Simone Young dirige l’opera di Britten in una nuova produzione di Robert Carsen. Sei rappresentazioni. Diretta su LaScalaTv.

Torna in scena alla Scala uno degli esiti più vibranti e attuali del teatro musicale del ‘900, Peter Grimes di Benjamin Britten. A dirigerlo debutta nella buca della Scala Simone Young (che ha riscosso un entusiastico successo personale nella Stagione Sinfonica con Turangalîla-Symphonie di Messiaen), lo spettacolo è di Robert Carsen con le scene e i costumi di Gideon Davey, le luci dello stesso Carsen con Peter Van Praet, i video di Will Duke e la coreografia di Rebecca Howell.
Protagonista è Brandon Jovanovich, affiancato da Nicole Car nella parte di Ellen e nei panni del capitano Balstrode.

La rappresentazione del 27 ottobre sarà trasmessa in diretta da LaScalaTv. Ogni sera, un’ora prima dello spettacolo, Franco Pulcini terrà una conferenza introduttiva nei Ridotti.

[ph Brescia e Amisano © Teatro alla Scala]

L’OPERA
Peter Grimes viene concepita da Britten nell’esilio americano insieme a Peter Pears durante la II Guerra mondiale e portata a termine al ritorno nel Regno Unito nel 1943. La creazione avviene al Sadler’s Wells nel 1947 con Peter Pears nella parte di Grimes e Reginald Goodall sul podio.

La fonte letteraria è un fosco racconto dello scrittore, medico e sacerdote George Crabbe, pubblicato nel 1810. Crabbe, un antesignano del realismo sociale, descrive crudamente la vita di un villaggio di pescatori, uno dei quali si rende colpevole dell’assassinio di tre mozzi. Britten e il suo librettista Montagu Slater, un poeta e scrittore dalla forte impronta realista e operaia, trasformano il personaggio da un lato tagliando la morte del terzo ragazzo e lasciando aperta la responsabilità sulla morte dei primi due, dall’altro esaltando i caratteri romantici e fantastici di Grimes, che si affratella a un altro grande escluso del teatro musicale del Novecento: Wozzeck. Già E.M. Forster, nell’articolo su “The Listener” che aveva fatto conoscere a Britten l’opera di Crabbe scriveva: «Non c’è nessun crimine da parte di Grimes se non quello causato dai crimini ben più gravi commessi contro di lui dalla società».

Nell’intervista a Mattia Palma pubblicata sulla Rivista del Teatro, Robert Carsen spiega: «La ragione [del rifiuto di Grimes da parte dei suoi concittadini] non è chiara, ma credo che il punto sia proprio questo. Sono convinto che sia stato lasciato apposta irrisolto. Gli abitanti del villaggio non capiscono Grimes, che a sua volta non fa alcun tentativo per farsi comprendere meglio: più gli altri sono ostili a lui, più lui si chiude e meno vuole avere a che fare con loro. In fondo è facile per un gruppo di persone isolare chiunque non gli si adatti. Molte opere affrontano lo stesso tema, pensiamo a Verdi, a Janáček, e ovviamente allo stesso Britten, i cui lavori sono spesso incentrati su un diverso».

Il tema dell’isolamento dei diversi ricorre effettivamente in diverse opere di Britten e si radica da un lato nella sua condizione di omosessuale nella società britannica del suo tempo (un’omosessualità vissuta in relativa trasparenza nella relazione con Peter Pears, ma mai ammessa pubblicamente neanche negli Stati Uniti, tanto da attirare le critiche di Auden e Isherwood), dall’altro nella vasta sensibilità per le libertà individuali contrapposte alla massa cieca negli anni dei grandi totalitarismi. A contrastare l’atmosfera chiusa del villaggio, la vastità maestosa del mare in cui Grimes scomparirà al termine dell’opera fuggendo alla folla pronta a linciarlo. Al mare sono dedicati i celebri “Quattro interludi marini” spesso eseguiti autonomamente in concerto.

Nell’intervista a Liana Püschel pubblicata sulla Rivista la direttrice Simone Young nota che «in Peter Grimes il profumo del mare si sente ovunque. Il mare è rappresentato musicalmente in modi diversi a seconda del tempo, dal sereno all’uragano; questi cambiamenti hanno un riflesso sul protagonista, il quale è un uomo che lavora con la natura ma anche contro la natura. Il mistero delle profondità marine è in rapporto con il fatto che Grimes è in contatto sia con la natura sia con il mondo metafisico, ma è incapace di esprimersi».

Simone Young sottolinea inoltre come tra i temi dell’opera emerga anche un momento di possibile contatto umano, quello tra Grimes e Ellen: «La musica diventa delicata e complessa, in contrasto con quella della società che è chiara e semplice. Il loro duetto è un piccolo momento a cappella contraddistinto dalla bitonalità, in quanto ciascuno canta in una tonalità diversa; nelle ultime battute, invece, il loro canto coincide completamente concludendo sulla nota Mi, molto importante perché si riferisce alla tonalità tipica di Grimes».

[Simone Young (c) Sandrah Steh]

LA DIRETTRICE D’ORCHESTRA
Simone Young, oggi direttrice della Sydney Symphony Orchestra ma nota soprattutto per il lungo e proficuo impegno alla testa dell’Opera di Amburgo, in questa sola stagione dirige all’Opéra di Parigi, alla Staatsoper di Vienna, al Metropolitan di New York e in campo sinfonico i Berliner Philharmoniker e l’Orchestre National de France, ma non era mai stata ospite del nostro Teatro. Con i Berliner la Young ha diretto quest’anno la Turangalîla-Symphonie di Messiaen, cuore del programma dei concerti della Stagione Sinfonica dell’11, 12 e 14 maggio in cui sostituisce Zubin Mehta che ha dovuto rinunciare per motivi di salute.

[Robert Carsen HR Tommaso De Pera]

IL REGISTA
Peter Grimes è il tredicesimo titolo operistico portato sul palcoscenico del Piermarini da Robert Carsen, il secondo di Britten. Dal folgorante esordio con Les dialogues des Carmélites di Poulenc nel 2006 con Riccardo Muti sul podio, i milanesi hanno visto spettacoli diversissimi: la lancinante essenzialità dell’allestimento acquatico di Kat’a Kabanova con Gardiner, lo sberleffo politico di Candide, le geometrie del desiderio di Alcina, la vertigine del teatro in Don Giovanni e Les contes d’Hoffmann, quella del cinema nella Fanciulla del West, il chiacchiericcio crudele della provincia anni ‘50 in Falstaff fino all’amara commedia del potere e dei sentimenti nel recente Giulio Cesare di Händel, suo ultimo spettacolo scaligero nel 2019.

Per questo ogni ritorno di Carsen sul nostro palcoscenico è da attendere con trepidazione. Questo secondo Britten respira atmosfere diversissime dal primo, che era il fantasioso e tenero Midsummer’s night dream nella produzione di Aix-en-Provence e Lione con coreografia di Matthew Bourne.

C.S.m.
Ufficio Stampa, 13 ottobre 2023
Immagine di copertina: ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

PETER GRIMES
Opera in un prologo e tre atti
Libretto di Montagu Slater tratto dal poema di George Crabbe
Musica di Benjamin Britten
(Edizioni Boosey & Hawkes, Londra. Rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano)

Nuova Produzione Teatro alla Scala

Date:
Mercoledì 18 ottobre 2023 ore 20
Sabato 21 ottobre 2023 ore 20
Martedì 24 ottobre 2023 ore 20
Venerdì 27 ottobre 2023 ore 20
Lunedì 30 ottobre 2023 ore 20
Giovedì 2 novembre 2023 ore 20

Prezzi: da 210 a 25 euro

Infotel 02 72 00 37 44 

www.teatroallascala.org