Al Forte di Bard, 3 mostre in corso con prestigiose collaborazioni: Agence France-Press, Fondazione Henri Cartier-Bresson, Wildlife Photographer of the Year.

Le sale espositive del Forte di Bard, che domina la Valle d’Aosta, sono occupate fino alla prossima estate da tre importanti mostre fotografiche: l’emergenza climatica nelle 80 immagini tratti dagli archivi Agence France-Presse; gli oltre 180 scatti iconici incentrati sugli esseri umani di Martine Franck, in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson; alla prima tappa italiana, le foto naturalistiche e i premiati al 59a edizione di Wildlife Photographer of the Year, promosso dal Natural History Museum di Londra.

NON C’È PIÙ TEMPO
L’EMERGENZA CLIMATICA NELLE IMMAGINI DELL’AGENCE FRANCE-PRESSE
Forte di Bard – Sale dell’Opera Mortai 29 marzo – 21 luglio 2024

Acqua, Terra, Aria, Fuoco: evoca i quattro elementi, per comprendere meglio lo stato di salute del nostro Pianeta, la mostra “Non c’è più tempo” promossa da Forte di Bard e Agence France-Presse (AFP).

Un progetto espositivo inedito, che non si limita a presentare un’istantanea sulle diverse emergenze climatiche mondiali ma promuove una vera e propria azione di sensibilizzazione su tematiche non più rinviabili e che coinvolgono tutti, con un focus che analizza e documenta per la prima volta il fenomeno dei migranti climatici. «Il titolo non evoca una situazione ineluttabile, anzi vuole ricordare che l’emergenza climatica è una situazione in evoluzione, che può essere governata; l’obiettivo per la nostra istituzione è porre l’attenzione per richiamare ognuno di noi alle proprie responsabilità di fronte alle sorti del Pianeta, il suo futuro è nelle nostre mani: a noi la scelta» spiega la Presidente del Forte di Bard, Ornella Badery.

Le oltre 80 immagini selezionate dagli archivi AFP sono suddivise in quattro tematiche, una per elemento, integrate da una sezione video che racconta come l’emergenza climatica influisca sempre maggiormente sui flussi migratori odierni, supportata da cifre fornite dal Global Report on Internal Displacement 2023 e dal Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana.

I 450 fotoreporter dell’AFP attraversano instancabilmente le regioni colpite dal riscaldamento globale con la sua processione di sconvolgimenti in tutto il mondo. L’immagine scelta per la campagna di comunicazione è diventata un emblema dell’emergenza climatica globale; lo scatto ritrae un adolescente, Everton Miguel dos Anjos, che emerge dalle acque nerastre della spiaggia di Itapuama, a Cabo de Santo Agostinho, contaminate da una fuoriuscita di petrolio che ha devastato circa 2.000 km della costa brasiliana, in particolare la regione di Abrolhos, santuario delle megattere e habitat di formazioni coralline uniche al mondo.

«Le conseguenze causate dalle attività umane – spiega il curatore della mostra, Pierre Fernandez – non appartengono più al futuro e non sono prerogativa solo di alcuni ma coinvolgono tutti, in modo sempre più repentino: siccità, inondazioni, ondate di caldo, incendi, insicurezza alimentare, carenza idrica, malattie, innalzamento del livello delle acque. L’acqua è diventata scarsa e la siccità colpisce un numero crescente di Paesi. L’innalzamento del livello del mare è un fenomeno che vedrà crescere il numero dei rifugiati climatici. E l’acqua è diventata un bene prezioso, motivo di tensioni e conflitti. Il 2024 potrebbe battere il record di calore stabilito lo scorso anno. La temperatura della superficie terrestre è destinata ad aumentare di 2,7°C entro il 2100 rispetto all’era preindustriale. Si prevede che questo livello spingerà più di due miliardi di persone fuori dalla zona di comfort climatico che ha permesso all’umanità di prosperare per millenni, secondo uno studio pubblicato su ‘Nature Sustainability’».

L’umanità ha ancora la possibilità di evitare il peggio e di assicurarsi un futuro vivibile trasformando radicalmente l’economia, disintossicandosi rapidamente dai combustibili fossili, sottolineano gli esperti delle Nazioni Unite. Lo farà? La COP28, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima tenutasi alla fine del 2023 a Dubai, ha adottato un compromesso che apre la strada al graduale abbandono dei combustibili fossili, principali responsabili del riscaldamento globale, una decisione accolta con favore da molti leader ma che ha lasciato i climatologi piuttosto scettici.

C.S.m.
Fonte: comunicato stampa del 20 marzo 2024

MARTINE FRANCK. REGARDER LES AUTRES
Forte di Bard – Sale delle Cantine 9 marzo – 2 giugno 2024

L’ambiziosa opera fotografica di Martine Franck (1938-2012) e la sua sincera attrazione per gli esseri umani – la gioia dell’infanzia, i ritratti di lavoratori, le lotte femministe, la spiritualità buddista, gli anziani – sono al centro del progetto espositivo promosso dal Forte di Bard in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson dal titolo “Martine Franck. Regarder les autres”.

L’obiettivo della mostra curata da Clément Chéroux, Direttore della Fondazione Henri Cartier-Bresson, è quello di far conoscere l’immenso contributo di Martine Franck come donna fotografa, celebrare le sue immagini più note dell’infanzia, della vecchiaia e del teatro, alcune delle quali sono diventate delle icone. L’artista ha documentato il grande affresco dell’avventura terrena, nella tradizione della fotografia umanista francese, lasciando un’impronta profonda e personale nella storia della fotografia del XX secolo.

«La mostra […]  avrà una tappa in Grecia nel corso del 2024 – spiega la Presidente dell’Associazione Forte di Bard, Ornella Badery – Vengono presentate in mostra più di 180 opere, suddivise in 7 sezioni […]. Un omaggio ad una delle più grandi donne della fotografia mondiale».

Martine Franck professava lo stupore e la celebrazione della vita, una gioia profonda di fronte all’umanità e allo stesso tempo lottava contro l’esclusione con tutta l’empatia che sapeva mostrare. Fotografa socialmente impegnata, divenne un’attivista per molte delle cause che fotografò attivamente. «Una fotografia non è necessariamente una bugia – ha detto -. Ma non è nemmeno la verità. […] Bisogna essere pronti ad accogliere l’inaspettato».

Martine Franck ha un personale approccio documentale della fotografa, alla ricerca costante della vita e di quello che si spinge oltre la verità: nell’inaspettato, colto insieme alle maschere del Théâtre du Soleil e nelle rivolte del ‘68, ma anche scovato nelle case degli anziani francesi e in un monastero in Nepal. Fotografando le altre donne, privilegiate e indigenti, celebri e anonime. Avvicinando ricamatrici di doti come le giovani ragazze indiane dei piccoli villaggi di Gujarat, come ha fatto con artiste del calibro di Sarah Moon, fotografata mentre salta la corda con una ragazzina.

Ha documentato gli eventi politici e sociali del XX secolo per riviste come Life e il New York’s Times, partecipato alla creazione di agenzie come Vu e il lavoro collettivo di Viva, prima di diventare una delle poche donne di Magnum Photos e la più forte sostenitrice della Fondazione Henri Cartier-Bresson.

Fotografa di grande sensibilità, Martine Franck sfiora con delicatezza la semplicità del quotidiano. Le sue immagini permettono di entrare in un mondo sospeso, di singolare bellezza. La fotografia diventa per la fotografa belga un modo di comunicare emozioni, passando dai ritratti di alcuni tra i più importanti artisti e scrittori, tra cui Michel Foucault, Marc Chagall e Agnès Varda, a un impegno sociale che si focalizza nel dare voce a sfollati ed emarginati. Ognuna delle sue fotografie nonostante nasca dall’istinto del momento, rivela una profonda cura della composizione e una potenza artistica fuori del comune.

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa del 20 febbraio 2024

LA NATURA E I SUOI PROTAGONISTI NELLA 59a EDIZIONE DI WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR
Forte di Bard – Sale delle Cannoniere 3 febbraio – 2 giugno 2024

È giunto alla 59a edizione, il Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra. Utilizzando il potere emotivo unico della fotografia per coinvolgere ed emozionare il pubblico, le immagini fanno luce su storie e specie di tutto il mondo e incoraggiano un futuro a difesa del Pianeta.

Wildlife Photographer of the Year fornisce una piattaforma globale che mette in mostra alcuni dei migliori talenti della fotografia provenienti da tutto il mondo da quasi 60 anni. Le immagini premiate intraprendono un tour internazionale che sarà visto nel complesso da oltre un milione di persone. Per l’Italia la prima tappa è al Forte di Bard; gli scatti premiati nelle 17 categorie sono presentati in un suggestivo allestimento all’interno di light panels.

Il concorso di quest’anno ha registrato 49.957 iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza provenienti da 95 paesi. Le immagini sono state giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica.

A vincere il titolo di fotografo naturalista dell’anno è stato il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021, grazie all’immagine The golden horseshoe, che ritrae un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, mentre si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi dorate.

Il Young Wildlife Photographer of the Year 2023 è stato assegnato all’israeliano Carmel Bechler con l’immagine Owls’ road house che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino a una strada trafficata. L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito.

Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (menzione speciale nella sezione Photojournalism), Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione Zone umide), Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria Talento naturale), Ekaterina Bee (vincitrice nella categoria 11-14 anni), Pietro Formis (menzione speciale nella sezioneRitratti animali).

C.S.m.
Fonte: comunicato stampa del 15 gennaio 2024
Immagine di copertina: ForTen 2023. Fotografia di Andrea Chiericato, tratta dal sito del Forte

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