Al Westbund Museum, la mostra del Centre Pompidou getta nuova luce sulla corrente surrealista e sul suo dialogo inesplorato con l’Asia.

Nell’ambito del progetto Centre Pompidou × Westbund Museum, la mostra “Une peinture de l’essentiel Le surréalisme et l’Asie” (Painting the essential. Surrealism and the East – Dipingere l’essenziale. Surrealismo e Oriente) è basata sulla collezione del Centre Pompidou di Parigi, generosamente arricchita con prestiti dallo Shanghai Museum. L’esposizione, visibile nel museo cinese dal 29 aprile al 24 settembre 2023, è a cura di Didier Ottinger, vicedirettore del Musée national d’art moderne, e di Marie Sarré, curatrice, collezioni moderne, Musée national d’art moderne.

Come testimoni diretti della prima guerra mondiale, cercando un’alternativa spirituale e sfidando i valori dell’Occidente, apparentemente incapace di scongiurare la propria distruzione, poeti e pittori surrealisti ben presto volsero lo sguardo verso Oriente. Lì scoprirono un mondo in cui la pittura e la poesia era inscindibili. Il pittore André Masson osservava: «è un modo di esistere – nel senso più profondo – e non, come da noi, un modo di fare. Una decisione fondamentale per l’asiatico, un atteggiamento estetico per l’europeo».

Raramente un movimento pittorico occidentale, tanto quanto il Surrealismo, ha costituito la cornice per un vero e proprio dialogo estetico tra Oriente e Occidente.

Il poeta francese André Breton pubblicò il Manifesto surrealista a Parigi nel 1924. Accompagnato da Louis Aragon, Paul Éluard, Robert Desnos, Philippe Soupault e Antonin Artaud, fondò un movimento letterario e artistico decisamente nuovo, libero dal controllo della ragione, che si diffuse largamente in Europa e poi nel mondo, e si esaurì negli anni ’60 dopo una vita eccezionalmente lunga.

In quanto movimento fondato da poeti, il Surrealismo ha fatto della scrittura un modello invalicabile. Trasponendo i principi della scrittura automatica applicati da André Breton e Philippe Soupault in Les Champs Magnétiques (I campi magnetici, 1919), Masson realizzò il primo “dessins automatiques” in cui ha applicato la rapidità della calligrafia cinese. Commentando i suoi primi disegni automatici, l’artista scriveva: «Sappiamo quanto scrivere in Cina e Giappone sia associato alla pratica della grande pittura. Non c’è nessun esempio – è inconcepibile – di un eminente pittore che non sia anche un grande calligrafo. […] La cosa ammirevole dell’ideografia cinese è che sia pittorica».

L’Oriente e la sua calligrafia hanno fornito un modello di unione, di fusione tra la pittura e la poesia che Joan Miró cercava nei suoi quadri. «Non faccio differenza tra la pittura e poesia. A volte illustro le mie tele con frasi poetiche e viceversa. I cinesi, grandi signori della mente, non procedono forse allo stesso modo?»

Mentre il Surrealismo degli anni Cinquanta accordava i suoi valori a un’arte d’avanguardia convertita all’astrazione, i suoi pittori – Judith Reigl, Simon Hantaï, Christian Dotremont, Jean Dogottex – hanno rinnovato lo spirito calligrafico dei primi giorni del movimento.

La mostra si svolge in collaborazione con Shanghai Museum ed è un momento chiave dell’edizione 2023 del Festival Croisemen.

C.S.M.
Area stampa, aprile 2023

DIPINGERE L’ESSENZIALE. SURREALISMO E ORIENTE
29 aprile – 24 settembre 2023

West Bund Museum 2600 Longteng Avenue, Xuhui District
Shanghai Popular Republic of China
www.centrepompidou.fr   www.wbmshanghai.com 

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