La Collezione Olgiati presenta 47 capolavori che sottolineano l’affinità elettiva tra i due maestri del 900.

La mostra “Dove la luce” è la storia di una straordinaria affinità elettiva che unì due grandi maestri dell’arte italiana del Novecento: Giacomo Balla (1871-1958) e Piero Dorazio (1927-2005). Come suggerisce il titolo, ispirato a una poesia di Giuseppe Ungaretti, il tema del confronto è la luce, quintessenza della vita, ma anche sfida perenne per gli artisti che con essa, da sempre, hanno dovuto misurare le proprie capacità espressive. È un racconto visivo, nato da un’idea di Danna Battaglia Olgiati e affidato a 47 capolavori creati attorno a due date: il 1912, anno in cui nascono le Compenetrazioni iridescenti di Balla ed il 1960 per le Trame di Dorazio. La mostra, a cura di Gabriella Belli, è visibile a Lugano (Svizzera) dal 24 settembre 2023 al 14 gennaio 2024 nello spazio espositivo della Collezione Giancarlo Danna Olgiati (adiacente al centro culturale LAC).

L’allestimento, progettato da Mario Botta, sottolinea le differenze e le affinità dei due linguaggi artistici attraverso un’idea nuova dello spazio espositivo: i lavori di Balla sono sospesi in nicchie bianche, in uno spazio vuoto che li rende preziosissimi, quelli di Dorazio, di grandi dimensioni, sono presentati su ampie superfici nere, che permettono un rimando percettivo e visivo continuo alle opere di Balla.
Catalogo ampiamente illustrato, edito da Mousse-Milano.

GIACOMO BALLA
Le Compenetrazioni iridescenti rappresentano uno dei capitoli più interessanti dell’esperienza artistica di Balla, per il loro presentarsi come precocissime sperimentazioni astratto-geometriche. Le opere nascono nel volgere di pochi mesi – tra il luglio e il dicembre del 1912 – durante un soggiorno dell’artista a Düsseldorf, ospite nella villa della famiglia Löwenstein. Invitato a decorare lo studio della bella casa affacciata sul Reno, Balla dedica parte del suo tempo a sperimentare, quasi in segreto (di questi lavori si avrà piena coscienza solo verso gli anni Cinquanta), una nuova idea di pittura, che nasce certamente dall’osservazione della natura e dei fenomeni luministici ma che trova di fatto svolgimento in una pittura di inediti reticoli a pattern triangolari, che formano sequenze autonome, articolate in composizioni astratto-geometriche davvero anticipatrici per l’epoca in cui Balla le dipinge. 

Su fogli di un semplice block-notes l’artista si esercita sulla possibilità di catturare i misteri dell’iride e la complessità delle rifrazioni luminose: con rigore scientifico – matite colorate, tempera e acquarelli alla mano – disegna un repertorio di enne possibili varianti di geometrie triangolari, a nastro o sferiche, di fatto la rappresentazione dell’“anatomia” della luce. È un esercizio capace di catturarne “l’invisibile” e liberare gli atomi finissimi dei timbri dell’arcobaleno: dal rosso all’arancio, al giallo, al verde, all’azzurro, all’indaco e violetto.

Le Compenetrazioni iridescenti sono piccoli capolavori, dipinti su carta, alcuni su tela, rarissimi per numero e qualità, e rappresentano una tale novità nella ricerca di Balla da meritargli il titolo di antesignano dell’astrattismo. In mostra sono esposti oltre venti esemplari, provenienti da collezioni private e museali, come la Galleria d’arte Moderna di Torino e il Mart di Trento e Rovereto.

Alcune Compenetrazioni testimoniano il passaggio dai disegni del taccuino alle maggiori dimensioni: qui alla composizione è data dignità di quadro anche grazie alle cornici, spesso disegnate dal pittore. Tra le opere esposte, preziosissima la cartolina indirizzata da Balla all’amico e allievo Gino Galli nel novembre 1912, che attesta la prima notizia della nuova ricerca sulle Compenetrazioni.

PIERO DORAZIO
Da questo straordinario nucleo di lavori trae stimolo e suggestione, a quasi cinquant’anni di distanza, il giovane Piero Dorazio, tra i primi a comprendere la novità degli studi di Balla. Le sue grandi tele, note con il titolo Trame e dipinte tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, fitte di materia-luce e costruite con linee incrociate irregolari, ombre e luci che occhieggiano tra i triangoli del pattern della trama, ribadiscono quanto la sua sperimentazione sia vicina a quella di Giacomo Balla.

È una tessitura, quella delle Trame, risultante da un fitto reticolo di linee-colore verticali, orizzontali e diagonali, tratti eseguiti con mano leggera, secondo un registro di colori primari e complementari nelle combinazioni dell’iride e tra loro in stretta in successione: creano nell’occhio la sensazione di una linea, di fatto inesistente perché frutto di una correzione ottica.

Il ciclo – di cui in mostra sono presenti oltre venti esemplari, realizzati tra il 1959 e il 1963 – è ricco di molte varianti e cambiamenti, principalmente legati al grado di luminosità del colore, alle interferenze percettive tra fondo e superficie e, anche, alla relazione spazio-tempo.

Molto significativi, quei lavori in cui il reticolo si spezza, si interrompe, cambia di netto registro cromatico, come in Time Blind (1963), o ancora in Tenera mano (1963): qui la “smagliatura” della trama mostra la struttura interna del quadro evidenziando la tecnica d’esecuzione e diventa, come suggerisce Dorazio stesso, luogo di «una illuminazione imprevista della coscienza, un modo di visualizzare l’attimo fuggente».

LA CONTINUITÀ TRA BALLA E DORAZIO
Tra i diversi punti di contatto tra Dorazio e Balla è curioso sottolineare che la sperimentazione, rispettivamente delle Trame e delle Compenetrazioni, occupa una parentesi temporale brevissima nel percorso di tutti e due gli artisti. Eppure, nella prospettiva di una continuità della linea dell’arte moderna italiana tra avanguardie storiche e pittura del Secondo dopoguerra, non c’è dubbio che la contiguità davvero speciale di queste esperienze rimanga un tassello di fondamentale importanza.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 6 settembre 2023

BALLA ’12 DORAZIO ’60
DOVE LA LUCE
24 settembre 2023 – 14 gennaio 2024
Ingresso gratuito

Collezione Giancarlo e Danna Olgiati (adiacente al LAC)
Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano
+41 (0)58 866 4240
info@collezioneolgiati.ch
www.collezioneolgiati.ch | www.masilugano.ch