Al Museo di Palazzo Grimani, in collaborazione con Parco Archeologico di Pompei, la personale dell’artista egiziano, con l’opera vincitrice del PAC del Ministero della Cultura.

La mostra riunisce l’opera filmica I am hymns of the new temples – أنا تراتیل المعابد الجدیدة– realizzata dall’artista nel 2023 e che, dopo l’anteprima al Parco Archeologico di Pompei, viene presentata a Venezia in anteprima museale internazionale – e una selezione di opere scultoree multi-materiche e disegni realizzati dall’artista fra il 2022 e il 2024.

Il progetto espositivo è concepito come un dialogo ideale fra spazi e tempi differenti, in cui le opere contemporanee coesistono con le opere archeologiche e i saloni storici di Palazzo Grimani.

È aperta a Venezia, nell’Ala Tribuna del Museo di Palazzo Grimani, la mostra personale di Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971) intitolata “I am hymns of the new temples – أنا تراتیل المعابد الجدیدة”, visibile dal 17 aprile al 30 giugno 2024.

A cura di Massimo Osanna, Direttore Generale Musei del Ministero della Cultura, di Andrea Viliani, Co-curatore del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche, e di Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, la mostra è organizzata in collaborazione fra il Museo di Palazzo Grimani e il Parco Archeologico di Pompei.

Quattro sale di Palazzo Grimani sono riconfigurate da Wael Shawky come un racconto in cui evocare la coesistenza di una molteplicità di spazi e tempi differenti, di fatti storici e narrazioni mitiche, di creature che sono insieme animali, minerali e vegetali, reali e fittizie.

Come all’epoca di Giovanni Grimani, patriarca d’Aquileia – che, prendendo a suo modello lo zio cardinale Domenico Grimani, fece della loro dimora patrizia il palcoscenico in cui l’antichità greca e romana si incontrava con le istanze del rinascimento – Shawky predispone queste sale a divenire una macchina del tempo e le connette fra loro per coinvolgerci in un viaggio nella memoria e nella fantasia.

Costituita lungo il corso del XVI secolo, la collezione di sculture, rilievi in marmo, vasi, bronzetti e gemme riunita dal Patriarca Giovanni Grimani rese il palazzo, e in particolare la Tribuna, una delle più straordinarie testimonianze del rapporto fra l’antichità classica e la cultura rinascimentale e umanistica, celebre in tutta Europa e già allora oggetto di visita di eruditi, principi e alti prelati. Dopo la donazione del Patriarca alla Serenissima Repubblica e il trasferimento in area marciana della raccolta nel 1594, tra il 2019 e il 2021 questa è tornata a riunirsi con le sale del Palazzo.

LA MOSTRA
Il progetto espositivo – in cui sono riunite la suddetta opera filmica e una selezione di disegni e opere multi-materiche in bronzo, ceramica e vetro – è concepito come un dialogo con gli affreschi e le decorazioni del Palazzo, in cui le opere contemporanee si confrontano con le opere archeologiche per delineare un percorso che dal Camaron d’Oro conduce alla cosiddetta Tribuna, nota in passato come Antiquarium o Camerino delle Antichità.

Vero e proprio fulcro del Palazzo e delle sue narrazioni storiche e simboliche, essa è posta prospetticamente in asse con l’opera filmica di Shawky: come se quest’ultima e la Tribuna Grimani potessero essere la mimesi l’una dell’altra, due versioni della stessa storia. Se la narrazione a Palazzo Grimani articola il tema della giustizia divina e dell’ascesa dell’anima verso il Dio cristiano, in quella di Shawky la giustizia si afferma nell’avvicendarsi di distruzioni e ricreazioni, fra il volere delle divinità e le reazioni degli esseri umani delle antiche leggende mediterranee da cui ha avuto origine la moderna civiltà europea.

Narratore di processi conoscitivi ed espressivi sospesi fra il documentabile e l’immaginabile, Shawky evoca una dimensione al contempo fattuale e immaginifica della cultura e della natura, come se esse non fossero mai definibili una volta e per sempre o da un solo punto di vista, e ci predispone a una posizione di consapevolezza e, insieme, di meraviglia nei confronti dei meccanismi, antichi e contemporanei, con cui i fatti storici, sociali e culturali sono stati interpretati e si sono trasmessi fino noi.

L’OPERA FILMICA
I am hymns of the new temples – girata fra le rovine di un’antica città apparentemente distrutta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio, divenuta un sito leggendario ma poi riemersa dalle sue stesse rovine nel 1748 – racconta ciò che rende Pompei un vero e proprio multiverso in cui realtà e immaginazione non sono più distinguibili, un ecosistema multispecie, un magnificente teatro in cui tutte le culture mediterranee si sono inevitabilmente connesse.

L’opera diviene così il racconto epico – incarnato nell’insieme poroso di templi, sculture, affreschi, mosaici ma anche nei fertili e fluidi paesaggi naturali vulcanici che li circondano – del bisogno di inventare, raccontare e tramandare sempre nuove storie, attraverso cui gli esseri umani hanno dato e continuano a dare un senso a ciò che desiderano, temono, ignorano, e alla loro pulsione di rapportare fra loro materiale e spirituale, giustizia e ingiustizia, fine e inizio.

Nella storia pompeiana raccontata dall’artista, non solo torniamo a ricordarci di esserci già estinti e di essere già rinati – dopo le inondazioni dei diluvi primordiali, come dopo l’eruzione del Vesuvio – ma scopriamo anche che quella che i greci chiamavano Io, divenne in Egitto Iside, come il figlio-compagno Epafo divenne Osiride: le storie infatti si richiamano l’un l’altra e si sovrascrivono fra loro, sono come dei nuovi templi in cui continuare a raccontare le nostre storie.

I DATI DELLA MOSTRA
La mostra è organizzata in collaborazione fra la Direzione regionale Musei Veneto – Museo di Palazzo Grimani e il Parco Archeologico di Pompei, e accompagna la partecipazione dell’artista alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia  (vedi qui) in cui Shawky rappresenta la Repubblica Araba d’Egitto al Padiglione Egitto.

Il progetto dell’opera è vincitore dell’avviso pubblico PAC2020-Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e costituisce la prima opera prodotta, nel 2023, nel contesto del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche promosso dal Parco Archeologico di Pompei.

Istituzione partner per la valorizzazione internazionale dell’opera filmica è il LaM-Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain, d’art brut. Hanno collaborato alla realizzazione dell’opera anche Fondazione Teatro di San Carlo e Accademia di Belle Arti di Napoli, con il supporto di Galleria Lia Rumma, Milano-Napoli.

C.S.M.F.
Fonte: comunicato stampa del 15 aprile 2024
Immagine dell’allestimento fornita da Ufficio Stampa PCM
In primo piano: Wael Shawky, Pompeii glass amphora (#07), 2023,
Courtesy of Galleria Lia Rumma, Milano-Napoli 

WAEL SHAWKY
I AM HYMNS OF THE NEW TEMPLESأنا تراتیل المعاب د الجدید ة
17 aprile – 30 giugno 2024

Museo di Palazzo Grimani, Ala Tribuna
Ramo Grimani, Castello 4858 – 30122 Venezia
Tel: +39.041.2411507
Mail: drm-ven.grimani@cultura.gov.it   
https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-di-palazzo-grimani