Dopo la riapertura del Ninfeo della Pioggia, una mostra evoca gli splendori degli Horti sul Palatino, tra la seconda metà del XVI e il XVII secolo. 

La mostra Splendori Farnesiani. Il Ninfeo della Pioggia ritrovato conclude il programma di attività ed eventi di valorizzazione pensato dal Parco archeologico del Colosseo, iniziato alla fine dello scorso ottobre con la riapertura al pubblico del Ninfeo della Pioggia negli Horti Palatini Farnesiorum sul Palatino (vedi notizia dettagliata DeArtes qui).

[Splendori Farnesiani. Ph. Archivio Parco archeologico del Colosseo, Simona Murrone]

La mostra, a cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri e Alessio De Cristofaro, offre ai visitatori una ricostruzione di quelli che furono i valori, i significati e gli usi del Ninfeo e di tutti gli Orti Farnesiani nel momento di loro massimo splendore, tra la seconda metà del XVI e il XVII secolo. Un viaggio ideale nell’effimero e nella cultura immateriale barocca che caratterizzarono i celebri giardini farnesiani, teatro di delizie, ricerca, cerimonie e di autorappresentazione politica di una delle più importanti famiglie italiane dell’epoca.

[Splendori Farnesiani. Ph. Archivio Parco archeologico del Colosseo, Simona Murrone]

Attraverso quadri, disegni dall’antico, stampe, sculture in bronzo, oggetti d’arte e innovativi apparati digitali, la mostra permette ai visitatori di immergersi nella vita e nelle atmosfere del tempo, accostandosi non solo alla storia degli Orti e dei Farnese, ma alla stessa mentalità e visione del mondo che caratterizzava l’aristocrazia romana e italiana tra il tardo rinascimento e il Seicento.

La mostra, che si avvale del prestito e della collaborazione di importanti istituzioni museali nazionali pubbliche e private, è aperta dal 12 dicembre fino al 7 aprile del 2024 tutti i giorni, ad esclusione delle domeniche gratuite (orario 9.00-16.00, ultimo ingresso 15.45). 

Catalogo edito da Palombi Editori.

[Splendori Farnesiani. Ph. Archivio Parco archeologico del Colosseo, Simona Murrone]

LE PAROLE DELLA DIRETTRICE DEL PArCO E DEI CO-CURATORI DELLA MOSTRA
«Ricostruire in modo filologico e raccontare l’effimero e il patrimonio immateriale di un’epoca conclusa non è mai semplice. È sempre necessario un attento lavoro di ricerca che metta insieme i documenti, i testi, i monumenti e gli oggetti che di una data epoca costituiscono testimonianza storica. Poi bisogna affrontare la sfida del racconto, in forme che devono essere accessibili e comprensibili a tutti, senza però semplificare o banalizzare. In questo, il PArCo investe molto in innovazione, grazie alla sperimentazione e all’uso del multimediale e delle tecniche dello storytelling» commenta Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo. 

Nel progettare la mostra, un particolare impegno è stato dedicato al recupero di documenti e opere che avessero un diretto rapporto con il Ninfeo, gli Orti e la famiglia Farnese. Allestendo direttamente le diverse sezioni della mostra dentro gli stessi edifici dei giardini palatini le opere scelte dialogano e si integrano con gli spazi.

[Splendori Farnesiani. Ph. Archivio Parco archeologico del Colosseo, Simona Murrone]

Lo racconta così Roberta Alteri: «La scelta di allestire le opere nel Ninfeo della Pioggia e nelle Uccelliere restituisce il senso e le funzioni originarie di questi spazi, oggi non facili da percepire per il visitatore. Il Ninfeo era un luogo per feste e diletti progettato dal Rainaldi come spazio multisensoriale, dove gli ospiti potevano appagarsi grazie a banchetti, musica, immagini e alla piacevole presenza dell’acqua in forma di pioggia simulata. Le Uccelliere una sorta di microcosmo dei mondi lontani ed allora da poco esplorati e conosciuti». 

Splendori farnesiani raccoglie anche la sfida di avvicinare i visitatori alla mentalità di un’epoca, così diversa da quella attuale. Lo fa con un’installazione multimediale che mira a ricreare virtualmente l’effetto di una Wunderkammer.

Come spiega Alessio De Cristofaro: «La Wunderkammer, o Camera delle meraviglie, è la quintessenza della mentalità e della visione aristocratica del mondo nel XVI e XVII secolo. In essa oggetti del mondo naturale, archeologici, strumenti scientifici, fossili e curiosità sono accostati per analogia e connessione metaforica a ricostruire una mappa mentale del cosmo. L’allestimento multimediale però non ne è una ricostruzione precisa, quanto uno strumento che vuole suscitare nel visitatore quei sentimenti di curiosità, stupore, meraviglia e attrazione per l’esotico e l’insolito che furono tipici dell’epoca».

C.S.m.
Ufficio Stampa, 12 dicembre 2023
Immagini: Splendori Farnesiani – Ph. Archivio Parco archeologico del Colosseo, Simona Murrone

SPLENDORI FARNESIANI. IL NINFEO DELLA PIOGGIA RITROVATO
12 dicembre 2023 – 7 aprile 2024

Orti Farnesiani – Parco Archeologico del Colosseo
www.parcolosseo.it