Protagonista assoluto con Leonardo e Michelangelo del Rinascimento italiano, Raffaello Sanzio porta la pittura a vertici di bellezza subito celebrati in ogni parte d’Europa. A 500 anni dalla sua morte, i Musei Reali rendono omaggio al grande maestro di Urbino con una mostra che, attraverso dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa, illustra la diffusione dei modelli derivati dalla sua opera dalla prima metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, in Piemonte e nelle raccolte dei Savoia.

“Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude” presenta 33 opere – alcune poco note, studiate e restaurate per questa occasione – e illustra l’arte di Raffaello attraverso lavori che derivano direttamente dai suoi modelli, sia mediante la pratica della copia, sia con la libera reinterpretazione delle sue invenzioni. Lo stile del maestro, caratterizzato da dolcezza ed eleganza, da straordinaria abilità disegnativa, da cromie preziose e da un perfetto equilibrio compositivo, diventa un riferimento per ogni genere artistico.

Abraham Constantin (Ginevra 1785 – 1855) Autoritratto di Raffaello,copia, 1823, Acquistato da Carlo Alberto nel 1826. © MiBACT, Musei Reali – Galleria Sabauda

La prima parte del percorso, nella Galleria Sabauda, è dedicata alle copie antiche della famosa Madonna d’Orléans, opera giovanile di Raffaello forse appartenuta al duca Carlo II di Savoia, oggi conservata presso il Museo Condé di Chantilly e replicata già nella prima metà del Cinquecento da alcuni dei principali artisti attivi in area piemontese.

Deriva da un modello raffaellesco anche la Madonna della Tenda delle collezioni sabaude, restaurata con la collaborazione del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Ritenuta all’inizio dell’Ottocento opera autografa del maestro e venduta come tale nel 1828 al principe di Carignano Carlo Alberto, è stata poi attribuita a collaboratori come Perin del Vaga e Giovan Francesco Penni. Gli approfondimenti condotti in occasione della mostra propendono invece per una realizzazione intorno al 1530-1540 a Firenze, in una prestigiosa officina come quella di Andrea del Sarto.


Defendente Ferrari (Chivasso, attivo dall’ultimo quarto del XV secolo e documentato fino al 1540) Madonna con Bambino, da Raffaello, 1526© Rijksmuseum, Amsterdam

La seconda parte presenta una selezione di stampe di soggetto sacro, mitologico e allegorico, dove i modelli di Raffaello sono rivisitati con formidabile perizia tecnica e originale sensibilità chiaroscurale. La circolazione dei modelli attraverso repertori e raccolte di stampe è documentata anche nelle arti minori, come attestano l’arazzo fiammingo con L’ingresso degli animali nell’arca di Noè, che cita le Stanze Vaticane, e gli smalti su porcellana del pittore ginevrino Abraham Constantin, testimone della fase ottocentesca del culto di Raffaello.

L’itinerario si completa lungo il percorso di visita al primo piano della Galleria Sabauda, dove sono esposte opere di autori cinquecenteschi che si misurarono con Raffaello e con l’ideale di un’arte di insuperata perfezione.

L’esposizione è visibile dal 30 ottobre 2020 al 14 marzo 2021 (prorogata fino al 11 aprile e poi fino al 30 maggio e poi fino al 2 giugno) ed è sostenuta dal Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello istituito presso il MiBACT.


C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa Musei Reali, 29 ottobre 2020

SULLE TRACCE DI RAFFAELLO NELLE COLLEZIONI SABAUDE
30 ottobre 2020 –14 marzo 2021
Prorogata fino 11 aprile 2021 e poi fino al 30 maggio e poi fino al 2 giugno
Ingresso compreso nel biglietto ordinario ai Musei reali

Musei Reali Galleria Sabauda – Spazio Scoperte
Piazzetta Reale, 1 – 10122 TORINO
mr-to@beniculturali.it
www.museireali.beniculturali.it/ 

#museirealitorino

Arazzeria di Bruxelles (1605-15), da un cartone di Michele Coxcie (1499-1592)
Arazzieri Caterina Van den Eynde vedova Geubels e Jean Raes
Ingresso degli animali nell’arca di Noè, 1605-1615 Torino, Musei Reali – Galleria sabauda
Dal Castello di Pavone, proprietà degli eredi di Alfredo d’Andrade. Acquistato con diritto di prelazione nel 1974.© MiBACT, Musei Reali – Galleria Sabauda