Racconta un momento importante della storia del Novecento, la Cappella Espiatoria, il monumento voluto da Vittorio Emanuele III, figlio e successore di Umberto I, per commemorare il luogo in cui il padre venne ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci il 29 luglio 1900. Sul luogo del regicidio, Giuseppe Sacconi, l’architetto al quale Casa Savoia aveva commissionato l’Altare della Patria a Roma e la Tomba di Re Umberto al Pantheon, progettò un monumento visibile da lontano, che ad ogni 29 luglio avrebbe dovuto illuminarsi, come ricordo e monito.

In basso, una cripta a croce greca, ricca di preziosi marmi e mosaici. Questi ultimi, sul modello del Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, raffigurano cieli stellati su cui si stagliano i vari stemmi dei Savoia. Alle pareti sono ancora poste le corone in bronzo inviate da tutto il mondo come omaggio al Re defunto. Al centro, un cippo in marmo nero commemora il punto esatto in cui avvenne l’attentato. Anche la Cappella sovrastante è decorata da mosaici raffiguranti angeli, busti di santi e beati della dinastia dei Savoia, mentre il pavimento è realizzato con marmi policromi antichi. A coronamento, una stele in pietra d’Oggiono, alta 35 metri, poggiata su un colossale basamento circolare.

Nella sua parte bassa si ammira una Pietà in bronzo dello scultore Ludovico Pogliaghi, voluta dalla Regina Margherita, mentre la sommità è conclusa da un cuscino bronzeo sul quale poggiano lo scettro, il Collare dell’Annunziata, la corona dei Savoia, oggetti tutti fortemente legati alla dinastia. 

LO STATO DI CONSERVAZIONE DEL MONUMENTO
Ricordo di un evento che segnò la storia d’Italia ma anche importante testimonianza dell’architettura italiana del primo ‘900, la Cappella Espiatoria ha da subito mostrato problemi di conservazione ma, caduti i Savoia, non ha più ricevuto le cure costanti di cui necessitava. A partire dagli anni Ottanta si intervenne in modo sistematico, dietro richiesta della allora Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia, che ne ribadì la vocazione museale. L’attuale revisione complessiva prelude a un progetto di costante manutenzione programmata.

GLI INTERVENTI DI RESTAURO
Hanno coinvolto la cancellata di ingresso e l’Esedra, mentre un cantiere studio dal 2018 ha posto sotto la lente di ingrandimento il paramento murario esterno in pietra di Oggiono. Contestualmente – spiega la dottoressa Daffra, direttore regionale Musei della Lombardia del Ministero alla Cultura – si è affrontato l’aspetto dell’accessibilità e dell’abbattimento, per quanto possibile, delle barriere architettoniche, con la realizzazione di servizi per i visitatori, come un corrimano per le scalinate che portano alla cripta e al giardino.

L’attenzione si è concentrata sulle parti decorative esterne a mosaico di ciottoli bicromi bianchi e neri e sulla pietra di rivestimento. Sono state restaurate sette campate dell’esedra e un nuovo cantiere permetterà di concludere l’intera area nord della struttura. Precedentemente, un progetto di riallestimento aveva interessato gli arredi del parco-giardino, i percorsi e le essenze vegetali.

 Gli ulteriori passi riguardano il restauro del cancello e, più avanti, del magnifico complesso musivo interno della Cappella, possibile perché è stato mitigato il problema delle infiltrazioni di acque meteoriche, causa dei danni. Anche sull’insieme delle corone bronzee, oggetto di una sistematica campagna fotografica e di inventariazione, è partito il progetto conservativo.

I prossimi obiettivi riguarderanno l’avvio del cantiere di restauro sul paramento murario dell’edificio, l’ulteriore miglioramento dell’accessibilità che intende rimuovere anche le barriere percettive e cognitive, il miglioramento del sistema di illuminazione, lo studio e il restauro del patrimonio mobile.

C.S.M.
Fonte: Studio Esseci, 1 dicembre 2021

Cappella Espiatoria
Via Matteo da Campione 7
Attualmente la visita è possibile solo previo appuntamento:
tel. + 39 039 380772; + 39 02 80294401
L’accesso al sito è gratuito.
Cappella Espiatoria | Reggia di Monza
Cappella Espiatoria – Direzione regionale Musei Lombardia (cultura.gov.it)

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