I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale restituiscono una tempera e oro su tavola del XV sec. rubata nel 1970 da una chiesa nel trapanese.

Tre dipinti, tempera e oro su tavola, costituenti le parti di un trittico datato 1487, raffiguranti
 “Madonna col Bambino”, “San Giovanni Battista” e “Sant’Antonio Abate”, erano stati trafugati ben cinquantatré anni fa, il 3 ottobre 1970 dalla chiesa di Santa Maria Assunta che si trova ad Arrone, vicino Trapani. Recuperati dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, sono stati restituiti dal Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Monza, Ten. Col. Giuseppe Marseglia, al Sindaco del Comune di Arrone, Fabio Di Gioia.

Il trittico, già attribuito ad autore Anonimo Umbro del XV sec. chiamato convenzionalmente “Maestro del Trittico di Arrone”, secondo alcuni storici viene attribuito al maestro spoletino Bernardino Campilio. Altri studiosi, interessati dal detentore, lo avrebbero invece attribuito ad Antonio da Viterbo del Massaro detto Pastura (Viterbo, 1450 ca. – ante 1516). Quest’ultimo, pittore di notevole interesse, è considerato come il più alto esponente della pittura viterbese, tale che la sua formazione è da contestualizzarsi al fianco del Perugino e del Pinturicchio.

Il sequestro dell’importante bene artistico, è stato possibile grazie alla comparazione dell’immagine con quella contenuta nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale prodotta all’epoca delladenuncia, consentendo così di accertarne l’illecita provenienza. Questo, dopo che l’ultimodetentore, rilevata la pregevole fattura dell’opera che gli era pervenuta in eredità, hapreferito richiederne il controllo al reparto specializzato.

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, ha consentito di appurare che l’opera pittorica una volta asportata nel 1970, è rimasta per anni nella disponibilità di un noto antiquario toscano defunto nel 2022, ignaro della provenienza furtiva dell’opera. Come dimostra il ritrovamento di una lettera, datata 2 giugno 2000, con la quale una società che gestisce un archivio internazionale di opere d’arte rubate, dopo una sua richiesta, riferiva al predetto antiquario che il trittico non era inserito nel loro database come opera da ricercare. Le indagini, hanno inoltre consentito di accertare l’estraneità ai fatti per la persona a cui è stata sequestrata l’opera, in quanto detentore in buona fede.

Data la natura inalienabile del trittico, questo è stato restituito al Comune di Arrone per essere poi ricollocato nella sede originaria della chiesa di San Giovanni Battista.

C.S.m.
Comunicato stampa del 12 marzo 2024