Alla GAM, la prima mostra in Europa dedicata all’artista americana, presenta 27 tra lavori iconici e nuove produzioni.   

Per la quinta edizione del programma Furla Series, Fondazione Furla e GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano annunciano Somethings in the world, una mostra personale di Suzanne Jackson, a cura di Bruna Roccasalva. La mostra, la prima dedicata all’artista da un’istituzione europea, offre uno sguardo sulla ricerca che Suzanne Jackson porta avanti da più di cinquant’anni e ne ricostruisce i nuclei fondamentali. È allestita GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano dal 15 settembre al 17 dicembre 2023 (prorogata fino al 14 gennaio 2024).

[Suzanne Jackson, ph Timothy Doyon]

Suzanne Jackson è un’artista americana la cui pratica abbraccia un campo d’indagine ampio che esplora le potenzialità della pittura e si nutre di esperienze nella danza, nel teatro, nella poesia. La produzione iniziale di matrice pittorica e figurativa, popolata di personaggi, animali, simboli ancestrali e riferimenti alla natura, si evolve negli anni approssimandosi progressivamente all’astrazione, fino ad approdare all’elaborazione di un vocabolario molto personale in cui la pittura assume una dimensione scultorea e ambientale.

La mostra Somethings in the world nasce dall’idea di ripercorrere e presentare i diversi momenti della produzione di Jackson rintracciandone gli elementi ricorrenti, dagli esordi fino agli esiti più recenti, attraverso una selezione circoscritta e puntuale delle famiglie di opere più rappresentative. L’insieme delle ventisette opere in mostra, tra lavori iconici, inediti e nuove produzioni, crea una narrazione che accompagna il visitatore all’interno dell’universo dell’artista, evocando un confronto con le opere della collezione permanente della GAM.

Nelle intenzioni di Suzanne Jackson, ribadite nel titolo di questa mostra, il suo lavoro deve innanzitutto restituire la sua esperienza “nel” mondo e “del” mondo. Tutta la produzione dell’artista è infatti scandita da fasi che sono strettamente correlate alle sue vicende biografiche, e che confluiscono le une nelle altre, mescolandosi e confondendosi continuamente negli anni: un intrecciarsi costante della dimensione privata e personale con quella artistica e professionale che la mostra racconta attraverso un percorso espositivo costruito non cronologicamente ma per associazioni e corrispondenze, a sottolineare legami e continui rimandi tra temi, tecniche e linguaggi.

APPROFONDIMENTI:

IL PERCORSO ESPOSITIVO
Nella prima sala, opere di periodi diversi come Ma-Yaa (1994-98), 9, Billie, Mingus, Monk’s (2003), entrambe mai esposte prima d’ora, e Singin’, in Sweetcake’s Storm (2017) mettono in luce la stratificazione come aspetto centrale, non solo dal punto di vista tecnico e materiale, ma anche in termini iconografici e di significato.

All’amore per la natura, che attraversa tutto il lavoro dell’artista, è dedicata la seconda sala con un’ampia selezione di opere inedite su carta che hanno come uniche protagoniste delle foglie, dalla serie Idyllwild leaves, 1982-84. Accanto a queste, un lavoro iconico come Triplical communications (1969) parla dell’interconnessione tra lo spirito, l’umano e la natura, mentre somethings in the world (2011), un’opera in larga scala qui esposta per la prima volta, dimostra come l’amore per la natura si traduca per l’artista anche in una costante attenzione al riciclo e al riutilizzo di materiali di recupero, tra cui la “Bogus paper”, una carta dismessa e recuperata sui set teatrali.

Nella sala successiva il monumentale trittico In a black man’s garden (1973) esemplifica la produzione degli anni Settanta in cui Jackson, utilizzando una tecnica di pittura ad acrilico simile all’acquerello, restituisce in modo poetico la bellezza della natura attraverso gli elementi che la compongono: piante, animali, essere umani. L’accostamento di questo dipinto a due opere successive come Joan’s wind (1997) e The ‘white-eyes’ shift (2022) chiarisce gli estremi tra cui si muove la ricerca pittorica dell’artista e i molteplici esperimenti con la materia di cui si nutre.

Il percorso continua nella quarta sala dedicata all’aspetto più scultoreo del lavoro di Jackson, con opere recenti come Red top (2021), Quick Jack slide (2021) e l’inedita future forest (2023), realizzata in occasione della mostra, che dimostrano come la sua continua sperimentazione di tecniche arrivi a scardinare una netta distinzione tra forme espressive e linguaggi diversi, approssimando la pittura alla scultura e viceversa.

A chiudere la mostra sono le produzioni pittoriche più recenti, una serie di lavori che consistono in densi strati di acrilico puro che fa sia da medium che da supporto, come Rag-to-wobble (2020) e il monumentale deepest ocean, what we do not know, we might see? (2021). Note come “anti-canvas” (anti-tele), queste opere sono state recentemente definite anche “environmental abstraction” (astrazione ambientale).  

IL PROGETTO FURLA SERIES
La mostra di Suzanne Jackson è laquinta edizione del progetto Furla Series, ed è il frutto della collaborazione tra Fondazione Furla e GAM, una partnership iniziata nel 2021 per promuovere progetti espositivi a cadenza annuale che offrano un’occasione unica di incontro tra i maestri del passato e i protagonisti del contemporaneo.

Furla Series è il progetto che a partire dal 2017 vede Fondazione Furla impegnata nella realizzazione di mostre in collaborazione con importanti istituzioni d’arte italiane, con un programma tutto al femminile pensato per dare valore e visibilità al contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea.

M.C.S.
Uffici Stampa, settembre 2023
Immagine di copertina: Installation view Ph. Andrea Rossetti / Héctor Chico. Courtesy Fondazione Furla.
Suzanne Jackson, from Idyllwild leaves series: Leaf and Aura, 1982-83; Autumn, 1983; Greasy Ferns, 1983; In the Wind, 1983; Kissed, 1983; Push Up, 1983; Green, 1983-84; Blooming, 1984; Dance, 1984; Dance Movement, 1984; Fall Memories, 1984; Forest Bean, 1984.
Courtesy of the artist and Ortuzar Projects, New York
Suzanne Jackson, some things in the world, 2011
Courtesy of the artist and Ortuzar Projects, New York
Furla Series – Suzanne Jackson. Somethings in the World, 2023

FURLA SERIES
SUZANNE JACKSON. SOMETHINGS IN THE WORLD
15 settembre – 17 dicembre 2023 (prorogata fino al 14 gennaio 2024)

GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano
Via Palestro 16 – 20121 Milano
E-mail c.gam@comune.milano.it
Telefono biglietteria 02 884.459.43
È consigliata la prenotazione online: www.museicivicimilano.vivaticket.it   
www.gam-milano.com

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