Il Museo Civico Varoli riapre la Casa studio dell’artista della cartapesta, riconosciuto ‘Giusto tra le Nazioni’. Nuove acquisizioni e opere contemporanee.

Gli oggetti, le opere e l’archivio dell’artista della cartapesta Luigi Varoli (Cotignola, 1889-1958) tornano ad abitare la sua casa-studio, ora ristrutturata e ampliata. Il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola (Ravenna) riapre al pubblico Casa Varoli, sabato 27 aprile 2024 alle ore 10.30. Dopo quattro anni di cantiere (dilatato anche dalla pandemia) il Museo ha messo in atto un ampio spazio progettuale, incrementando il patrimonio tramite nuove acquisizioni e portando avanti la produzione di opere contemporanee in dialogo con le collezioni stesse. Progetto espositivo e allestimenti sono a cura di Massimiliano Fabbri, Michela Fanelli e Anna Attiliani.

QUALCHE CENNO STORICO
A partire dal 1922, Luigi Varoli allestì il suo studio in un edificio collegato allo storico Palazzo Sforza. I bombardamenti su Cotignola negli anni 1944-45 non risparmiano né lo studio né la casa del Maestro, che affacciava sullo stesso cortile. Dopo la guerra, l’edificio sforzesco viene ricostruito per ospitare sia l’abitazione, sia lo studio.

Alla morte dell’artista, esso fu donato dalla moglie Anna Cortesi al Comune di Cotignola e dal 1991 fa parte del Museo Civico Luigi Varoli. Nel marzo 2023, ha ottenuto dalla Regione Emilia-Romagna il marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”.

L’AMPLIAMENTO E LA SEZIONE STORICA
Il nuovo ampliamento di Casa Varoli è avvenuto grazie all’acquisto di un edificio attiguo, reso comunicante con lo spazio originario. Una congiunzione che ha permesso non solo di renderlo più accessibile (tramite un ascensore, nuovi servizi e spazio di accoglienza per il pubblico), ma anche di aumentarne la superficie espositiva, in grado così di accogliere una sezione storica completamente rinnovata, dedicata a due importanti avvenimenti della seconda guerra mondiale, accaduti nel territorio cotignolese.

Il primo avvenimento riguarda l’ospitalità e la protezione offerte ad alcune famiglie di ebrei perseguitati, all’interno dell’edificio ora sede di Casa Varoli, uno dei luoghi simbolo di una resistenza che coinvolse l’intera comunità di Cotignola, tramite una rete della solidarietà guidata da Vittorio Zanzi con la moglie Serafina Bedeschi, Luigi Varoli e la moglie Anna Cortesi, nel 2002 riconosciuti dallo Stato di Israele “Giusti tra le Nazioni”.

Il secondo avvenimento è il drammatico fronte sul fiume Senio che si svolse da novembre 1944 al 10 aprile 1945 fra le forze tedesche e quelle britanniche, e che terminò con la quasi completa distruzione di Cotignola, già da diversi mesi oggetto di continui bombardamenti.

Due sono dunque i percorsi che si congiungono circolarmente nell’allestimento della nuova Casa Varoli: il primo è quello della casa-studio dell’artista, camera delle meraviglie, in cui si stratificano e confondono anche frammenti e testimonianze della distruzione di Cotignola a seguito dei bombardamenti alleati, opere e oggetti appartenuti e collezionati dal maestro; il secondo è quello della memoria storica della seconda guerra mondiale.

LA CASA-STUDIO
È un mondo magico, enciclopedico e denso di stupore quello della casa-studio di Luigi Varoli che, dopo la visita alla pinacoteca del Museo Civico Luigi Varoli collocata a Palazzo Sforza, permette di calarsi pienamente nell’incredibile ricchezza di visioni, fantasie, memorie e nello sguardo inquieto e curioso del maestro cotignolese.

Dentro la sua casa incontriamo bestiari selvatici, crani, corna e teschidi animali, gessi per la copia e il disegno, vecchie fotografie quadrettate per ritratti, crocifissi antichi e madonne in ceramica e legno, facce, teste e maschere scolpite, disegnate, dipinte e in cartapesta. Non mancano spartiti e rari strumenti musicali, e una biblioteca in cui spiccano pregevoli edizioni, su tutte due libri del futurista Fortunato Depero tra cui il celebre e inarrivabile “libro imbullonato”. Ancora, giocattoli e opere dei suoi molti allievi e amici, come Mattia Moreni, Fortunato Depero e Francesco Balilla Pratella, che vissero la casa-studio come luogo dell’incontro e della meraviglia, bottega e laboratorio, scuola e museo.

Casa Varoli è anche arte contemporanea, conopere che ritmano l’intero percorso espositivo sia all’interno della casa che nel giardino: dal ceramista Nero/Alessandro Neretti che abita il cortile con la sua foresta di Teste, mostri e capitelli, allo scultore Matteo Lucca e la sua opera Azzimo 41 fatta di mani di pane; e poi i lavori nati e prodotti intorno al visionario progetto “Inventario Varoli” tra cui i video di Mauro Santini, Marco Zanella, Michele Buda e Diego Gavioli. E ancora Frame, l’installazione multimediale di David Loom fatta per il museo nel 2012 e adattata per il nuovo spazio dall’artista stesso, e il fumetto L’Argine di Marina Girardi e Rocco Lombardi.

LUIGI VAROLI (Cotignola, 1889-1958)
Pittore, scultore, musicista, educatore e maestro d’arte
per adulti e bambini. Oltre ai dipinti, la cartapesta è senza dubbio il settore della produzione in cui si esprime la nota più personale dell’artista.

Studiò alle Accademie di Belle Arti di Ravenna e a Bologna, poi nel 1922 tornò a Cotignola, dove rimase per il resto della sua esistenza, in un rapporto quasi simbiotico con il paese e il territorio, e dove per tutta la vita diresse la Scuola di Arti e Mestieri. Nel suo cenacolo ha formato una fitta schiera di artisti romagnoli. Dopo l’armistizio del 1943, ospitò in casa propria ebrei in fuga dai nazi-fascisti: un’azione umanitaria che gli valse, nel 2002, il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni” dallo Stato di Israele.

[Casa Varoli ph Lorenzo Pasini]

CASA VAROLI
Quando Luigi Varoli tornò a Cotignola nel 1922, iniziò ad allestire il suo studio in quella che è conosciuta come la stalla del Palazzo degli Sforza, allora in stato di semiabbandono. Un luogo di grande fascino per Varoli, appassionato raccoglitore di memorie dal passato. L’edificio si affaccia sul cortile del palazzo di famiglia della moglie Anna, che lo separa dall’antica casa degli Attendoli-Sforza, sul corso principale di Cotignola, e a cui si lega, oltre che per prossimità, da un’evidente continuità stilistica.

Nel 1937, consapevole del valore storico dell’edificio, Varoli intraprende le pratiche necessarie a una sistemazione esterna con la Soprintendenza dell’Emilia-Romagna. A seguito di alcune perizie – grazie alle quali Palazzo Sforza era già stato riconosciuto monumento nazionale – si evidenzia come la struttura non sia probabilmente riconducibile a scuderie sforzesche, ma piuttosto a cappella privata o gentilizia degli Attendoli-Sforza.

Fra il novembre 1944 e l’aprile 1945, durante i cinque mesi di permanenza del fronte sul Senio che assediano e schiacciano Cotignola tra due eserciti, i bombardamenti alleati si accaniscono sul piccolo centro abitato e il paese è letteralmente annientato e cancellato dalle mappe, compresa la Scuola Arti e Mestieri, l’abitazione e lo studio di Varoli. Solo per quest’ultimo si prospetta la possibilità della ricostruzione fedele e, quando l’edificio risorge, il piano terreno diviene la sua dimora, mentre al primo piano si colloca il suo studio. All’interno, Varoli riporta quello che di suo riesce a recuperare sotto le macerie, ma in giro raccoglie anche molti altri frammenti e pezzi sparsi, più di quanti la sua passione lo aveva portato a collezionare precedentemente.

La casa-studio di Varoli, fino alla sua morte nel 1958, tornò a essere un cenacolo, perché agli allievi e frequentanti abituali si aggiunsero quelli che dal 1949 lo ebbero come insegnante al Liceo Artistico di Ravenna.

Nel marzo 2023 Casa Varoli ha ottenuto dalla regione Emilia-Romagna il marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”.

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa del 15 aprile 2024

Casa Varoli
Accesso da Via Cairoli 5/a e Corso Sforza 24, Cotignola (Ravenna)
museovaroli@comune.cotignola.ra.it  
Tel. 0545 908810 – 3204364316
www.museovaroli.it