Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: restituite all’Archivio Storico di Torino 5 missive del 1835-36, che erano state rubate.
Cinque epistole autografe inviate da Re Carlo Alberto nel periodo 1835 – 1836 al Marchese Emanuele Pes di Villamarina, all’epoca dei fatti Primo Segretario di Stato di guerra e marina e Primo segretario di Stato per gli affari di Sardegna, erano state sottratte in data imprecisata dall’Archivio Storico della Città di Torino, che custodisce un importante Fondo con le carte della famiglia Pes di Villamarina. Agli inizi di settembre 2025 le preziose missive state restituite all’Archivio di appartenenza.

Le cinque missive sono tutte di argomento politico, perlopiù a carattere militare, e riguardano nomine, movimenti di truppe, le misure da intraprendere per una epidemia di colera. Si parla anche, era il 4 luglio 1835, dell’intenzione del Re (che la preannunciava al suo Ministro) di nominare Comandante del Corpo dei Carabinieri Reali Michele Taffini d’Acceglio, a seguito del decesso del comandante precedente, avvenuto due giorni prima. Michele Taffini d’Acceglio, nominato Maggior Generale, assumerà poi il comando il successivo 16 luglio 1935.

LE INDAGINI E LA RESTITUZIONE
Le indagini del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, sono scaturite dai continui controlli del mercato antiquario e dalla costante sinergia con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, la quale aveva segnalato la presenza di quattro epistole custodite presso una nota Libreria Antiquaria torinese. La collaborazione del commerciante, che aveva ricevuto le lettere da un privato cittadino per valutarne l’acquisto si è rivelata importante. Infatti si era subito accorto che quelle lettere risultavano di interesse culturale sia per gli argomenti trattati ma, soprattutto, per mittente e destinatario.
L’attività investigativa, che aveva portato immediatamente al sequestro delle quattro epistole ed alla perquisizione e rinvenimento di un’ulteriore quinta già immessa sul mercato, si è quindi svolta lungo due direttrici. Da una parte, la Soprintendenza Archivistica e l’Archivio storico della città di Torino hanno evidenziato, pur senza poter chiarire il momento della sparizione, che le lettere provenivano effettivamente da quell’archivio. In un caso l’ignoto ladro aveva sostituito la lettera originale con una fotocopia.
Dall’altra, le indagini del Nucleo TPC di Torino, che già avevano rinvenuto la quinta lettera nell’abitazione del privato cittadino, si sono mosse nel ricostruire la catena di possesso sin dove era possibile.
Il procedimento penale, che vedeva due indagati, è terminato con l’archiviazione per prescrizione e pertanto è stata disposta la restituzione delle lettere all’Archivio legittimo proprietario.
La riconsegna è avvenuta lo scorso 8 settembre 2025, nel corso di una sobria cerimonia tenutasi presso l’Archivio Storico della Città di Torino alla presenza dell’Assessore alla Cultura della Città di Torino, Rosanna Purchia e del Soprintendente Archivistico e Bibliografico per il Piemonte e la Valle d’Aosta, Marzia Dina Pontone.
L’ARCHIVIO STORICO DELLA CITTÀ DI TORINO
È uno degli archivi comunali più importanti d’Italia e d’Europa, con i suoi ventimila metri lineari di carte che coprono quasi mille anni di storia.
Conserva numerosissime testimonianze e memorie che ne tracciano le vicende da comune medievale a capoluogo del ducato e in seguito da capitale politica dell’Italia unita a metropoli industriale e culturale. Numerosi i fondi di illustri famiglie torinesi.
Vi si trovano una sala di studio e una climatizzata per la consultazione di materiali rari, dove è possibile prendere visione e stampare i microfilm www.comune.torino.it/archiviostorico/
C.S.M.
Fonte: da comunicato stampa ottobre 2025

