione, ed è da quel preciso istante che i suoi sogni diventano reali, intrecciandosi con la geometria delle costellazioni: unicamente, seguendo questa tecnica e modalità, l’uomo inizia a volare, si stacca da terra e comprende di appartenere nella sua interezza e integrità alla totalità degli elementi».
Abbiamo intervistato l’architetto che tiene molto alla sua attività di artista: «Con la pittura mi esprimo più liberamente e diversamente, perché gli architetti hanno moti recinti entro i quali lavorare; l’artista no, è libero». E anche sui suoi riferimenti artistici sottolinea la sua libertà: «Non ho bisogno di avere riferimenti artistici, sono libero, volo!»
Su Kaouther Kassou Jellazi così si esprime Giuseppe Ussani d’Escobar: «Kassou attrae e cattura il nostro sguardo che viene istintivamente guidato a scoprire e a esplorare il giardino fiorito quale immagine fantastica e terrena del Paradiso; la donna si trova al centro del cortile paradisiaco dell’antica casa islamica e ci accoglie: lei è la regina di questo sogno trascendente e fiorito, lei, dal lunghissimo collo a giraffa che ne simbolizza lo stelo, è il più bel fiore di questo paradiso in terra; il mondo dei sensi ci avvolge e ci immerge in un lirismo mistico-religioso». Le donne di Kaouther rappresentano la fertilità della donna come madre terra da cui si genera la rinascita di una natura lussureggiante e generatrice di vita e armonia. «Il mio riferimento è la donna – ci ha ribadito Kaouther – e i miei riferimenti artistici sono i grandi artisti del Rinascimento Michelangelo, Tiziano, Raffaello, perché mettono al centro del loro lavoro la donna, come il più bel soggetto del mondo».

Nelle opere colorate e sprizzanti vita, ma che al medesimo tempo ispirano riflessione e nostalgia per il mondo dell’infanzia, Aziza Guermazy esprime la sua radice naif e surrealista, strettamente connessa alla Pop art e al mondo del fumetto. In lei si possono riscontrare la passione per Mirò, ma anche alcune affinità significative con l’artista Abdelaziz Gorgi. Aziza con il suo tappeto reinventa la tradizione del tappeto berbero rivoluzionandolo dall’interno con i suoi simboli che si richiamano agli incantevoli dinamismi della vita. «Il mio mondo è il sogno, tutti siamo sfiorati da qualcosa o da qualcuno» ci ha detto Aziza.
Su Ilhem Sbaii Chaabane, il curatore scrive: «le tele di Ilhem Sbaii Chaabane sono caratterizzate da un’apparente e suggestiva fluidità, sono animate da un vibrante dinamismo che prende vita davanti ai nostri occhi; i suoi dipinti provocano l’impressione e la sensazione di contemplare il fondo del mare attraverso il movimento liquido; l’arabesco è sempre lì ad attenderci, con le sue forme che s’intersecano e s’incrociano a produrne di nuove. Un singolare biomorfismo di colori, di alghe, di frammenti di reliquie marine, assume una sua propria coscienza, sostanza e corporeità». La Natura è un’entità potente e sovrana, ma allo stesso tempo vulnerabile e fragile. La difesa dell’equilibrio dell’ecosistema per l’artista è fondamentale.
Per Ilhem, che pure abbiamo intervistato, il suo riferimento artistico è Paul Klee: «Il viaggio che Paul Klee fece in Tunisia mi ha sempre ispirata, perché ha messo a valore il nostro sole e lo spazio; ma anche il lavoro degli architetti italiani mi ha sempre affascinata». E nei suoi lavori presenti allo spazio WeGil si nota molto l’influenza dell’architettura nella costruzione dello spazio e dell’immagine.
Il catalogo, edizioni Sphaerica, redatto dal curatore della mostra Giuseppe Ussani d’Escobar, caratterizzato da un approfondito studio dedicato alle poetiche e alle tematiche degli artisti esposti, offre testimonianza dell’importante evento.
Recensione di Angelina Travaglini
Roma, 12 maggio 2025
Immagini dell’allestimento: foto Ufficio Stampa Leeloo
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TUNISIA TRA CONTEMPORANEITÀ E TRADIZIONE
QUATTRO ARTISTI PER UN VIAGGIO NEL SOGNO DEL MEDITERRANEO
12 maggio – 1 giugno 2025
Ingresso gratuito
Spazio Wegil
Largo Ascianghi 5 (Trastevere) 00153Roma
info@wegil.it
3346841506
https://wegil.it