La personale di Namsal Siedlecki presenta per la prima volta in Italia i risultati del progetto Crisalidi, rivelati in anteprima a gennaio presso il Museo di Patan a Kathmandu, Nepal. IL progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (6. Edizione, 2019), il programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIBACT.

Namsal Siedlecki, Mvaḥ
Chā, 2020 View of the exhibition, Courtesy Fondazione Pastificio Cerere and the artist. Ph Andrea Veneri

«L’interesse scientifico e antropologico per i fenomeni, l’approccio quasi alchemico alla materia e ai suoi “passaggi di stato”, l’attenzione a stili e tecniche diverse, la riflessione sul valore dell’opera sono le ragioni che hanno guidato la scelta dell’artista e del progetto partecipante al bando Italian Council» spiega il curatore Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione Pastificio Cerere che ha promosso la mostra.

Il nucleo principale del percorso espositivo, aperto dal 23 settembre al 30 novembre 2020, è costituito da cinque grandi sculture in bronzo dal titolo Mvah? Chā (Crisalidi), realizzate da Namsal Siedlecki (nato a Greenfield USA nel 1986, vive a Seggiano GR) nel 2019 durante diversi periodi di residenza a Kathmandu, dove ha sperimentato la tecnica della fusione a cera persa nepalese, in alcune delle più importanti fonderie locali, impegnate nella produzione di sculture sacre. Mentre in Occidente il modello in cera che precede la fusione viene ricoperto da mattone triturato e gesso, in Nepal si utilizza un composto chiamato “Mva? Chā ”, una malta che si ottiene impastando argilla, sterco di vacca e pula, l’involucro dei chicchi di riso.

Il titolo deriva quindi dalla pratica quotidiana delle botteghe artigiane nepalesi. Siedlecki ha eletto ad opere questi manufatti intermedi, necessari alla realizzazione delle sculture ma che vengono solitamente distrutti per portare a termine il processo di fusione.

Namsal Siedlecki, Mvaḥ Chā, 2020
View of the exhibition, Courtesy Fondazione Pastificio Cerere and the artist. Ph Andrea
Veneri

Il risultato è un insieme di sculture dalle masse indeterminate, dei non finiti, forme dotate di un’espressività forte e primitiva, libere da canoni proporzionali e da precisi riferimenti anatomici, che tuttavia conservano una sottile relazione con l’iconografia religiosa induista e buddista.

Rinforza il senso di spiritualità che pervade la mostra, la presenza di oggetti quali dolci, denaro, fiori, uova e alcolici: le tradizionali offerte che in Nepal i fedeli dedicano alle divinità venerate per evitare la loro ira. Siedlecki riattiva tale rituale, creando una relazione tra la cultura millenaria nepalese e il linguaggio dell’arte contemporanea.

Come previsto dal bando – tra i cui obiettivi c’è quello di incrementare le collezioni pubbliche con nuove produzioni – il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato sarà il destinatario ultimo delle opere realizzate.

Tra le attività volte a raccontare il progetto a livello internazionale, i talk d’artista svolti presso l’Istituto Italiano di Cultura di Londra, al Kronika di Bytom in Polonia, da In extenso a Clermont-Ferrand in Francia. Prossimamente lecture dell’artista presso le Accademie di Belle Arti di Roma, Firenze e Carrara. E a novembre 2020 sarà presentato un libro sul progetto.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa del progetto, 22 settembre 2020 

MVAH? CHĀ
23 settembre – 30 novembre 2020
Ingresso esclusivamente su prenotazione

Fondazione Pastificio Cerere
Via degli Ausoni 7 – Roma
info@pastificiocerere.it  
Tel. +39 06 45422960
www.pastificiocerere.it