A Palazzo Ducale, in mostra le armi raffigurate da Pisanello nel ‘Torneo’. Nell’ambito di ‘Uffizi diffusi’ esposta la ‘Pietà’ di Fra Semplice, dipinto gonzaghesco.

LE “ARMI DEL PISANELLO”
Il percorso di visita di Palazzo Ducale a Mantova si è recentemente arricchito di una nuova sezione espositiva, dedicata a un selezionato gruppo di armi e “pezze difensive” medievali e rinascimentali collocato presso la Sala del Pisanello in Corte Vecchia. Ristudiati e restaurati per l’occasione, questi oggetti di indubbia suggestione dialogano oggi con i dipinti murali di Pisanello, in stretta relazione con lo spettacolare ciclo cavalleresco dell’artista.

La possibilità di osservare esemplari simili a quelli impugnati dai protagonisti del Torneo rafforza quelle caratteristiche di verità e tangibilità da sempre lodate nelle opere del pittore, di fronte alle quali, per dirla con le parole del poeta e umanista quattrocentesco Guarino Veronese, «ci sembra di sentire il nitrito del cavallo in battaglia, di tremare al suono delle trombe».

L’allestimento è accompagnato da un opuscolo scritto da Giulia Marocchi e Simone Sestito, con una introduzione del direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occaso, dove vengono approfonditi i pezzi e illustrate le scelte espositive. Quest’agile strumento è messo gratuitamente a disposizione del visitatore lungo il percorso di visita o all’infopoint alla conclusione dell’itinerario museale. È inoltre possibile scaricarlo in versione pdf dal sito di Palazzo Ducale di Mantova.

NOTIZIE STORICHE SULLE ARMI ESPOSTE
L’esposizione di armi abbraccia un arco temporale che va dal XIII al XVI secolo, con una prevalenza di pezzi databili al Tre e al Quattrocento: si tratta di un ristretto nucleo di opere, scelte tra quelle conservate in Palazzo Ducale soprattutto per il loro interesse sotto il profilo tipologico, anche in confronto all’epoca di realizzazione del rutilante Torneo pisanelliano. Tutti i pezzi erano visibili, anni fa, nell’appartamento di Guastalla: vengono ora riproposti dopo un accurato restauro con l’aggiunta di due armi a lungo conservate nei depositi. La provenienza degli oggetti era nota ma le ricerche condotte per l’occasione negli archivi d’istituto hanno permesso, in qualche caso, di precisare o scoprire nuovi elementi in merito, arricchendo la conoscenza di questa sezione del patrimonio museale.

Una seppur parziale ricostruzione delle provenienze dei pezzi può prendere le mosse proprio dalle due armi aggiunte in questa occasione, appartenenti a una stessa tipologia: una daga e una spada frammentaria “basilarde” ovvero alla maniera di Basilea, città svizzera in cui la cui lama ed elsa delle armi da taglio venivano forgiate in un unico pezzo.

Alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso un radicale lavoro di riordino scientifico della sezione archeologica del Museo fu affidato alle cure di Anna Maria Tamassia. All’epoca queste due armi erano esposte tra altri reperti in ferro ritenuti «di età gallo-romana», secondo l’inventario dell’epoca. Grazie alla ricognizione e allo studio dei materiali effettuati da Tamassia, alcuni di questi oggetti furono riconosciuti di diversa datazione: tra questi anche la daga e la spada alla basilarda, oggi esposte più coerentemente come materiali di epoca tre-quattrocentesca.


LA PIETÀ DI FRA SEMPLICE DAGLI UFFIZI A MANTOVA
In deposito presso gli Uffizi di Firenze, la Pietà con san Giovanni Battista e santa Caterina d’Alessandria ha fatto ritorno a Palazzo Ducale di Mantova. Il dipinto è di committenza gonzaghesca e risale al 1621, quando il ducato era retto da Ferdinando Gonzaga e dalla moglie Caterina de’ Medici. Autore dell’opera è Fra Semplice da Verona, pittore cappuccino attivo a Mantova tra il 1621 e il 1622 e intorno al principio degli anni Quaranta.

Il prestito avviene nell’ambito del progetto Uffizi Diffusi, che mira a far uscire dai depositi del museo fiorentino un’ampia serie di opere riportandole nei luoghi d’origine. La Pietà è esposta a Palazzo Ducale a partire da sabato 16 marzo presso la cappellina dell’Appartamento Ducale, lungo il percorso di visita di Corte Vecchia.

«Siamo molto felici di questo prestito di durata quinquennale – spiega il direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occasoperché ci consente di integrare con un ulteriore prezioso tassello la sezione seicentesca delle collezioni del museo. Un sentito ringraziamento va al nuovo direttore degli Uffizi Simone Verde che ha acconsentito al prestito e al suo predecessore Eike Schmidt con il quale avevamo impostato e portato avanti il progetto».

FRA SEMPLICE E LA PIETÀ
Fra Semplice da Verona era un frate cappuccino, già pittore di corte di Ranuccio Farnese, duca di Parma e Piacenza. Entrò al servizio di Ferdinando Gonzaga nel 1621 e si trattenne a Mantova fino all’anno successivo, quando fu costretto ad allontanarsi dalla corte mantovana con l’accusa di una liaison con una damigella di corte di nome Bianca.

La Pietà fu realizzata per la moglie del duca Caterina de’ Medici e la sua committenza è richiamata dalla presenza di santa Caterina d’Alessandria. Nel dipinto si nota l’influsso diDomenico Fetti, all’epoca pittore di corte dei Gonzaga, dal quale Fra Semplice recepisce le suggestioni della pennellata fluente e luminosa. L’opera pervenne in seguito alla corte medicea, come dono diplomatico, da parte dei duchi di Mantova o della stessa Caterina.

Il frate pittore riparò a Genova per poi fare rotta su Roma, dove si introdusse ai favori del mecenate Cardinal Montalto con una lettera di Ferdinando Gonzaga in cui si citava il “buon servizio” effettuato dall’artista a Mantova. Fra Semplice dovette poi tornare in Veneto alcuni anni dopo, passare per Parma, rientrare in ancora in Veneto fino al 1642 quando tornò a Mantova su richiesta di Maria Gonzaga, figlia di Francesco IV e reggente del ducato. Qui lavorerà come pittore sino al termine della sua attività intorno agli anni Cinquanta del Seicento.

Il dipinto della Pietà di Fra Semplice da Verona integra ulteriormente l’allestimento dell’Appartamento Ducale – recentemente rinnovato – dove sono esposte numerose opere seicentesche delle collezioni del museo mantovano. Fino a ora il percorso di visita non ospitava nessun dipinto del pittore cappuccino al servizio dei Gonzaga.

C.S.
Fonte: comunicati stampa del 15 e 21 marzo 2024
Immagini messe a disposizione da Ufficio Stampa Palazzo Ducale

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