Di Nadia Giori. Brescia, Cavallerizza: il fotogiornalista e la reporter di moda. Due mostre Vis-à-vis.
Il palazzo dell’ex Cavallerizza di Brescia accoglie da poco il nuovo Centro della fotografia italiana. Si tratta di un’antica chiesa ad aula unica, un tempo parte del convento di Sant’Antonio di Vienne, della quale sono oggi visibili alcune decorazioni ad affresco. Il centro inaugura questa nuova sede con due mostre fotografiche dedicate a Giorgio Lotti e a Maria Vittoria Backhaus, artisti contemporanei che hanno dato un importante contributo alla fotografia degli ultimi decenni. Le mostre sono parte del programma dell’ottava edizione del Brescia Photo Festival (vedi qui) che si pone l’obiettivo di raccontare la storia della fotografia e del suo divenire.
Le due mostre si trovano nello stesso spazio, ma sono ben distinte nell’allestimento: le opere di Lotti, nella mostra curata da Renato Corsini e Laura Teni, sono esposte su uno sfondo chiaro, mentre quelle di Backhaus, curate da Margherita Magnino e Carolina Zani, si differenziano per lo sfondo scuro. Il tutto è valorizzato dalla semplice eleganza delle decorazioni riemerse dai muri dell’edificio.

Le fotografie di Giorgio Lotti ripercorrono la sua carriera da fotogiornalista, sempre con uno sguardo attento ai grandi temi sociali, dagli anni ’60 in poi. In mostra sono presenti ritratti di alcune delle personalità più influenti del tempo, appartenenti al mondo della politica, dello spettacolo e della cultura.
Una sezione è dedicata a come queste figure abbiano avuto grande rilevanza nell’opinione pubblica anche dopo la loro morte, con immagini dei funerali di Padre Pio e di Enrico Berlinguer. Troviamo anche scatti che raccontano eventi drammatici e della storia italiana come l’alluvione di Firenze del 1966, il disastro del Vajont del 1963, o l’inizio del primo grande flusso migratorio, con l’arrivo degli albanesi sulle coste pugliesi nei primi anni ’90.

Molto diverso è invece il lavoro di Maria Vittoria Backhaus. La mostra racconta il suo percorso artistico, partendo dai primi lavori in bianco e nero legati al reportage sociale, che raccontano la Milano degli anni Sessanta, il circo, i concorsi per cani. Un’ampia parte dell’esposizione è dedicata alla moda.
Backhaus realizza servizi fotografici per prestigiose riviste, intendendoli non come veicoli per vendere abiti, borse e gioielli, ma come un modo per raccontare storie. Costruiva lei stessa i set e curava ogni dettaglio, mettendo sempre al centro il racconto, più che il prodotto pubblicizzato. In sostanza, attraverso questo percorso espositivo, vediamo come l’artista sia riuscita a portare il reportage, tipico dei suoi primi lavori, anche nel mondo patinato della moda, con immagini che ci intrigano e ci confondono al tempo stesso.
Queste due mostre, seppur molto diverse fra loro, sono lo specchio di un’Italia che negli ultimi cinquanta anni ha attraversato grandi cambiamenti e la sensazione è quella di fare un salto indietro nel tempo rivivendo momenti che continuano a emozionare, anche chi quegli anni non li ha vissuti in prima persona, ma solo attraverso le pagine dei libri di storia.
Recensione di Nadia Giori
Brescia, maggio 2025
Immagini dell’allestimento: foto N.G.
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GIORGIO LOTTI. FOTOGRAFO DI UN’EPOCA
MARIA VITTORIA BACKHAUS
12 aprile – 8 giugno 2025
Cavallerizza – Centro della Fotografia italiana
via F.lli Cairoli 9 – 25122 Brescia
Telefono: 366 3804795
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