Alla Fondazione Dalle Nogare, due mostre: le influenze artistiche esercitate da Duchamp, e il mondo del collezionismo per Andrea Fraser.

UNDER THE SPELL OF DUCHAMP
13 aprile 2024 – 28 dicembre 2025

La Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano presenta la nuova mostra della collezione, dal titolo “Under the spell of Duchamp”, a cura di Eva Brioschi. Il titolo fa riferimento all’influenza di Marcel Duchamp spesso definita come una sorta di incantesimo (spell), sotto il quale, molte/i delle/degli artiste/i del secolo scorso, hanno realizzato le proprie opere.

Duchamp (Blainville-Crevon, 1887 – Neuilly-sur-Seine, 1968) è considerato il preconizzatore dell’arte concettuale ante litteram, poiché il suo desiderio di liberare l’artista dal giogo della produzione di opere – create col solo intento di appagare la “visione retinica” – e il suo desiderio di desacralizzare il gesto artistico inteso come furore creativo, hanno provocato negli artisti delle generazioni successive riflessioni sull’essenza stessa del fare arte. L’idea, il processo, il momento progettuale, diventano così più importanti dell’oggetto residuale che, in conseguenza di questi, prende forma, o semplicemente “appare”.

La mostra ha il proprio fulcro in una delle opere iconiche del maestro francese: La boîte en valise. Quest’oggetto misterioso, definito una casa portatile, un museo in una scatola, un corpo di lavori, una macchina di acculturazione, può essere considerato come un dispositivo per decifrare le diverse pratiche delle/degli artiste/i incluse/i in questo nuovo progetto espositivo.

Concepita durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e assemblata in diverse serie lungo i decenni successivi – per un totale di 300 esemplari -, questo museo portatile è costituito da una valigia, o da una scatola, all’interno del quale Duchamp ha inserito 69 miniature e riproduzioni di sue opere. Un contenitore che diventa un mezzo per tenere la propria vita “a portata di mano”, per poter viaggiare leggeri con tutto il necessario, e per potersi sentire a casa, in ogni parte del mondo.

Nelle due sale del primo piano della Fondazione una selezione di opere – per la maggior parte di recente acquisizione – provenienti dalla collezione di Antonio Dalle Nogare, a iniziare da quattro importanti artisti del XX secolo, la cui poetica può essere messa in relazione con alcune delle più sovversive pratiche duchampiane. Il ready-made viene elaborato in chiave surrealista da Christo, oppure utilizzato per condurre un discorso critico sulla società americana come in Kienholz. Il rapporto tra unico e molteplice, tra la parte e il tutto, tra originale e copia, si manifesta nelle opere di Breer, Cadere e De Maria.

All’interno della seconda sala, le opere sono suddivise per idee-chiave, che hanno risonanza con alcuni principi fondativi dell’arte concettuale. Per uno di questi gruppi il pattern rappresenta la cifra della pratica artistica intesa come fedele attuazione di uno statement: Buren, Mosset, Parmentier, Toroni, Posenenske, Tilson.

Per altri il processo creativo entra in conflitto con le logiche delle istituzioni museali, consentendo un disvelamento dei rapporti di potere e cura: García Torres, Byrne. Mentre per un altro insieme di opere, di Broodthaers, García, Pietroiusti, l’aura dell’artista, il suo pensiero, la sua volontà, sono gli elementi costituivi di una fiducia che sconfina nella fede, mentre il “manufatto” svanisce o diventa un oggetto magico, che vive per un instante, oppure solo nella mente di chi guarda.

[Installation view, Ph. Jürgen Eheim. Courtesy Fondazione Dalle Nogare]

I JUST DON’T LIKE EGGS!
ANDREA FRASER ON COLLECTORS, COLLECTING, COLLECTIONS

13 aprile 2024 – 22 febbraio 2025

È la prima mostra personale dedicata da un’istituzione italiana, la Fondazione Dalle Nogare di Bolzano, alla ricerca dell’artista, scrittrice e pensatrice Andrea Fraser (USA, 1965). Fin dal titolo “I just don’t like eggs”, tratto dal testo della performance “May I help you?”, vengono evocati il linguaggio e la mentalità del collezionismo quali espressione di gusto, desiderio, distinzione, possesso, categorizzazione, negazione, esclusività, ed esercizio della scelta come una forma di potere.

 La retrospettiva, infatti, è interamente dedicata alle opere di Fraser che indagano la figura del collezionista, il collezionismo, il mercato dell’arte e le intersezioni tra collezioni private e pubbliche. Il percorso espositivo, a cura di Andrea Viliani con Vittoria Pavesi, comprende lavori che attraversano temporalmente l’intera ricerca dell’artista, dalla fine degli anni ’80 alle produzioni più recenti, tra cui un’opera inedita concepita appositamente per la mostra.

Artista tra le più radicali e influenti della sua generazione, l’impegno pionieristico di Fraser nel campo dell’Institutional Critique indaga le economie sociali, finanziarie e affettive delle organizzazioni, dei settori, dei gruppi e degli individui del mondo della cultura.

Incarnando performativamente i dati che genera attraverso la sua ricerca, la sua pratica risulta tanto fisica e affettiva quanto critica e intellettuale, avvalendosi degli strumenti dell’umorismo, del pathos e dell’analisi e ricorrendo alla messa in scena discorsiva di dibattiti, azioni performative, copioni, dati e incursioni nei musei che spostano gli standard, i modelli, le regole del sistema dell’arte e ridefiniscono criticamente le nostre relazioni con esso. L’approccio sociologico e psicoanalitico dell’artista diventa così la lente per interrogare il mondo stesso dell’arte e metterne in luce le contraddizioni, le proiezioni, le volontà e i desideri.

Il contesto della Fondazione Antonio Dalle Nogare – un’istituzione no-profit originata da una collezione privata con un focus sulle linee di ricerca, prevalentemente occidentali, dell’Arte Povera, Arte Concettuale e Minimal Art – rappresenta il punto di partenza di una mostra che analizza quindi il concetto stesso di arte come merce e le dinamiche stratificate (e spesso contraddittorie) tra artiste/i e collezioniste/i.

Rivelando al tempo stesso le connessioni strutturali tra il mercato dell’arte e la concentrazione di ricchezza e benessere, così come tra arte e politica, la mostra di Fraser rappresenta un’opportunità di riposizionare le categorie di cultura, classe, privilegio e la loro istituzionalizzazione sistemica, e di ripensare le nostre posizioni nel campo dell’arte, re-immaginando le strutture e le relazioni al suo interno.

C.S.M.F.
Fonte: comunicato stampa del 13 aprile 2024
Immagine di copertina: Under the Spell of Duchamp
Installation view, Ph. Jürgen Eheim
Courtesy Fondazione Antonio Dalle Nogare
 

Fondazione Antonio Dalle Nogare
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T. + 39 0471 971626
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