Alla Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro, in mostra i capolavori dorati dalla Galleria Nazionale dell’Umbria in dialogo con opere contemporanee.

Le opere di Duccio di Boninsegna, di Gentile da Fabriano, del Maestro della Madonna di Perugia, di Giovanni Baronzio, di Cataluccio da Todi edi Bartolomeo Caporali accanto ad artisti a noi vicini quali Alberto Burri, Gino De Dominicis, Lucio Fontana, Marisa Merz, Michelangelo Pistoletto e Carol Rama costruiscono un percorso assolutamente unico, attraverso sei dialoghi tra antico e moderno, in nome dell’uso dell’oro.

Ogni accostamento, mediante approfondimenti basati su tipologie di manufatto, strumenti e metodi di lavorazione nella loro continuità o discontinuità nel tempo o sui significati simbolici di un materiale che ha segnato millenni di storia del pensiero in figura, indaga il senso recondito di uno dei linguaggi più misteriosi e profondi dell’arte.

La Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro a Venezia, grazie alla straordinaria sinergia tra i Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei Umbria e la Direzione regionale Musei Veneto, ospita dal 17 aprile al 16 giugno 2024 alcuni capolavori della Galleria Nazionale dell’Umbria in un confronto con importanti opere di maestri italiani della seconda metà del Novecento. La mostra intitolata “The golden way. La via dell’oro. I capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria incontrano l’Arte contemporanea” è a cura di Alessandra Mammì, Veruska Picchiarelli e Carla Scagliosi.

[Bartolomeo Caporali (Perugia, 1420 circa – morto tra 1503 e 1505) Angelo (frammento della Pala dei Cacciatori) 1487. Galleria Naz. dell’Umbria. Foto © Sandro Bellu]

IL LINGUAGGIO DELL’ORO
La presenza dell’oro in un’opera d’arte non è mai una pura soluzione formale, ma appartiene a una sfera più complessa che inevitabilmente rimanda alla figurazione sacra, al fondo oro dell’icona, a uno spazio trascendente.

Una scelta che, al di là di ogni effetto decorativo, dopo il suo esordio in epoca medioevale torna con diverso segno, ma identica intensità, anche nelle opere di artisti a noi contemporanei, ben consapevoli della eterna potenza simbolica di questa eccezionale materia.

La mostra vuole restituire alla lettura delle opere contemporanee quella forza che giunge dalla tradizione e dalla memoria, e allo stesso tempo invita a rileggere nei capolavori che ci arrivano dal XIV e XV secolo la loro perenne attualità che ha permesso all’arte, sia passata sia presente, di porsi sul confine tra il visibile dell’immagine e l’invisibile della sua potenza di simbolo.

[Cataluccio da Todi (Todi, circa 1340-1410) Reliquiario di Santa Giuliana, 1376. Galleria Naz. dell’Umbria Foto © Galleria Nazionale dell’Umbria]

CAPOLAVORI IN MOSTRA
È in questo contesto che l’assoluto del fondo oro nella Madonna col Bambino di Duccio di Boninsegna (parte centrale di un polittico per l’altare maggiore della chiesa di San Domenico a Perugia) si avvicina alla dimensione cosmica del Concetto Spaziale di Lucio Fontana o la Madonna col Bambino di Gentile da Fabriano, con i suoi evanescenti angeli graffiti direttamente su una lamina metallica piegata a sorprendenti effetti di chiaroscuro, rivela accanto al Sacerdote, opera giovanile di Michelangelo Pistoletto datata 1957, come l’uso dello specchio del maestro dell’Arte Povera nasca proprio dalla visione e dalle riflessioni dell’artista sulla potenza visiva nonché spirituale dell’oro e della sua proprietà di riflettere la luce nella tradizione medievale.

All’interno del Reliquiario dorato di Santa Giuliana, realizzato da Cataluccio da Todi nel XIV secolo, trova dimora una scultura di Marisa Merz, evocando e rinnovando così la presenza dell’effigie della Santa realizzata in rame dipinto, oggi conservata al Metropolitan Museum of Art di New York.
Catalogo Silvana Editoriale.

[Duccio di Boninsegna (Siena, documentato dal 1278, morto prima del 1319) Madonna col Bambino e sei angeli, 1304-1310. Galleria Naz. dell’Umbria. Foto © Michele Alberto Sereni]

LA MOSTRA DA VENEZIA A PERUGIA
La mostra veneziana, allestita al secondo piano della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, in concomitanza con la 60° Esposizione internazionale d’Arte di Venezia (vedi qui) , è l’anteprima di un progetto che si concluderà a Perugia dal 5 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025 presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, con l’esposizione di ulteriori lavori.

LA CA’ D’ORO
Venezia e la cosiddetta “Sala blu” della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, che conserva il nucleo di opere a fondo oro e una piccola sezione di dipinti di scuola umbra e toscana facenti parte del lascito del barone Franchetti, si confermano sede ideale per questi luminosi incontri.

«L’unicità del complesso monumentale di Ca’ d’Oro, la cui fama nei secoli si è tramandata grazie allo splendore delle decorazioni della facciata sul Canal Grande che includevano vaste profilature in foglia d’oro, si offre indubbiamente – come sottolinea Claudia Cremonini, direttrice del Museo – come contesto ideale per una riflessione sull’utilizzo artistico di un materiale di forte valenza simbolica per l’intera Venezia […]».

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa marzo 2024

THE GOLDEN WAY. LA VIA DELL’ORO.
I CAPOLAVORI DORATI DELLA GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA INCONTRANO L’ARTE CONTEMPORANEA
17 aprile – 16 giugno 2024

Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro
Cannaregio n. 3932 (Calle Ca’ d’Oro) – 30121 Venezia
T. +39 041 52223 49
dmr-ven.franchetti@cultura.gov.it
https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/galleria-giorgio-franchetti-alla-ca-doro

Galleria Nazionale dell’Umbria
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