A Le Gallerie, la storia di ieri, di oggi e di domani dell’autostrada A22: da ponte tra Mitteleuropa e Mediterraneo, a Green Corridor d’Europa, a Smart Highway attraverso le Alpi.

 “Apre all’Europa la porta del sole”: così titolava il quotidiano L’Adige il 3 febbraio 1963, annunciando l’imminente inizio della costruzione dell’autostrada del Brennero. La grande infrastruttura, dopo soli dieci anni di lavori, avrebbe inaugurato nel 1974 (l’11 aprile aprì al traffico l’ultimo tratto), quando i 314 chilometri dal Brennero a Modena sarebbero diventati interamente percorribili. Era nata l’A22. L’opera viabilistica, oltre al ruolo di ponte tra Mitteleuropa e Mediterraneo sull’asse Nord-Sud, ha rappresentato per il Trentino e per il Sudtirolo un vero e proprio motore di crescita.

A distanza di cinquant’anni, transitano oggi sulla Brennero-Modena 70 milioni di veicoli all’anno. Con una percentuale del 5% della rete autostradale italiana, sull’Autobrennero si concentra oltre il 10% dell’import- export nazionale.

[Le Gallerie. Allestimento mostra La via del Brennero]

Fondazione Museo storico del Trentino e Autostrada del Brennero Spa promuovono a Le Gallerie la grande mostra “La Via del Brennero. Il viaggio dalla Mitteleuropa al Mediterraneo”, visitabile dall’11 aprile 2024 fino a febbraio 2025, una riflessione inserita nel più ampio contesto culturale che vede il valico del Brennero al centro di una storia millenaria. Il percorso espositivo è realizzato in collaborazione con la Fondazione Ing. Lino Gentilini.

L’iniziativa, proposta per il cinquantesimo anniversario di A22, ricorda anche i cinquant’anni dall’apertura al traffico dei due tunnel stradali della tangenziale di Trento, riconvertiti nel 2008 nello spazio espositivo de Le Gallerie, curato dalla Fondazione Museo storico del Trentino. «È oltremodo significativo che sia questo spazio “riutilizzato” per finalità culturali ed espositive a ospitare il racconto della storia di questa fondamentale arteria autostradale» sottolinea Giuseppe Ferrandi, direttore generale della Fondazione Museo storico del Trentino.

[Costruzione dell’A22]

Il senatore Giorgio Postal, già presidente della Fondazione Museo storico del Trentino, ricorda la figura di Donato Turrini, Presidente della società Autostrada del Brennero SpA fin dal 1959, che considerò la costruzione dell’autostrada “un’impresa gigantesca”, sia per gli aspetti tecnici, sia economico-finanziari.

«Un’impresa che ha costituito la premessa insostituibile e indispensabile per tutto ciò che è avvenuto dopo in termini di apertura, materiale e immateriale, del Trentino e del Sudtirolo e di riscatto delle popolazioni dalla marginalità e dal sottosviluppo, nel quale entrambe erano stati confinati per secoli»

«[…] Si tratta – prosegue Hartmann Reichhalter, Presidente di Autostrada del Brennero – di un’occasione per ricordare gli sforzi fatti da chi volle e anche da chi materialmente realizzò, per dieci anni, senza sosta, i 314 chilometri dell’autostrada».

[Inaugurazione della stazione autostradale Mantova Nord. Foto Eros Vecchi]

LA MOSTRA
L’esposizione abbraccia una visione di ampio respiro concentrandosi su alcune macro-aree: “La Via del Brennero”, “Infrastruttura”, “Viabilità”, “Società” e “Green Corridor”.

Al centro, l’Arco alpino come spazio intra-europeo, terra di passaggio e terra di confine, paesaggio dell’abitare e paesaggio dell’attraversamento. Un dialogo tra la storia degli insediamenti umani nelle Alpi e la storia dei sistemi di viabilità e trasporto in Europa, protagonisti differenti di un’unica narrazione.

In mostra, l’attenzione è posta non soltanto sulla viabilità del presente e del passato ma anche e soprattutto su quella del futuro. In Galleria sono presenti ampie selezioni di immagini, video, oggetti, testi e alcune interviste che permettono di scoprire il significato della mobilità di ieri, di oggi e di domani.

Si passa così dai temi posti dalla costruzione, come le audaci e innovative soluzioni adottate con i viadotti per superare le strette vallate alpine, alle sfide del futuro. Transizione ecologica, digitalizzazione e intermodalità sono i pilastri attorno cui ruota la trasformazione dell’asse del Brennero nel primo Green Corridor d’Europa, ben riassunti nelle immagini, suoni e parole di una installazione multimediale curata da Bluemotion.

Visitando l’allestimento si tocca con mano come idrogeno, elettrico, fotovoltaico, guida connessa o rafforzamento della rotaia non siano semplici potenzialità ma parole chiave di progettualità già in essere.

[Il viadotto Castello Stein – Micheletti 2 in costruzione. Foto G. Chiolini & c]

Specifica Carlo Costa, Direttore Tecnico Generale di Autostrada del Brennero: «Quando, esattamente cinquant’anni fa, venivano aperti tutti i 314 chilometri dell’A22, vi circolavano in media 10.000 veicoli al giorno. Oggi ne contiamo 200mila, 70 milioni all’anno. […] La sfida che ci attende ora, e di cui abbiamo già gettato le basi dotando l’infrastruttura del più avanzato sistema C-ITS italiano, è quella di fare dell’A22 una vera Smart Highway attraverso le Alpi […]».

Tra gli argomenti su cui è posta l’attenzione, grazie agli straordinari filmati d’epoca concessi dalla Fondazione Ing. Lino Gentilini, la sfida costruttiva e ingegneristica che ha rappresentato la realizzazione dell’autostrada e il protagonismo dei territori, delle istituzioni e degli enti locali nel portare a compimento la grande opera.

Parallelamente, la centralità dei territori viene raccontata mostrando la grande determinazione delle istituzioni locali nel portare avanti l’idea e la costruzione dell’autostrada fin dai primi anni ’50, quando l’opera viabilistica non era considerata d’interesse pubblico da parte dello Stato.

Il concept dell’allestimento e la grafica della mostra sono stati curati dallo studio DOC Communication group di Bolzano.

M.F.C.S.
Fonte: comunicato stampa del 11 aprile 2024
Immagini: Ufficio Stampa FMST

Le Gallerie
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