Al Museo Collezione Salce, sede Santa Margherita, manifesti e occhiali dal 500 agli anni 50 del Novecento.

Una esplorazione del mondo dell’occhiale attraverso due piani di lettura: la rappresentazione, mediante i manifesti pubblicitari della collezione Salce, e la forma, grazie agli occhiali storici della collezione Stramare.

Il Museo nazionale Collezione Salce, in collaborazione con Punti di Vista, organizza l’esposizione “Arte del Vedere. Manifesti e occhiali dalle Collezioni Salce e Stramare”, a cura di Elisabetta Pasqualin e Michele Vello, con la collaborazione di Mariachiara Mazzariol. La mostra è allestita nell’ex chiesa di Santa Margherita a Treviso dal 18 maggio al 6 ottobre 2024.

“Arte del Vedere” è un ideale dialogo tra due collezionisti e le loro passioni. Le policrome visioni di carta dei manifesti di Ferdinando Salce, accanto alle mille declinazioni del tondo degli occhiali di Lucio Stramare. È la prima volta che il Museo Salce pone il suo inestimabile patrimonio grafico a complemento del design, in un susseguirsi di forme che vanno dal Cinquecento fino agli anni Cinquanta del Novecento.

Il visitatore può divertirsi a confrontare gli occhiali con la loro raffigurazione, che si fa astratta o puntuale a seconda della mano dell’illustratore e dello stile proprio di ogni epoca. Gli occhiali dei manifesti sottolineano espressioni, acuiscono gestualità ed esaltano lo status sociale di chi li indossa.

[Tomaso da Modena. Particolare affresco Sala del Capitolo dei Domenicani]

UNA FIGURA CON OCCHIALI NELL’AFFRESCO DEL 300
Un filo sottile lega la città di Treviso agli occhiali. Nel 1352 Tomaso da Modena, già autore delle Storie di Sant’Orsola un tempo proprio a Santa Margherita (dove ha sede il Museo Salce e questa mostra), affresca la Sala del Capitolo dei Domenicani nel convento di San Nicolò. Nella lunga teoria di prelati, uno indossa un paio di occhiali: la più antica testimonianza iconografica di questo oggetto.

Per l’occasione – in collaborazione con Chiese Aperte Treviso – la Sala del Capitolo è visitabile sabato 18 maggio, giorno di apertura della mostra, dalle 13.00 alle 18.30 (entrata dalla portineria del Seminario).

LA MOSTRA
A firmare i manifesti in mostra, nomi noti del cartellonismo prima e della grafica progettata poi. L’euforica Belle Époque mette in scena maliziose figure femminili scrutate da ambigui monocoli: ne sono esempi La vedova Allegra, capolavoro pittorico di Leopoldo Metlicovitz (1907), ma anche Absinthe Pernot (1900), cartello “avant la lettre” del più sintetico e aggiornato Cappiello.

Accanto a loro, dandy alla moda indossano lenti come vezzo: l’ironico tratto di Luciano Mauzan propone la parodia di un moderno Petronio (1915), arbiter elegantiae per un omonimo marchio di calzature. Artisti meno conosciuti sorprendono: Luigi Enrico Caldanzano con immagini notturne, quasi oniriche e simboliste, che ben si adattano alle inquietanti Lenti radioattive (1912-1915) da promuovere, o Golia (Eugenio Colmo), la cui vena caricaturale disegna “il cinesino dalle lenti scure”. Con le sue evoluzioni grafiche, accompagnerà una nota marca di ottici torinesi per molti anni a venire.

Binomio vincente è quello tra occhiali e velocità: occhiali da protezione per gli automobilisti alla guida di bolidi rosso fiammante, con prove d’autore come l’innovativo Dunlop di Marcello Dudovich (1908). E in bella evidenza, a cingere il casco delle seducenti motocicliste di Plinio Codognato (Moto Bianchi 1920-25, Gilera 1929), con un’esplicita associazione tra donna e prodotto, tutta a favore del male gaze dilagante.

L’occhiale da sole fa la sua comparsa solo più tardi e al cinema, qui in mostra indossato dall’icona di stile Grace Kelly in Caccia al ladro (1955), di cui si espone la locandina per l’uscita italiana del film. E dal cinema, le lenti scure su montature alla moda, invadono i manifesti turistici, con i maestri del genere: Mario Puppo e Franz Lenhart, arricchendo di glamour spiagge assolate e moderne piste da sci.

L’affisso si riduce nelle dimensioni, diventa locandina o espositore da banco: è parte di una strategia comunicativa più complessa, in cui il prodotto da promuovere si etichetta, si imballa, si anima. La grafica è totalmente rinnovata, innamorata dell’America, delle sue forme, dei suoi colori. Sono arrivati gli anni Cinquanta.

Inediti sono i manifesti dell’Associazione nazionale per la prevenzione degli Infortuni, dal 1926 trasformata in ente, con una serie di tavole graficamente ingenue, basate su una comunicazione emotiva, dai toni cupi e minacciosi, con escamotage da rotocalco illustrato.

Da segnalare una rara pagina pubblicitaria con una filastrocca di Trilussa, scrittore spesso prestato alla pubblicità, qui autore di un giocoso bodycopy per la promozione delle Lenti Salmoiraghi.

L’EVOLUZIONE DEL VEDERE
Tre sono le sezioni dell’esposizione, che rappresentano un percorso cronologico nell’evoluzione delle forme del vedere. Dalle prime rudimentali creazioni dove il dispositivo era ancora tenuto in mano o fissato al volto con dei cordini di spago, all’invenzione delle aste nel Settecento, che ha segnato la svolta formale di un oggetto che ci accompagna nella vita di tutti i giorni.

Non mancano le curiosità, perché almeno fino al primo decennio del Novecento coesistevano, accanto agli occhiali veri e propri, altre forme, come i vezzosi ed elaborati fassamani e i pince-nez di cavouriana memoria. Lo stile di vita e il progresso industriale cambiano il design dell’occhiale, e ciò è ben rappresentato dai dettagli ai limiti dell’oreficeria negli anni Trenta, i colori degli anni Quaranta e le indimenticabili forme “a gatto” degli anni Cinquanta.

Di grande interesse per gli amanti del design è la teca dedicata agli occhiali speciali e da lavoro, dalle fogge talvolta improbabili ma efficaci nell’accordo tra forma, funzione e studio dei materiali: quelli preziosi come oro e argento; quelli naturali come corno, tartaruga, legno e pelle; fino ai primi ritrovati dell’industria chimica come la bachelite e la celluloide.

A completare il percorso espositivo c’è il contributo del design dell’occhiale contemporaneo, rappresentato da una selezione dei migliori project work degli allievi dell’ITS eyewear product manager. Il corso è promosso dalla Fondazione ITS Cosmo di Padova e l’ente Certottica di Longarone.

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa maggio 2024

ARTE DEL VEDERE
MANIFESTI E OCCHIALI DALLE COLLEZIONI SALCE E STRAMARE
18 maggio – 6 ottobre 2024

Museo nazionale Collezione Salce – Santa Margherita
Via Reggimento Italia Libera, Treviso
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