Al Museo Correr, sei artisti contemporanei a tu per tu con documenti e manoscritti antichi della biblioteca museale.

Sei artisti contemporanei da Armenia, Iran, Iraq, Cina, e Italia, in dialogo con documenti e manoscritti antichi, esemplari conservati dalla Biblioteca del Museo Correr ed eccezionalmente esposti al pubblico: un percorso in cui la Via della Seta diventa la Via della Scrittura, per indagare le diverse declinazioni artistiche, storiche e culturali della calligrafia.

È questo il nuovo appuntamento di Fondazione Musei Civici di Venezia, pensato per promuovere la conoscenza e la pratica della scrittura a mano; quest’anno dedicato in modo particolare alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Marco Polo e alle culture calligrafiche che il mercante ha incontrato nel suo viaggio, nella rotta verso Oriente.

La mostra “La Via della scrittura. Settecento anni di arte calligrafica Tra Oriente e Occidente”, a cura di Monica Viero e Monica Dengo, è allestita presso la Galleria dell’Ala Napoleonica del Museo Correr dal 24 aprile 2024 al 15 ottobre 2024.

Galleria immagini: https://correr.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/mostra-di-calligrafia-la-via-della-scrittura/2024/02/22996/mostra-calligrafia-2-2/

[Corso calligrafia ph. Irene Fanizza]

GLI AUTORI IN MOSTRA
Differenti per provenienza geografica, cultura, età, eredità espressiva e materiale, gli autori contemporanei in mostra sono uniti dalla particolare relazione con la calligrafia e la scrittura a mano del proprio paese di origine, dall’indagine di ciò che le forme veicolano in quanto simboli, forme nello spazio, o segni e mantenendo una relazione di identificazione culturale con le proprie origini.

Il dialogo con i documenti antichi mette in risalto la relazione classica con la scrittura, in cui la forma è principalmente a servizio del contenuto. Tra gli esempi, due preziosi manoscritti del Corano del XVII e XVIII secolo miniati a foglia d’oro, un volume per il catechismo dei missionari domenicani in cinese, passaporti, “lasciapassare sanitari” e lettere di fede con caratteri islamici in turco e arabo, attestazioni commerciali per il commercio di pietre preziose in armeno, fino a un raro esemplare di brani del Tripitaka con caratteri birmani su foglie di palma.

Accanto, fioriscono le interpretazioni, letture e riletture contemporanee, in cui gli artisti sviluppano il potere comunicativo delle forme di scrittura in se stesse. A volte, anche rifiutando o rinunciando del tutto al contenuto semantico.

Il lavoro di Gayane Yerkanyan (Yerevan, Armenia, 1989) consiste nel decontestualizzare delle lettere armene per offrire nuovi significati visivi e simbolici. Le opere dell’artista in mostra, hanno un approccio più vicino al disegno geometrico che al segno diretto e spontaneo proprio della scrittura a mano.

Nelle sue opere Sarko Meené, nome d’arte di Armine Sarkavagyan (Yerevan, Armenia, 1984) riflette sull’esplorazione dei significati legati alla memoria, alla scrittura a mano e alle lettere armene attraverso i manoscritti di suo nonno, lo scrittore e poeta Karpis Surenyan, in particolare attraverso suo libro Il Mistero di essere Armeno. Sovrappone al questo testo una rete metallica, creando profondità e permettendo alla luce di penetrare attraverso gli strati della materia.

Golnaz Fathi (Teheran, Iran, 1972) combina la calligrafia tradizionale con l’espressione artistica contemporanea. Scrive ciò che lei chiama non-scritture, ossia scritture prive di valore semantico e destinate a essere interpretate non con gli occhi, ma attraverso il cuore.

L’ispirazione per i rotoli presenti in questa mostra deriva dalla poesia di Jalal al-Din Rumi (1207-1273): una litania, una ripetizione ossessiva di forme che vorremmo leggere, ma non possiamo così come non può leggerle l’artista, diventando così opere che sembrano essere una negazione del linguaggio codificato.

Hassan Massoudy (Najaf, Iraq, 1944) fonde le essenze del contemporaneo e dello storico intrecciando elementi delle tradizioni artistiche orientali e occidentali e promuovendo un’evoluzione delle forme di scrittura.

Divisa tra la cultura cinese e quella svizzera, Mingjun Luo (Nanchong, Cina, 1963) concepisce il suo lavoro come uno “spazio terzo”, un terreno ibrido dove sviluppa il proprio linguaggio, in un continuo movimento tra Asia e Occidente. La decostruzione dei caratteri cinesi e la loro perdita di valore semantico li fa diventare astratti, pur mantenendo l’essenza della calligrafia tradizionale a inchiostro.

L’opera di Monica Dengo (Camposampiero, Padova, Italia, 1966) è un modo per andare oltre i confini, esplorando il concetto di “scrittura sconfinata”, espresso con la perdita di definizione dei bordi delle lettere, che si dissolvono nello spazio della tela.

LA RASSEGNA
La mostra al Museo Correr fa parte della rassegna di calligrafia La via della scrittura, a cura di Monica Viero, che prevede due workshop di quattro giorni ciascuno in programma per ottobre 2024, nella Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano, in collaborazione con MUVE Academy. I corsi prevedono la presenza di un insegnante di calligrafia occidentale e di docenti delle culture calligrafiche araba, cinese, tibetana.

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa, maggio 2024
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LA VIA DELLA SCRITTURA
SETTECENTO ANNI DI ARTE CALLIGRAFICA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
24 aprile 2024 – 15 ottobre 2024

Museo Correr, Galleria dell’Ala Napoleonica
San Marco 52 – 30124 Venezia
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