Un nuovo ospite illustre in Carrara, un capolavoro di un grande maestro già presente nella collezione con due dipinti giovanili. Il prestito concesso dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, offre la possibilità non solo di ammirare un’opera straordinaria ma anche di avvicinarsi alla pittura di Tiziano in un arco temporale molto ampio, dai capolavori del primo decennio del Cinquecento come Madonna con Bambino e Orfeo ed Euridice, all’opera come Marte, Venere e Amore, datata 1555-1560, del museo viennese, a Bergamo fino a fine ottobre.

Un percorso straordinario che giunge alla maturità artistica del maestro veneto, caratterizzata da una pittura morbida e rosata e da una grande naturalezza dei gesti. Il capolavoro, più in generale, arricchisce il percorso del museo approfondendo una stagione artistica meravigliosa, grazie alla sezione di opere venete dell’Accademia Carrara: dai Bellini ai già citati Tiziano, da Paris Bordon a Palma il Giovane, da Francesco e Jacopo Bassano a Paolo Veronese.

Tiziano (Pieve di Cadore 1488/1490 circa – Venezia 1576) porta a compimento le ricerche di Giovanni Bellini e Giorgione sulla luce e sul colore. Nello stesso periodo Lorenzo Lotto assimila la lezione veneziana e al contempo sperimenta a modo suo nuove composizioni.

Vedi anche la mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano qui
e il prestito de I musici di Caravaggio dal Metropolitan  qui

MARTE, VENERE E AMORE
Gli amori tra Marte e Venere sono narrati nelle Metamorfosi di Ovidio, un testo più volte ripreso da Tiziano. In Ovidio il tradimento della dea nei confronti del legittimo compagno, il dio del fuoco Vulcano, avviene sul letto coniugale, mentre Tiziano ambienta la scena in un paesaggio, saldando l’episodio al motivo del locus amoenus e a quel tema della fusione tra uomo e natura che costituisce uno dei tratti più caratteristici della tradizione figurativa veneziana. Tiziano inoltre interpreta in maniera del tutto personale l’episodio, raffigurando i due amanti stretti in un abbraccio sensuale.

La tela è la sola testimonianza giunta fino a noi di una invenzione di cui le fonti ricordano diverse varianti, venne presumibilmente replicata più volte nella bottega del maestro. Venere nuda è distesa su un giaciglio improvvisato, in una posa che riprende quella della Danae di Vienna e Madrid. La dea si abbandona al bacio di Marte che cogliendola di spalle le cinge il corpo. Questi indossa la corazza, ma spada ed elmo sono abbandonati per terra, mentre Amore involo con faretra, freccia e arco veglia su di loro compiaciuto.

M.F.C.S.
Fonte: Adicorbetta press, 3 settembre 2020
Immagine: Tiziano Vecellio e bottega. Marte, Venere e Amore1555-1560 circa.
Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie

Accademia Carrara
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