Galleria Borghese, Palazzo Ducale e Fondazione Palazzo Te: 3 esposizioni dedicate al grande artista fiammingoamato dalle corti europee. In giugno conferenze online.

Una vasta operazione culturale che racconterà i rapporti tra la cultura italiana e l’Europa attraverso gli occhi del Maestro della pittura barocca. Fondazione Palazzo Te a Mantova, Palazzo Ducale di Mantova e Galleria Borghese a Roma si uniscono in un ambizioso progetto che, dal 7 ottobre 2023 al 18 febbraio 2024, renderà omaggio a Pietro Paolo Rubens (Siegen, 1577 – Anversa, 1640), il pittore che cosı̀ profondamente trasse ispirazione dalla cultura classica, lasciando un segno profondo e indelebile nelle corti italiane ed europee.

“Rubens! La nascita di una pittura europea” è il titolo dell’iniziativa che raccoglierà tre eventi espositivi, organizzati dalle tre istituzioni, per celebrare il maestro di origini fiamminghe che con la sua opera divenne protagonista e archetipo assoluto del barocco. Tre mostre che si inseriranno in una più ampia operazione culturale dedicata ai rapporti tra la cultura italiana e l’Europa vista attraverso gli occhi di Rubens.

“Rubens! La nascita di una pittura europea” – straordinaria iniziativa culturale realizzata con il Patrocinio del Ministero della Cultura, in collaborazione con il Comune di Mantova e alcune delle più prestigiose istituzioni museali italiane e internazionali – è un’occasione unica di collaborazione che, accanto ai progetti espositivi, prevede, iniziando da giugno, incontri di approfondimento, conferenze, eventi e la realizzazione di pubblicazioni scientifiche dedicate al grande artista.

L’iniziativa è stata presentata lo scorso 1 giugno 2023 presso l’Accademia di Brera a Milano, da: Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova; Francesca Cappelletti, Direttrice Galleria Borghese e curatrice della mostra “Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma”; Lucia Simonato, Co-curatrice della mostra “Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma”; Stefano L’Occaso, Direttore Palazzo Ducale di Mantova; Stefano Baia Curioni, Direttore Fondazione Palazzo Te; Raffaella Morselli, Curatrice della mostra “Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà”.


[Pieter Paul Rubens, San Michele espelle Satana e gli angeli ribelli, Madrid, Museo
Thyssen-Bornemisza © Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid]

MANTOVA – PALAZZO TE
“Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà”
7 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024 (prorogata fino al 28 gennaio)

A Mantova, Palazzo Te dediccherà all’artista una mostra di ricerca che si concentrerà in particolare sul rapporto tra il pittore fiammingo e la cultura mitologica che incontra in Italia. A cura di Raffaella Morselli, l’esposizione “Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà”, dal 7 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024, ha l’obiettivo di creare una rispondenza tra opere e motivi decorativi e iconografici del Palazzo: un percorso paradigmatico che dimostri quanto le suggestioni rinascimentali elaborate da Rubens negli anni mantovani e italiani siano continuate, evolvendosi, nella pittura della sua maturità, fino a trasmettersi nell’eredità intellettuale e artistica lasciata ai suoi allievi.

Le opere della mostra sono state scelte in funzione del dialogo che riallacciano con i miti e dell’interpretazione che ne fece Giulio Romano nelle varie sale, fattori che contribuirono a generare nel pittore di Anversa una sintonia mai interrotta con il Rinascimento e il Mito.


[Pieter Paul Rubens, La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità, Palazzo Ducale di Mantova © Palazzo Ducale di Mantova, Ministero della Cultura]

MANTOVA – PALAZZO DUCALE
“Rubens. La Pala della Santissima Trinità”
7 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024

Nello stesso periodo della mostra sopra indicata, Palazzo Ducale di Mantova dedicherà a Rubens il focus espositivo “Rubens. La Pala della Santissima Trinità”, incentrato su una delle più imponenti imprese portate a compimento dall’artista: il ciclo delle tre enormi tele per la Chiesa della Santissima Trinità, una delle quali – dopo incredibili vicende – è ancora oggi esposta a Palazzo Ducale e costituisce una tappa fondamentale nel percorso conoscitivo di questo grande artista.

Rubens consolida il suo legame con Mantova quando, nel 1600, giunge da giovane promettente pittore alla corte di una delle più importanti signorie italiane: i Gonzaga. Se ne andrà circa dieci anni dopo, trentenne, con la fama di indiscusso maestro. Il progetto espositivo presenta un nuovo allestimento museografico e illuminotecnico dell’intero Appartamento Ducale, voluto da Vincenzo I e realizzato da Antonio Maria Viani: qui sono esposte opere della collezione permanente dal tardo Cinquecento al Seicento inoltrato. Punto focale del percorso è la Sala degli Arcieri, dove è esposta la Pala la cui vicenda viene raccontata da un’innovativa ricostruzione tridimensionale della chiesa della Santissima Trinità, oggi non più accessibile al pubblico.


[Pieter Paul Rubens, Susanna e i Vecchioni, 1606-1607 ca, Galleria Borghese, Roma © Galleria Borghese, Ph. M. Coen]

GALLERIA BORGHESE – ROMA
“Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma”

14 novembre 2023 al 18 febbraio 2024

Sarà infine la volta della mostra alla Galleria Borghese di Roma, “Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma”, a cura di Francesca Cappelletti e Lucia Simonato, che dal 14 novembre 2023 al 18 febbraio 2024 indagherà come le influenze del suo viaggio in Italia, compiuto nel primo decennio del XVII secolo, prendano un nuovo decisivo vigore negli anni successivi al suo ritorno in patria, anche grazie ai soggiorni italiani di suoi allievi fiamminghi.

Il progetto sottolineerà il contributo straordinario dato dall’artista, alle soglie del Barocco, a una nuova concezione di antico, di naturale e di imitazione, mettendo a fuoco la novità dirompente del suo stile nel primo decennio a Roma e come lo studio dei modelli potesse essere inteso come ulteriore slancio verso un nuovo mondo di immagini.

L’eccezionale sede della Galleria Borghese offrirà inoltre l’opportunità inedita di vedere i grandi gruppi berniniani, la statuaria antica, le altre sculture moderne, spesso opera di artisti stranieri, in relazione diretta con i quadri e i disegni di Rubens, cogliendo quell’energia con cui l’artista investì i capolavori dell’antichità.


CONFERENZE ONLINE
PER UN’EUROPA DELLA CULTURA. UNA RIFLESSIONE SCIENTIFICA, STORICA E FILOSOFICA SUL SENSO “CULTURALE
Mantova, Palazzo Te (Partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria al link: https://bit.ly/3Ntzq1I )

Una riflessione scientifica, storica e filosofica sul senso “culturale”. Un progetto di Fondazione Palazzo Te Mantova e Blest – Università Bocconi, nell’ambito della Scuola di Palazzo Te 2023 e della stagione espositiva 2023 di Palazzo Te Mantova: l’Europa delle città.

Ciclo di conferenze online tra scienziati politici, giuristi, storici e storici dell’arte per la proposta di una dichiarazione sintetica sull’Europa culturale e le politiche culturali nel prossimo futuro. I dialoghi saranno successivamente presentati come documenti visivi e podcast e offriranno la base per la proposta di una dichiarazione sintetica sull’Europa culturale e le politiche culturali nel prossimo futuro.

6 giugno 2023 | ore 17.30 Mr. Europe. Rubens e le radici della modernità europea Maurizio Ferrera, Università di Milano, discussant Raffaella Morselli, Università di Teramo Venticinque anni fa la rivista The New Yorker dedicò un servizio a Rubens, definendolo Mr. Europe. Il suo dipinto sulle conseguenze della guerra raffigurò le condizioni dell’Europa all’apogeo delle guerre di religione. Era la sconfitta di quell’umanesimo universalistico che aveva ispirato l’azione del Rubens politico, mediatore di pace. Un sistema di valori che aveva promosso la fioritura (commerciale e culturale) di quella “city belt” fra Italia e Fiandre che era stata il contesto dell’attività di Rubens stesso. Eppure furono proprio dagli orrori della Guerra dei Trent’anni a generare i semi di un nuovo progetto di convivenza civile basato sulla tolleranza e sulla libera espressione delle idee. Raffigurata come donna con le vesti stracciate e le braccia verso il cielo, l’Europa del quadro di Rubens ritroverà in quel progetto la sua anima e vocazione. E tre secoli dopo i sei paesi attraversati dalla city belt daranno a quel progetto una nuova espressione istituzionale, l’Unione europea.

13 giugno 2023 | ore 17.30 Sul tempo: le narrazioni fondanti della Comunità europea (in lingua inglese). Catherine De Vries, Università Bocconi discussant Francesca Cappelletti, Galleria Borghese di Roma.
Affinché il progetto europeo possa affrontare le sfide attuali, come il cambiamento climatico, l’instabilità economica, la polarizzazione politica o la crisi dello Stato di diritto, gli europei devono confrontarsi con il loro passato. Nel talk si analizzeranno le diverse narrazioni fondative dell’Unione Europea e verrà delineato come queste continuino oggi a plasmare la politica europea. La storia non è solo la ricordanza degli eventi, ma rappresenta le connessioni che l’opinione pubblica e le élite desiderano stabilire. Per sviluppare soluzioni politiche alle questioni transfrontaliere, i cittadini europei di oggi devono quindi rivedere criticamente le connessioni del passato e scoprirne i punti ciechi. Se gli europei riesaminassero le narrazioni fondanti dell’Unione Europea, potrebbero anche capire cosa in essa dovrebbe cambiare.

20 giugno 2023 | ore 17.30 Europa: uno “state of mind” al di là delle culture e delle identità (in lingua inglese). Riva Kastoryano, Science Politique, Harvard discussant Stefano Baia Curioni, Fondazione Palazzo Te.
Che cos’è l’Europa? Uno spazio geografico o una civiltà? Un progetto economico o politico? Una nuova realtà storica o un pensiero filosofico? Queste domande e molte altre accompagnano la nostra comprensione dell’Europa e del suo potere trasformativo sulle identità – diverse e multiple – che si sono consolidate all’interno dei singoli stati-nazione. Stati e società impegnati nella formazione di uno state of mind europeo cercano di esprimere la loro “volontà di vivere insieme” (Renan sulla definizione di cittadinanza). Gli storici cercano di trovare un passato comune giustificato dalla condivisione di una storia di civilizzazione, un percorso comune di modernizzazione politica e di sviluppo economico. L’obiettivo è trasmettere un’identità europea alle nuove generazioni considerando il ruolo che la storia ha nella definizione del futuro delle nazioni e di una nuova identità che ha confini da definire. Come ha sottolineato Edgar Morin, sociologo e filosofo francese: “L’Europa – chiamata la nostra comunità di fede – non emerge dal passato, che la contraddice. Emerge a fatica dal presente perché è imposta dal futuro”. Il passato si riferisce alle identità che sono state costruite con il processo di costruzione delle nazioni. Da qui i dibattiti sull’effetto dell’Unione sulle identità nazionali, regionali, linguistiche e religiose e, naturalmente, su un’identità europea che le comprenda tutte. Il tema che si vuole esplorare è come articolare l’appartenenza molteplice e complessa di individui, gruppi e popoli in modo da formare un’identificazione comune che sia europea, piuttosto che come creare una nuova identificazione che veda l’Europa come nuovo spazio di mobilitazione e rivendicazione. L’Europa è de facto un luogo plurale dove si impongono tutte le culture nazionali. Uno state of mind europeo richiede un nuovo modello di società, naturalmente plurale e basato su principi definiti rispetto a nuove articolazioni, al fine di creare una cultura comune al di là delle nazioni e degli Stati.

27 giugno 2023 | ore 17.30 “In difference we trust”. I fondamenti interculturali del diritto europeo. Damiano Canale, Università Bocconi discussant Cristina Loglio, Europa Nostra.
 Uno dei tratti distintivi della cultura europea è il suo carattere “polemico”. Dagli albori della filosofia greca fino a giungere ai nostri giorni, il proprium dello sguardo europeo sul mondo è rappresentato dal confronto dialettico tra istanze diverse, dal cui reciproco riconoscimento dipende la loro aspirazione all’universale. Questo vale non solo nel campo della filosofia, dell’arte e della religione, ma anche in quello della politica e del diritto. La dimensione eminentemente dialettica e plurale della cultura europea fa da sfondo, infatti, anche al progetto di uno spazio comune Europeo nato nel secondo dopoguerra, la cui sfida è ancor oggi quella di armonizzare istanze politiche e giuridiche diverse in continuo confronto dialettico tra loro. Il mio intervento si propone di mostrare in che modo il carattere “polemico” della cultura europea ha trovato forma nel diritto dell’Unione Europea, e a quali condizioni quest’ultimo può rimanere fedele alla sua missione di fronte alle sfide del presente.

4 luglio 2023 | ore 17.30 Diritto e Cultura in Europa (in lingua inglese). Lorenzo Casini, IMT Lucca discussant Stephan Simon, Rathgen – Forschungslabor, Staatliche Museen zu Berlin – PreuiBcher Kulturbesitz.
Dal punto di vista giuridico, il patrimonio culturale può rispecchiare diversi significati. Per ognuno di essi, l’Europa rappresenta un importante fattore di trasformazione. In che modo l’Europa ha influenzato l’evoluzione del patrimonio culturale e la sua regolamentazione? Quali sono le sfide future per un’autentica cultura europea?

LE PAROLE DEGLI ARTEFICI DEL PROGETTO
Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova: Rubens è il genio che, grazie alla sua giovinezza italiana, riesce ad allargare i confini della creatività internazionale, diventando artista europeo nelle tecniche, nel gusto, nella capacità produttiva. Seguendo e ampliando il progetto di Giulio Romano, egli dunque diviene tramite di modernità. Il Comune di Mantova è orgoglioso di promuovere il ciclo espositivo che esplora la potenza di un artefice senza pari, capace di lasciare tracce altissime nella città dei Gonzaga. Ed è questa l’occasione per riflettere sul concetto stesso di Europa, nel suo necessario slancio culturale e vitale.

Stefano Baia Curioni, Direttore Fondazione Palazzo Te: Rubens a Palazzo Te è una mostra bellissima, risultato di un percorso scientifico e istituzionale complesso e ambizioso. È il racconto del riverbero avuto nel tempo, fino al Seicento e oltre, dalla pittura di Giulio Romano e di Palazzo Te; è una storia che connette Giulio Romano a Rubens nella loro capacità di trasformare creativamente la tradizione; è l’evidenza di quanto la “pratica della libertà” propria della pittura sia una cifra preziosa della cultura europea anche contemporanea; è la conferma della collaborazione della Fondazione Palazzo Te con Palazzo Ducale, i Musei Civici, Galleria Borghese e oltre 17 musei in tutta Europa; è il risultato della collaborazione tra musei, fondazioni, università che ha raccolto il meglio per accompagnare la possibilità di trasformare un frammento di storia in una visione del futuro.

Stefano L’Occaso, Direttore Palazzo Ducale di Mantova: Palazzo Ducale partecipa a questo importante progetto espositivo che coinvolge istituzioni – Palazzo Te di Mantova e la Galleria Borghese di Roma – di due delle città nelle quali Rubens maggiormente operò nel suo periodo italiano. La sua opera di maggior respiro fu il grande trittico realizzato per il presbiterio della chiesa della Santissima Trinità di Mantova, il cui elemento centrale è la tela conservata in Palazzo Ducale, intorno alla quale ruota il nostro progetto. Un modo per ricordare lo straordinario bagaglio di conoscenze dell’artista, di cui la tela con la Famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità è un caso eccezionale.

Francesca Cappelletti, Direttrice Galleria Borghese: La mostra alla Galleria Borghese è la prima di un nuovo progetto di ricerca che metterà la storia del museo al centro dei momenti in cui Roma è stata una città veramente internazionale. Calamita per gli artisti del Nord Europa fin dal Cinquecento, la Roma di Rubens, fra i pontificati Aldobrandini e Borghese, è il luogo dove studiare ancora l’antico, di cui si cominciano a conoscere i capolavori della pittura, con il ritrovamento nel 1601 delle Nozze Aldobrandini. È il momento della Galleria Farnese di Annibale Carracci e della cappella Contarelli di Caravaggio, di cui si stordisce una generazione. Attraverso gli occhi di un giovane pittore straniero come Pieter Paul Rubens guardiamo ancora una volta all’esperienza dell’altrove, cerchiamo di ricostruire il ruolo del collezionismo e della collezione Borghese in particolare come motore del nuovo linguaggio del naturalismo europeo, che unisce le ricerche di pittori e scultori nei primi decenni del secolo.

C.S.M.
Ufficio Stampa Galleria Borghese (Facco P&C) 1 giugno 2023
Immagine di copertina: Pieter Paul Rubens, Achille scoperto tra le figlie di Licomede

Museo Nacional del Prado © Photographic Archive. Museo Nacional del Prado, Madrid

RUBENS
LA NASCITA DI UNA PITTURA EUROPEA
7 ottobre 2023 – 18 febbraio 2024

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà a Palazzo Te
7 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024
www.centropalazzote.it

Rubens. La Pala della Santissima Trinità a Palazzo Ducale di Mantova
7 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024
https://mantovaducale.beniculturali.it

Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma alla Galleria Borghese
14 novembre 2023 – 18 febbraio 2024
https://galleriaborghese.beniculturali.it