Terminata ieri 12 settembre la Mostra del Cinema, la Biennale di Venezia prosegue a ritmo serrato le sue attività inaugurando domani 14 settembre il 48. Festival Internazionale del Teatro. Ed è alla parola poetica di Mariangela Gualtieri, alla sua scrittura che celebra la natura e invita la comunità del pubblico all’ascolto, che è affidata l’inaugurazione del Festival, lunedì al Teatro Goldoni (ore 16.00).

Voce che apre – con testi quasi integralmente inediti – è uno dei preziosi riti sonori di Mariangela Gualtieri, «costretto a mutar di segno nel tempo sospeso della pandemia», come afferma la poetessa, che tutti hanno imparato a conoscere per i versi di nove marzo duemilaventi. E prosegue: «Questo presente è in ogni parola che ho scritto in questi mesi e dunque non potrò fare a meno di darne testimonianza. Ciò avverrà a partire dai morti, morti del nostro Paese e del mondo, corpi andati via in solitudine, senza mani familiari ad accudirli, senza rito, senza ornamento. Sarà un Requiem ad aprire questo mio dire, nel tentativo di riportare quei corpi dentro un pensiero di luce, toglierli dalla lugubre desolazione e riconsegnarli alla più misteriosa delle avventure. E anche nel tentativo di essere vicini ai vivi che hanno patito il brutale definitivo congedo. Facendo questo, so che tutti i compagni d’arte di questa Biennale Teatro sono con me, solidali in questo atto di pietà e compassione».

Tra poesia scritta e tradizione orale, il verso della Gualtieri – che come l’officiante di una cerimonia laica, si fa tramite di un canto che nasce “a ridosso della scena” – è immerso nell’atmosfera visiva del regista Cesare Ronconi, compagno di strada nel Teatro Valdoca, che ha marcato il rinnovamento della scena italiana negli anni ’80.

LEONI DEL TEATRO
Lunedì 14 settembre è anche la giornata dei Leoni del Teatro che – alle 12.00 nell’Arena dei Giardini – vede premiati Franco Visioli, musicista e sound designer, con il Leone d’oro alla carriera, e Alessio Maria Romano, pedagogo, regista e coreografo, con il Leone d’argento.

 «I Leoni dati in questi anni – afferma il direttore Antonio Latella – sono stati fondamentali per rafforzare le tematiche scelte nella programmazione. Così, anche nel 2020, si premiano artisti che danno e fanno tantissimo per il teatro, ma che spesso restano in seconda linea».

Il Leone d’oro alla carriera a Franco Visioli, che con la sua drammaturgia musicale ha accompagnato quasi tutti i lavori di Massimo Castri ma anche di Thierry Salmon, di Peter Stein, dello stesso Latella, vuole essere un riconoscimento a una figura «che, nel teatro, spesso condiziona la riuscita di uno spettacolo. Il suono è sempre stato fondamentale per uno spettacolo, spesso è stato ed è uno spazio sonoro che riesce a sostenere la regia laddove non riescono a farlo scenografi o costumisti, e in alcuni casi gli attori stessi».

Allo stesso modo il Leone d’argento Alessio Maria Romano, che ha collaborato a tanti spettacoli di Luca Ronconi, mette sotto i riflettori un’altra figura fondamentale nel teatro, che è il pedagogo, «colui che dà inizio al tutto, occupandosi di trovare ed esaltare talenti prendendosene cura fin dagli esordi».

Entrambi i premiati presentano alla Biennale due opere in prima assoluta, ugualmente ispirate dal tema della censura scelto per il Festival: al Teatro alle Tese (ore 18.30) andrà in scena Bye Bye di Alessio Maria Romano e alle Tese dei Soppalchi (ore 21.30) Ultima latet, che vede Franco Visioli cimentarsi per la prima volta alla regia. Lo spettacolo sarà in replica il 15 settembre sempre alle Tese dei Soppalchi (ore 19.00)

Navetta gratuita dall’Arsenale per Sant’Elena, San Zaccaria, Zattere, Tronchetto, Piazzale Roma.

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Biennale, 13 settembre 2020
Immagine di apertura: Alessio Maria Romano BYE BYE ph Andrea Macchia

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