I difensori del patrimonio culturale che traghettarono indenni i disegni degli Uffizi
attraverso due Guerre mondiali: un nuovo libro racconta le loro ‘gesta’.

Miriam Fileti Mazza mette per la prima volta in luce il ruolo fondamentale dei funzionari che, nel periodo più drammatico dello scorso secolo, salvaguardarono le opere del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi.

L’inestimabile patrimonio grafico degli Uffizi non sarebbe lo stesso, oggi, senza il coraggio dei valorosi soprintendenti che, nello scorso secolo, riuscirono a trarlo in salvo e mantenerlo intatto attraverso due guerre mondiali e innumerevoli avversità. È quanto racconta, nel libro “Storia di una collezione” (Edifir – Edizioni Firenze) la storica dell’arte e ricercatrice della Scuola Normale Superiore di Pisa Miriam Fileti Mazza, mettendo per la prima volta in ordine le vari fasi delle operazioni di soccorso di questa preziosissima parte del nostro patrimonio culturale, avvenute in un arco cronologico, tra il 1915 e il 1960, funestato da ben due Guerre Mondiali.

Il volume, attraverso un’ampia documentazione in gran parte inedita, accompagna il lettore alla scoperta delle frenetiche attività dei coraggiosi funzionari dello Stato che, in alcune delle fasi più convulse e drammatiche della storia italiana recente, non hanno mai smesso di promuovere la conoscenza del prezioso patrimonio documentario del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, con una ricca serie di pubblicazioni ed esposizioni temporanee, in particolare a partire dagli anni Venti.

Grazie alla loro costante dedizione, infatti, in una situazione di elevatissimo rischio di distruzione e dispersione del patrimonio, anche la collezione di grafica del Museo riuscì a conservarsi pressoché integra: nel periodo che unisce e comprende la prima e la seconda Guerra Mondiale, le perdite totali si limitarono a poche unità di fogli. La collezione ne uscì anzi addirittura accresciuta grazie alle nuove acquisizioni, stimolate in parte dal riemergere di opere importanti in alcune raccolte private e in parte facilitate dalla vocazione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe per la produzione artistica contemporanea. Il volume segnala infatti anche le riviste e i cataloghi di mostre e rassegne, che sempre più spazio dedicavano al dibattito critico sulla produzione incisoria italiana, in quanto espressione artistica ormai vista come svincolata dal disegno e dai meri processi di riproduzione. Tra le riviste, Il Risorgimento Grafico, L’Eroica, Emporium e Domus.

Attenzione particolare viene poi dedicata al vigoroso rilancio di questa sezione del museo dopo la fine del secondo conflitto, con un’esposizione dedicata alla grafica di Anthony De Witt, personaggio cruciale per la storia della collezione anche nella sua veste di conservatore. Ma molte altre sono le mostre temporanee richiamate nel volume.

Il libro testimonia e ricostruisce la sempre maggiore consapevolezza nell’attività di tutela e restauro delle opere su carta sulla base di criteri di conservazione aggiornati, grazie anche alla figura di Corrado Ricci, Soprintendente a Firenze dal 1903 al 1906, poi direttore generale delle Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione fino al 1919. Ma non solo, si dimostrarono fondamentali le figure di Pasquale Nerino Ferri, primo direttore del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, che nel 1915 aveva appena concluso il lungo lavoro di classificazione e inventariazione di tutta la collezione, consegnandola già ben organizzata ai suoi successori; e Giulia Sinibaldi, la quale, dai primi anni Cinquanta fino alla fine del suo mandato al vertice del Gabinetto (1964) mise a punto una nuova organizzazione degli uffici, dei depositi e della sala espositiva, coinvolgendo l’architetto razionalista Edoardo Detti nella progettazione funzionale degli ambienti, che divennero del tutto rispondenti ai principi più avanzati del tempo.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 25 gennaio 2023

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