Il Museo ‘Leonessa d’Italia’, completamente rinnovato, ha aperto all’interno del Grande e Piccolo Miglio nel Castello. Qui la notizia dettagliata.

Un evento eccezionale firmato da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei segna l’apertura dell’anno di Brescia Bergamo Capitale Italiana della Cultura 2023: l’inaugurazione del nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia. Completamente rinnovato nei contenuti, nell’allestimento e negli spazi del Grande e Piccolo Miglio nel Castello, ha aperto al pubblico domenica 29 gennaio.

[Allestimento © Civici Musei di Brescia – Fondazione Brescia Musei]

Il nuovo Museo è caratterizzato da un approccio fortemente narrativo, orientato alla comprensione degli avvenimenti storici e allo sviluppo dell’historical thinking, allo scopo di leggere e interpretare le questioni della contemporaneità a partire dalla conoscenza del passato. La riscoperta della storia rappresenta, infatti, uno strumento essenziale per custodire la memoria, valorizzare il nostro patrimonio culturale, analizzare il presente e sviluppare il senso critico rispetto all’attualità.

Il Museo è visitabile gratuitamente a tutti i visitatori fino al 19 febbraio e si ricorda che per tutto l’anno, per i cittadini residenti a Brescia, l’accesso è gratuito, come a tutti gli altri Musei civici, nell’ambito delle feste per la Capitale italiana della Cultura.

[Divisa e sciabola del Generale austriaco John Nugent © Civici Musei di Brescia – Fondazione Brescia Musei]

IL NUOVO MUSEO: I CONTENUTI
Tre sono i pilastri della trama narrativa del nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia: i reperti storici, ovvero l’evidenza della cultura materiale del Risorgimento; le opere d’arte, che hanno contribuito a formare il nostro immaginario sull’epopea risorgimentale; la collezione digitale, che permette un approccio esperienziale al Museo.

Conservare e spiegare oggetti e opere d’arte non è infatti l’unico scopo del Museo di Brescia, che si fa portatore di una nuova concezione di Risorgimento, quale epoca più lunga e complessa di quanto siamo abituati a pensare. Nel nuovo allestimento, il Risorgimento italiano viene letto come parte integrante di fenomeni storici più ampi, che hanno riguardato l’intero continente europeo e la cui forza simbolica non si è esaurita nell’Ottocento. Raccontando la storia del Risorgimento come un viaggio complesso e fatto di molte voci, il Museo alterna scala locale ed europea, racconto e analisi, contenuti fisici e collezioni digitali, allo scopo di illustrare eventi, luoghi e protagonisti della storia risorgimentale in maniera innovativa. Il percorso museale, inoltre, riconosce e valorizza il fondamentale ruolo svolto dalle donne nel processo di unificazione dell’Italia.

[Faustino Joli, Il popolo radunato in Piazza Loggia (1848) Legato Maria Ghisi Rovetta Pellegrini, post 1919
Brescia, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia]

La narrazione parte dalla Repubblica bresciana del 1797, passando attraverso le Guerre d’indipendenza e arriva alle soglie dei nostri giorni. Un focus particolare è riservato all’episodio delle Dieci giornate, che valsero alla città l’appellativo, reso celebre da Aleardo Aleardi e da Giosuè Carducci, di “Leonessa d’Italia”, in ragione dell’eroica resistenza popolare alle forze austriache (1849).

Il Leonessa d’Italia amplia e completa l’offerta museale di Fondazione Brescia Musei, da un punto di vista artistico e iconografico, arricchendo il disegno della pittura bresciana già in la Pinacoteca Tosio Martinengo – che copre l’arco temporale dal Trecento all’Ottocento – con opere di artisti ottocenteschi e novecenteschi quali Angelo Inganni, Jean Adolphe Beaucé, Adolfo Wildt, Giovanni Battista Gigola, Caroline Deby, Eliseo Sala, Faustino Joli. Dal punto di vista storico il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia si affianca infatti, anche nella posizione interna al Castello, al Museo delle Armi Luigi Marzoli, che racconta la lunghissima e prolifica tradizione armiera bresciana nei secoli.

[©Archivio fotografico Musei Brescia]

IL CASTELLO DI BRESCIA IERI E OGGI
Il nuovo Museo intrattiene con il Castello di Brescia un legame inscindibile: durante l’Ottocento la fortezza – uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia e il secondo più grande d’Europa – fu sede della guarnigione francese e poi di quella austriaca, che decise di rifunzionalizzare gli edifici e gli acquartieramenti militari, donando al Castello la forma di una grande caserma. Anche nel secolo successivo e fino al termine della Seconda guerra mondiale esso fu luogo di detenzione e tortura fino a diventare, a partire dal dopoguerra, uno dei luoghi più cari ai bresciani.

Negli anni, ospitò anche l’antico Museo del Risorgimento di Brescia, istituito nel 1887, tra i primi ad essere creati in Italia. Fu chiuso nel 2005 per lasciare spazio a esposizioni temporanee. Gravi problemi statici, palesatesi nella sede del Grande Miglio, portarono a una definitiva chiusura degli spazi espositivi nel 2015, finalmente oggi sanata.

Il progetto di riqualificazione ha interessato non solo la struttura del Grande Miglio – edificio nato come deposito delle vettovaglie del Castello e poi divenuto, in epoca contemporanea, spazio espositivo – ma anche quello del Piccolo Miglio, ulteriore antico deposito che oggi diventa sede dell’accoglienza, della biglietteria e del bookshop; esso contiene al suo interno uno spazio per laboratori e conferenze e, al secondo piano, uno per mostre temporanee e appuntamenti e, in ultimo, l’intero ambito servirà in futuro la Fossa Viscontea all’esterno, palcoscenico di eventi dal vivo.

[Busti © Civici Musei di Brescia – Fondazione Brescia Musei]

CAPOLAVORI E COLLEZIONI
Il Museo conserva e valorizza una parte consistente del suo patrimonio dedicato alla storia risorgimentale, che è frutto principalmente delle donazioni che la cittadinanza ha destinato ai Civici Musei già a partire dalla fine dell’Ottocento. Cimeli, oggetti, dipinti, memoriali e sculture si sono così sedimentati nel corso di più di un secolo, caratterizzando in maniera peculiare la vicenda collezionistica del Museo. Rispetto agli allestimenti novecenteschi, quello del nuovo Museo prevede una selezione dei pezzi più significativi, tra cui spiccano anche nuove acquisizioni, come il grande dipinto realizzato da Jean Adolphe Beaucé Il generale Niel sul campo di Medole del 1861.

[Divise © Civici Musei di Brescia – Fondazione Brescia Musei]

La ricca selezione dei quadri, che include numerose opere mai associate sin qui all’illustrazione del Risorgimento, costituisce una vera e propria galleria della pittura italiana dell’Ottocento. In ottemperanza al proprio mandato, Fondazione Brescia Musei ha provveduto al restauro di gran parte di queste opere.

I nuovi apparati multimediali, invece, nascono non solo per integrare la narrazione, ma anche per fornire strumenti didattici e divulgativi pensati appositamente per un pubblico di tutte le età. Non solo gli adulti e gli appassionati di storia, ma anche bambini, famiglie e scuole possono, grazie a console interattive, approfondire in modo multimediale reperti e documenti dell’epoca; inoltre, con exhibit digitali e attività didattiche ideate ad hoc da Fondazione Brescia Musei, esplorare la storia e i suoi contenuti in modo divertente e interattivo.

[X giornate © Civici Musei di Brescia – Fondazione Brescia Musei]

La componente digitale è trattata come una vera e propria collezione, che possiede la stessa dignità estetica, scientifica e narrativa degli oggetti fisici e si compone di slideshow in loop, ovvero delle raccolte di immagini a rotazione che servono ad ampliare il racconto storico; tracce musicali, attivate attraverso sensori di prossimità in determinate aree del Museo, che fungono da soundscape e stimolano l’apprendimento dei contenuti; un Atlante Storico del Risorgimento, supporto didattico finalizzato a ricostruire le vicende storiche che a partire dal Settecento hanno condotto all’attuale configurazione geopolitica europea; 6 installazioni multimediali, dislocate in parti differenti del percorso, e dedicate a: Risorgimenti; i salotti letterari e politici del primo Ottocento; le Dieci giornate di Brescia; i garibaldini bresciani alla Spedizione dei Mille; odonomastica; i principi fondamentali della Costituzione italiana.

Infine, tra gli strumenti digitali ci sono le Prove di Risorgimento attivabili alzando una cornetta, in cui importanti documenti e testi letterari del Risorgimento sono interpretati dagli attori della Scuola del Piccolo Teatro di Milano, in un laboratorio teatrale guidato da Maria Paiato, Daniele Squassina e Gioele Dix (a cura di CTB – Centro Teatrale Bresciano).

APP DI VISITA – WALKING TOUR NEGLI SPAZI PUBBLICI URBANI
Nel Museo Leonessa d’Italia è possibile utilizzare l’App di visita, realizzata da Fondazione Brescia Musei. La visita dal titolo Le Dieci Giornate: dalle barricate alla memoria prosegue infatti nel tessuto urbano, grazie a un walking tour che offrirà un’inedita prospettiva sugli spazi pubblici urbani, valorizzando epigrafi, vedute e monumenti legati al racconto museale e al Risorgimento.

APPROFONDIMENTO:

LE SEZIONI DEL MUSEO
Il Museo è articolato in otto sezioni che, oltre a ripercorrere cronologicamente le principali vicende del Risorgimento, utilizzano in successione otto concetti chiave: Rivoluzione; Dissenso; Insurrezione; Guerra; Unità; Partecipazione; Mito; Eredità.

Apre il percorso museale Risorgimenti, un’installazione multimediale in cui delle immagini iconiche del presente sono affiancate dalle definizioni dei concetti chiave in cui si articolano le sezioni.

[Faustino Joli, Saccheggi a Porta Torrelunga (31 marzo 1849) Legato Maria Ghisi Rovetta Pellegrini, post 1919 Brescia, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia]

RIVOLUZIONE
La prima sezione del percorso ripercorre la breve ma significativa esperienza della Repubblica bresciana, proclamata nel marzo 1797, che pose fine alla secolare sudditanza di Brescia a Venezia. La vita della piccola Repubblica, ispirata ai valori della Rivoluzione francese, ebbe fine nel novembre dello stesso anno, quando entrò pacificamente a far parte della Repubblica Cisalpina.

Dipinti, manufatti e apparati digitali ripercorrono tutte le fasi della transizione politica e culturale di Brescia e del suo tessuto urbano, in cui scomparvero gli emblemi veneziani, sostituiti dai simboli rivoluzionari. Tra questi, il più celebre fu l’Albero della libertà, eretto in piazza della Loggia in sostituzione della colonna marciana. Una posizione centrale nella sezione è dedicata alla figura di Napoleone, di cui è visibile nel percorso il ritratto realizzato da Andrea Appiani.

DISSENSO
Il percorso prosegue con una sezione dedicata alla vita politica di Brescia sotto la dominazione austriaca. A fronte di ampie fasce della popolazione favorevoli al nuovo governo asburgico, furono in molti a esprimere il proprio dissenso e a tentare di contrapporsi al nuovo assetto politico. Spettò in primo luogo alla Carboneria, nel 1820-21 e poi nel 1830, il compito di guidare i primi moti rivoluzionari dalle coloriture democratiche, repubblicane e indipendentiste.

La sezione – attraverso oggetti, cimeli e quadri – narra la vicenda dei patrioti bresciani che pagarono il loro impegno politico con la prigione, l’esilio o addirittura la morte. Il quadro simbolo di questa sezione è il ritratto di Camillo Ugoni, eseguito dalla pittrice francese Caroline Deby. Il fallimento dei moti carbonari aprì la strada a nuovi strumenti di lotta, che ricorsero alla propaganda e alla forza delle armi, proprio come fece la “Giovine Italia” di Giuseppe Mazzini, di cui è esposto in questa sezione un tricolore.

INSURREZIONE
I nuovi metodi di ribellione diedero i primi frutti nella stagione nota come “Primavera dei Popoli”, ovvero il biennio di insurrezioni che coinvolse tutta Europa tra 1848 e 1849. La terza sezione racconta attraverso dipinti, vesti, accessori quotidiani e divise militari le celebri Dieci giornate di Brescia (23 marzo-1 aprile 1849). I visitatori possono rivivere i dieci giorni in un box immersivo, che intreccia la produzione iconografica con le narrazioni di vicende individuali di alcuni dei protagonisti, tra i quali primeggia il noto patriota Tito Speri. Accompagnano la narrazione i quadri di Faustino Joli che immortalano gli episodi salienti della battaglia popolare contro la dominazione austriaca.

[Jean Adolphe Beaucé, Il generale Niel sul campo di Medole ordina l’attacco alla Casa Nuova
1861. Acquisto, 2021, Brescia, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia]

GUERRA
Tra il 1848 e il 1859 una lunga scia di conflitti e rivolte anti-asburgiche, culminati nelle prime due Guerre d’indipendenza, interessò tutto il Lombardo-Veneto, compreso il territorio bresciano. Massiccia a Brescia fu la presenza di corpi militari stranieri, come gli Zuavi, raffigurati nel dipinto di Angelo Inganni esposto nella quarta sezione. Brescia, in questa fase, divenne soprattutto un “grande ospedale” per i feriti di ogni schieramento.

In tale contesto, le donne, tra cui spiccarono la patriota Felicita Bevilacqua e sua madre Carolina Santi, svolsero un ruolo primario nell’assistenza ai feriti. Nella sezione sono visibili due cassette per ferri chirurgici e un album di ringraziamento, firmato dalle donne piemontesi, come segno di gratitudine verso le donne bresciane per aver prestato soccorso ai loro figli e mariti.

Inoltre, è esposta la monumentale tela di Jean Adolphe Beaucé dedicata alla battaglia di San Martino e Solferino, un dono di Napoleone III al maresciallo Niel acquisito nel 2021 da Fondazione Brescia Musei.

[Manifattura nazionale di Sèvres, Vasi decorati con il ritratto dell’imperatore Napoleone III e dell’imperatrice Eugenia
1859. Donazione Napoleone III, 1859
Brescia, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia]

UNITÀ
La Terza guerra d’Indipendenza vide Brescia passare da ospedale diffuso a sentinella per il controllo dei confini con l’Impero. Dopo la vittoria franco-sarda sugli austriaci, infatti, Brescia fu annessa al Regno di Sardegna e divenne il punto più orientale del regno. Nella quinta sezione del percorso campeggia il ritratto che Cesare Campini fece al re Vittorio Emanuele II, giunto a Brescia nel giugno del 1859 con Garibaldi e Napoleone III. Al suo fianco, ci sono i vasi della manifattura di Sèvres, donati da Napoleone III alla città di Brescia in cambio di una copia della Vittoria Alata.

Al contempo, la sezione dà conto delle difficili condizioni sociali che Brescia visse nel pieno Ottocento: la veduta di Faustino Pernici, che immortala lo spazio liminale tra la Loggia e i vicini quartieri miseri e sovraffollati, mostra una parte inedita del grande palazzo municipale e della “città dolente”.

PARTECIPAZIONE
È la parola-chiave della sesta sezione, dedicata all’epopea garibaldina e agli 86 bresciani che parteciparono alla Spedizione dei Mille. Nella sezione è conservata una bandiera garibaldina, assieme alle fotografie dei protagonisti, raccolte in un exhibit digitale. La personalità carismatica di Giuseppe Garibaldi è rappresentata dai cimeli, dagli oggetti e dalle “reliquie” che i suoi estimatori raccolsero in vita, tra cui spille, piatti, tazze, bottiglie, pipe, manici di posate, bottoni, fazzoletti, ritratti a stampa e biografie. A contribuire alla mitografia garibaldina ci pensò anche la figura di Anita, morta nel 1849 durante la fuga dei garibaldini da Roma, e qui è rappresentata morente nel dipinto di Pietro Bouvier.

MITO
La penultima sezione del percorso museale dà conto del processo di monumentalizzazione e mitizzazione del Risorgimento dopo l’Unità. In questa temperie, ad esempio, fu organizzata a Torino nel 1884 la prima mostra nazionale sul Risorgimento, con oggetti provenienti da tutta Italia, Brescia compresa. Fu proprio sulla base di questi materiali che tre anni dopo fu istituito il Museo del Risorgimento cittadino.

In età liberale, Brescia conobbe una profonda trasformazione urbanistica, sostenuta dal politico Giuseppe Zanardelli, Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1901 al 1903 e grande promotore dell’EXPO del 1904, che ebbe sede in Castello. La sezione restituisce la complessità della figura di Zanardelli e di questa fase di grandi cambiamenti economici e sociali, rappresentati dalla statua degli Emigranti di Domenico Ghidoni.

EREDITÀ
Nel Novecento, il Risorgimento iniziò a essere percepito e utilizzato come strumento di legittimazione politica e ideologica, anche da partiti e movimenti di idee antitetiche. Se da un lato il fascismo vedeva una continuità tra le camicie rosse garibaldine e quelle nere, dall’altro gli eroi della resistenza combatterono anche nel ricordo dei padri risorgimentali della Patria, ispirandosi a loro nei nomi di battaglia, come fecero le Brigate Garibaldi e i partigiani cattolici della Fiamme Verdi di Brescia, che si riunirono sotto il nome di Tito Speri.

Nell’ottava e ultima sezione del Museo, sono esposti, tra gli altri, un busto di Mussolini dello scultore Adolfo Wildt e la bandiera della 122° Brigata Garibaldi, due simboli che parlano della continuità del discorso patriottico, di ispirazione risorgimentale, nel Novecento. Chiude la sezione, e quindi il Museo, un approfondimento sulla Costituzione italiana, affiancata dalle medaglie che Brescia ha ricevuto per i suoi meriti nel Risorgimento e nella Resistenza.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 23 gennaio 2023
Immagine di copertina: Anonimo, Ritratto di Giuseppe Garibaldi, post 1865
Brescia, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia

Museo del Risorgimento ‘Leonessa d’Italia’
Dal 29 gennaio 2023

Accesso gratuito a tutti fino al 19 febbraio 2023
Il biglietto del Museo dà accesso anche al Museo delle Armi Luigi Marzoli
Gratuità a tutti i Musei Civici per i residenti a Brescia fino al 31/12/2023

Castello – Grande e Piccolo Miglio
Via Castello 9, Brescia
Info e biglietti: Fondazione Brescia Musei
+39 030 2977 833   |   +39 030 2977 834
cup@bresciamusei.com
www.bresciamusei.com