Mazzoleni presenta all’art show americano alcuni artisti italiani del dopoguerra che hanno sperimentato l’uso di tecniche e materiali innovativi.

Per l’edizione 2022 di Art Basel Miami Beach, Mazzoleni presenta una selezione di opere di artisti italiani del dopoguerra. Lucio Fontana, Carla Accardi, Agostino Bonalumi, Jannis Kounellis e successivamente Nunzio hanno condiviso un approccio innovativo alla pittura e alla scultura, sperimentando nuove tecniche e materiali. Completano lo stand opere di Victor Vasarely, pioniere dell’Optical Art, e alcuni eterei panorami di Salvo.

Il progetto si concentra sull’aspetto cruciale delle esplorazioni sperimentali del dopoguerra italiano, ovvero quello di opere realizzate con materiali tradizionali, ma con elementi e tecniche radicalmente innovativi. Queste ricerche propongono una ricerca “oltre la pittura” che supera il suo concetto convenzionale e l’arte informale allora dominante. Questa innovazione avviene attraverso un’inedita apertura della superficie allo spazio tridimensionale, con effetti strettamente pittorici in chiave monocromatica che elevano la percezione del dipinto a oggetto fisico.

[Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attesa, 1966. Courtesy Mazzoleni, London – Torino]

APPROFONDIMENTO: GLI ARTISTI IN MOSTRA
Carla Accardi (1924-2014) – unica donna del gruppo ‘Forma 1’ fondato nel 1947 con l’obiettivo di conciliare visioni politiche marxiste e formalistiche attraverso l’arte astratta e realista – usava un linguaggio femminista composto da nuovi enigmatici segni, orientati allo sradicamento dell’associazione tra femminilità e delicatezza, criticando la tradizione patriarcale del mondo occidentale. Incantevoli esempi dialogano nella presentazione, quali
Nerogrigiobianco (1998) e Riflessi condizionati (2013).

Lucio Fontana (1899-1968), fondatore dello Spazialismo, è l’artista seminale i cui studi hanno portato l’arte del dopoguerra ben oltre l’informale, influenzando gli artisti delle successive generazioni, quali Agostino Bonalumi (1935-2013). La ricerca spaziale di Fontana ha dunque ispirato le tele estroflesse di Bonalumi con la loro indagine sul tempo, lo spazio e il ritmo strutturale, come esemplificato da Bianco (1965) e Rosso (1981), così come la scultura Bronzo (1969-2007), che riflette la luce creando ulteriori curvature nello spazio.

Salvo (nato Salvatore Mangione, 1947-2015) è stato un artista concettuale italiano associato al movimento dell’Arte Povera durante la sua permanenza a Torino alla fine degli anni Sessanta. È passato dalla produzione di sculture austere alla pittura di colorate scene metafisiche e oniriche della campagna italiana, come La valle (1999).

[Carla Accardi, Nerogrigiobianco, 1998. Courtesy Mazzoleni, London – Torino]

Un altro artista di influenza torinese ma della generazione successiva è Nunzio (nato Nunzio di Stefano, 1954), le cui sculture nere sono il risultato dalla combustione sul legno tramite l’uso di una fiamma ossidrica. La combustione è stata anche una tecnica impiegata da Jannis Kounellis (1936-2017) a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando si lasciò la pittura alle spalle per dedicarsi alle potenzialità alchemiche dei materiali, utilizzando ad esempio metallo bruciato e pannelli di piombo, tra cui Untitled (2001), e criptici “alfabeti”, dei quali viene presentato un esemplare.

Sul panorama internazionale, viene presentata la ricerca del pioniere dell’Op Art, Victor Vasarely (1906-1997). Giocando con illusioni ottiche sulla bidimensionalità della tela, Vasarely ha creato potenti immagini di vortici geometrici che contorcono l’occhio umano e generano un’illusione di movimento, cercando di liberare le forme dalle condizioni statiche e rilasciandole in ciò che lui definiva “spazio plastico.”

C.S.M.
Ufficio Stampa, 21 novembre 2022
Immagine di copertina: Agostino Bonalumi, Rosso, 1981
Courtesy Mazzoleni, London – Torino

ART BASEL MIAMI BEACH 2022 | Booth C3
Miami Beach Convention Center
Collectors Preview (su invito): 29 – 30 novembre 2022
General Admission: 1 – 3 dicembre 2022
www.artbasel.com

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