49 artisti, 11 paesi, 34 mostre/installazioni outdoor, 18 location. Esposizioni site-specific, incontri, proiezioni, videomapping, visite guidate.  

Questa edizione del festival omaggia la fotografia come arte di sperimentazione estremamente intrigante che dialoga con altre arti per violarne le regole ed elaborare linguaggi indipendenti aperti a innumerevoli letture: dalle prime sperimentazioni analogiche a quelle digitali, dal collodio umido all’intelligenza artificiale, dalla pellicola alla realtà aumentata.

Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982: con la mostra di Mimmo Jodice diffusa tra il Mac Gibellina, Museo d’Arte Contemporanea “Ludovico Corrao” e gli spazi esterni di Gibellina (Trapani), si apre venerdì 28 luglio alle ore 11.00 al Mac, Gibellina Photoroad, la quarta edizione del festival di fotografia e arti visive open air e site-specific che si svolge nella cittadina del Belìce fino al 30 settembre 2023, con installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, opere site-specific, video mapping, talk e visite guidate.

Organizzato dall’Associazione culturale On Image con la direzione artistica di Arianna Catania, e promosso da Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi, Gibellina Photoroad presenta 34 mostre, invitando 49 artisti provenienti da 11 Paesi europei e extraeuropei che hanno accettato la sfida di progettare nuovi allestimenti pensati per interagire con il tessuto urbano: dai maestri della storia della fotografia come Mimmo Jodice, a reporter come il fotografo Magnum Jonas Bendiksen e il vincitore di 10 World Press Photo Francesco Zizola, fino alle sperimentazioni dell’’“alchimista dell’immagine”, il giapponese Kensuke Koike, e l’artista olandese Sjoerd Knibbeler solo per citarne alcuni.

IL TEMA 2023: ALTERAZIONI
Gibellina Photoroad offre uno spaccato ampio e variegato della fotografia internazionale e un osservatorio privilegiato sul mondo contemporaneo, attraverso immagini che interpretano il tema di questa quarta edizione: le “alterazioni”. Ovvero, spiega la direttrice Arianna Catania, lo spazio che si determina nella relazione dialettica tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali, la fotografia è dalla sua nascita un campo in cui questo conflitto si esprime alla sua massima potenza. Arte che nasce dalla tecnica, ideologicamente costretta, in qualche modo, a una positivistica aderenza alla realtà, essa in realtà non solo interpreta il mondo, ma lo modifica, lo trasforma, lo altera.

PROGETTO IMAGINARIUM
Da sempre centrale per Gibellina Photoroad è il sostegno all’arte emergente e alle nuove produzioni artistiche. Il festival continua in questa mission con il progetto “Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea”; vincitore dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2022” della DGCC – Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura –  promosso da On Image in partnership con Comune di Favignana, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, festival Planches Contact (Francia), festival Format Festival (Regno Unito), Visual Impact, Miarté.

Imaginarium, ha coinvolto i fotografi italiani Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola in una residenza artistica a Favignana per la produzione di nuove opere fotografiche che sono esposte al festival e verranno poi donate e allestite a partire dal 6 ottobre negli spazi dell’Ex Tonnara di Favignana, entrando a far parte della collezione fotografica dell’Ex Stabilimento Florio.

LE CALL
Tra le call, Fotografia Spazio Aperto in collaborazione con Triennale Milano, che ha visto vincitori il fotografo Luca Massaro e l’architetto Anna Merci per la produzione di una monumentale installazione site specific per il Sistema delle Piazze progettato da Franco Purini e Laura Thermes, che viene presentata il 28 luglio, alla presenza di Purini e Thermes, e di Lorenza Bravetta e Nina Bassoli, di Triennale Milano.

Con la Call for an open air installation, fin dalla sua prima edizione il festival premia un progetto di installazione capace di immergersi nelle architetture di Gibellina ed esaltarle. Quest’anno il premio è stato vinto dall’artista polacca Marta Bogdańska, che al Municipio realizza l’installazione Shifters, progetto artistico con materiale d’archivio relativo alla storia dell’uso degli animali da parte di militari occidentali, agenzie di intelligence, Croce Rossa e forze di polizia.

La Call for Projects è un concorso aperto a tutti i fotografi, che come primo premio mette in palio una residenza artistica a Gibellina per realizzare un progetto destinato a essere esposto nell’edizione 2025 del festival. A vincere la call del 2023 è stata Héléne Bellenger, artista francese, con Bianco Ordinario. I 15 migliori progetti saranno prodotti ed esposti in una collettiva, presso la collezione Fotografia della Fondazione Orestiadi, durante l’edizione del 2025. Quest’anno, alla Fondazione Orestiadi, ci sono i vincitori delle Call 2021.

LE MOSTRE
Come da tradizione il festival si “diffonde” per tutta la città, tra i suoi edifici e le sue monumentali piazze: Piazza Beuys, Teatro di Consagra, Palazzo di Lorenzo, Municipio, Chiesa Madre, Sistema delle Piazze, Fondazione Orestiadi, Orto Botanico, Labirinto, Giardino Segreto, Cresm.

Tra le architetture visionarie della città, ciascuno degli artisti di Gibellina Photoroad 2023 “occupa” lo spazio urbano restituendo, con immagini potenti, la propria interpretazione del tema delle alterazioni che è inevitabilmente influenzata dal nostro presente e dalle urgenze del mondo contemporaneo: ambiente, migrazioni, nuove tecnologie.

Il MACMuseo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao, ospita l’importante mostra di Mimmo Jodice Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982,esponendo per la prima volta a Gibellina un corpus di 29 fotografie in stampa vintage dedicate alla New town in costruzione, in cui Jodice introduce sapientemente i primi segni dell’arrivo dell’uomo, per guardare a quella città come ad un laboratorio in movimento, fonte di ispirazione per la sua ricerca che si stava in quel momento sviluppando verso l’esplorazione del paesaggio inteso come spazio meditativo. Quattro opere di questa serie sono installate in grande formato nelle vie della città, nel punto esatto in cui furono scattate negli anni 80, con l’effetto di creare un corto circuito tra passato e presente.

Catherine Leutenegger, artista visiva e fotografa svizzera pluripremiata, in New Artificiality,in mostra in Piazza Beuys,racconta le “alterazioni” prodotte dalla stampa 3D, dimostrando così come il confine tra reale e virtuale sia diventato sempre più labile in un mondo post-digitale e iper-capitalista.

Sull’ecologia, la natura e le arti generative si concentra Entangled Others, lo studio condiviso delle artiste Feileacan McCormick e Sofia Crespo, interessato alla produzione di nuove forme “more thanhumans”,di presenza e vita nello spazio digitale. Nel loro lavoro An upwelling in mostra alla Fondazione Orestiadi, gli artisti si “immergono” svelando alcuni dettagli di una lunga e ossessiva ricerca negli “altri digitali” che potrebbero popolare le acque mutevoli, ancora non conosciute.

Il progresso tecnologico, dal punto di vista della spinta umana all’esplorazione e all’invenzione è anche alla base della ricerca di Sjoerd Knibbeler, fotografo olandese Grand Prix Photographie a Hyères (FR) 2015. Nella mostra Ground Control riunisce per la prima volta due sue opere correlate. Paper Planes (2015), sugli aerei militari “falliti” che non sono mai andati oltre il tavolo da disegno, che l’artista ricrea come modelli di carta e origami, basandosi su disegni di progetti storici. E Lunacy, dedicato alla luna, la destinazione prescelta, oggetto di sogni, leggende, film, letteratura, ricerca scientifica, corsa allo spazio e venture capital. Per questa serie, l’artista crea modelli in scala di navicelle spaziali in legno e li fotografa al chiaro di luna in uno studio all’aperto.

Sono molte le denunce sulle questioni ambientali, come There’s no calm after the storm di Matteo De Mayda, sulla terribile tempesta Vaia che nel 2018 ha squassato Trentino e Bellunese, devastato circa 42.500 ettari di foreste e creando un danno economico di quasi tre miliardi di euro. In Mare Omnis di Francesco Zizola, il pluripremiato fotografo si concentra sull’ecosistema marino attraverso il racconto della relazione dell’uomo con il mare, documentando in maniera antropologica la vita vissuta in mare attraverso forme di pesca ancora manuali, locali, sostenibili, secondo tradizioni centenarie.

Il mare è anche lo scenario dei terribili naufragi, tra cui quello del 3 ottobre 2013 – una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI – con 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, che ha spinto Matteo Delbò a imbarcarsi per 8 lunghi mesi sulla nave Libra, seguendo l’ultimo viaggio dell’operazione umanitaria nel suo reportage Primo Sonno.

Il tema delle migrazioni apre la strada a una riflessione sul concetto di “nazione” e di “possesso”, spingendoci a riconsiderare il nostro rapporto con gli altri esseri e con il territorio. Su questa scia, Rubén Martín de Lucas presenta due opere del suo progetto concettuale Stupid borders: minimal republics, un insieme di “microstati” il cui limite risponde a un criterio artificiale, la geometria, ha una superficie costante, 100 m2, una durata che non supera mai le 24 ore e un unico abitante, l’artista stesso. 

Il rapporto uomo-natura è indagato anche da una prospettiva “ribaltata” attraverso il lavoro di Mishka Henner(Belgio, 1976), artista visivo le cui opere sono state esposte al Museum of Modern Art, al Metropolitan Museum of Art di New York, al Centre Pompidou di Parigi e al Centre Pompidou di Metz, al Victoria & Albert Museum di Londra, solo per citarne alcuni. Henner è affascinato dalla perdita di controllo dell’uomo verso la natura che documenta in Scopes: una seria di cinque filmati che raccolgono il materiale tratto da telecamere cadute, gettate o lasciate deliberatamente dai proprietari vicino agli animali che mostrano un contrappunto piuttosto scioccante rispetto all’idea prevalente che la nostra specie regni sovrana.

Il racconto di Gibellina Photoroad 23 si estende anche alle relazioni umane con il lavoro di Ieva Stankuté About the belly button in mostra al centro sociale. Un progetto-libro sulla maternità che l’artista lituana racconta attraverso i colori, le gioie, i dolori, la fatica e le difficoltà, per smantellare il luogo comune della “mamma perfetta”, dimostrando come invece la perfezione stia nella verità del “multicolor”.

La figura umana è centrale anche nei lavori di Charles Fréger (Francia, 1975) che da oltre vent’anni attraversa l’Europa da Nord a Sud alla ricerca della “figura del selvaggio” così come sopravvive nelle tradizioni popolari locali, e la racconta in Wilder Mann in mostra all’Orto Botanico.  

Le alterazioni di Gibellina Photoroad 23 ricorrono anche nell’opera di quegli artisti che lavorano sulla combinazione e sulla manipolazione delle immagini, primo fra tutti “l’alchimista dell’immagine” Kensuke Koike che in Fragmented Identity, a Palazzo Di Lorenzo, presenta opere d’arte tridimensionali composte da varie componenti, da pezzi di volti umani; opere interattive che esplorano il concetto di identità incoraggiando gli spettatori a testare la propria creatività e suscitando una riflessione sul ruolo della tecnologia nell’arte e su come gli strumenti digitali possano essere utilizzati per creare nuove forme di esperienze coinvolgenti.

Tra le alterazioni più attuali della nostra società ci sono le fake news, pseudo notizie e false notizie che con rapidità si diffondono sul web. Jonas Bendiksen le affronta inThe book of Veles:il racconto del caso della città di Veles, nella Macedonia settentrionale, salita alla ribalta mondiale come epicentro della produzione di fake news durante le elezioni americane del 2016, e diventato un libro fotografico. The Book of Veles è una provocazione, un esperimento per vedere dove la tecnologia potrebbe portare la fotografia nell’immediato futuro.

L’OPENING
Nelle tre giornate di opening, dal 28 al 30 luglio, l’intera città di Gibellina si popola di artisti, curatori, appassionati provenienti da tutto il mondo, in un clima di condivisione a partecipazione che coinvolge direttamente anche i cittadini. Il programma prevede un calendario ricco di incontri, con esponenti di primo piano della fotografia italiana e internazionale e numerose visite guidate con gli artisti.

Si comincia il 28 luglio alle 11.00, con l’inaugurazione della mostra di Mimmo Jodice “Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982” presso il Mac (Museo di arte contemporanea) di Gibellina. Alle 17.30 a Palazzo di Lorenzo, sono previsti i saluti istituzionali con Salvatore Sutera (Sindaco di Gibellina), Elvira Amata (Assessore Turismo, sport e spettacolo Regione Sicilia), Calogero Pumilia (Presidente Fondazione Orestiadi), Matteo Fontana (Assessore turismo comune di Gibellina), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Alessandro La Grassa (Presidente Cresm), Rosario Di Maria (Presidente Tenute Orestiadi) e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad).

Al Sistema delle Piazze alle 19.00 si svolge l’Incontro pubblico “Fotografia spazio aperto”: un dialogo tra architettura e fotografia, con Franco Purini e Laura Thermes (Architetti), Nina Bassoli (Curatrice Architettura, rigenerazione urbana, città Triennale Milano), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Luca Massaro (Fotografo), Anna Merci (Architetto), Enzo Fiammetta (Direttore Museo delle Trame Mediterranee), e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad).

Alla Sala Agorà il 29 luglio alle 19.00si svolge l’incontro/Seminario “Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” con gli artisti Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto, Valentina Vannicola e con Simona Antonacci (MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo), Louise Fedotov Clements (Format Festival), Enzo Fiammetta (Museo delle Trame Mediterranee/Fondazione Orestiadi), Laura Serani(Festival Planches Contact), Marco Scarpinato (Comune di Favignana).

Dalle 22.45 fino a mezzanotte si accende il suggestivo videomapping, nell’abside sferica della Chiesa madre di Gibellina, progettata da Ludovico Quaroni con i progetti visionari di Mishka Henner e Priscilla Pallante.

Presso il Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi, il 30 luglio alle ore 11.00si tiene l’incontro pubblico “Mare Omnis: editoria e fotografia” con Francesco Zizola e Nicolò Degiorgis, e le visite guidate con gli artisti. Infine alle 17.30 presso il MAC-Museo d’artecontemporanea “Ludovico Corrao” ha luogo l’incontro “Esperienze di formazione a confronto: Accademia Palermo e Made Program (Accademia Siracusa)”.

C.S.M.
Ufficio Stampa, luglio 2023

GIBELLINA PHOTOROAD 2023
28 luglio – 30 settembre 2023
(giornate di apertura 28-29-30 luglio)

Gibellina (TP)
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