Restauro della piroga di Longola. Rinasce il vivaio alla casa di Pansa e crescerà un Bosco in Piazza Anfiteatro. Al Parco, un terreno confiscato alla criminalità a Civita Giuliana. Presentato il libro Pompei Insula Occidentalis.

RESTAURO DELLA PIROGA DI LONGOLA
SARÀ ESPOSTA AL CENTRO MUSA NELLA REGGIA DI PORTICI
Le attività di restauro della piroga di Longola, villaggio protostorico perifluviale nel comune di Poggiomarino, sono iniziate l’8 marzo 2022 e dureranno un anno.

Piroga di Longola

La piroga di Longola si configura come un reperto unico, così come gli altri numerosi reperti lignei recuperati dal sito, in quanto l’acqua che ha sempre caratterizzato la vita del villaggio, ha consentito la straordinaria conservazione di questi materiali deperibili delle abitazioni e delle infrastrutture, costituendo un eccezionale dossier per indagini dendrocronologiche, archeobotaniche e archeozoologiche.

I lavori di restauro avvengono nell’ambito di un accordo tra il Parco Archeologico di Pompei, il Centro MUSA (Musei delle Scienze Agrarie) e il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, finalizzato al progetto di valorizzazione e conservazione dei reperti lignei provenienti dal sito archeologico. L’accordo prevede anche l’allestimento museografico presso le Sale Stuccate del Piano Nobile della Reggia di Portici, in corso di restauro architettonico.

Lo straordinario reperto sarà il fulcro di una esposizione scientifico – didattica. All’interno del percorso museografico multidisciplinare, una sala sarà dedicata specificamente all’archeobotanica, scienza di cui verranno esemplificati i vari topic, fra cui le tecniche archeologiche, quelle di restauro, di determinazione dell’anatomia del legno, storia dell’agricoltura e landscape archeology. 

Vivaio

RINASCE IL VIVAIO DI POMPEI PRESSO LA CASA DI PANSA
SI AVVIA LA REALIZZAZIONE DEL BOSCO DI PIAZZA ANFITEATRO
RIMBOSCHIMENTO DELLE AREE VERDI PER LA VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ
La Giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero della Cultura, si è svolta il 14 marzo 2022. In tale occasione, il Parco Archeologico di Pompei ha presentato in anteprima (l’apertura permanente avverrà prossimamente) il nuovo Vivaio di Pompei, nel giardino della Casa di Pansa (VI, 6 1-12), che diventerà un centro di produzione per molte specie della flora Pompeiana difficilmente reperibili in altri vivai, rarità botaniche, specie antiche coltivate secondo le tecniche in uso nell’antica Pompei.

Gli scavi ottocenteschi, che liberarono la grande residenza affacciata su Via delle Terme, individuarono nel 1827 un grande giardino organizzato con lunghi letti di coltivazione di forma rettangolare. Nel settembre 1943 le bombe alleate colpirono il grande giardino e alla fine degli anni Cinquanta si avviarono i lavori di riordino con la formazione del primo vivaio per coltivare la flora Pompeiana. Oggi il vivaio, dopo molti anni, viene riattivato e rigenerato con un progetto che, riadeguandolo ai mutamenti subiti in epoca contemporanea, rispetta sistematicamente ogni riferimento storico e archeologico. 

Contestualmente, è partito il programma di rimboschimento delle aree verdi a corona delle mura di Pompei: un tassello del piano di valorizzazione della biodiversità degli oltre 50 ettari del patrimonio verde al di fuori delle mura della città antica.

Bosco Piazza Anfiteatro

Oltre 4000 nuovi alberi e arbusti a partire dal Bosco di Porta Anfiteatro: un bosco in fase di realizzazione- ispirato al rapporto intrinseco tra natura e sacralità nell’antico Mediterraneo, che trovò espressione nei boschi sacri di antichissima memoria come quello di Nemi nel Lazio, ma anche nelle pitture pompeiane di “paesaggi sacri” dominati da grandi alberi -con circa 400 tra lecci, platani, tamerici, olmi, querce, con il lancio di ciottoli bianchi, picchettature con canne di fiume e legature di rafia a formare macchie e radure con cespugli di rose, corbezzoli a rappresentare l’immortalità, mirti, lentischi.

Il programma di imboschimento avviato da alcuni mesi consentirà, tra il 2022 e il 2024, di mettere a dimora più di 6.000 tra alberi e arbusti in nuove aree boscate nell’ubertosa corona verde che cinge Pompei. Già con la sistemazione della passeggiata lungo le mura da Porta Anfiteatro a Porta Nola, nella primavera scorsa, erano stati messi a dimora 70 cipressi e 1300 tra corbezzoli e lentischi; nel corso dell’estate, 225 pini di Pompei, compresi quelli maestosi lungo le mura della città antica, sono stati salvati dall’attacco dei parassiti.

Terreno confiscato a Civita Giuliana

CONFISCATO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
UN TERRENO IN LOCALITÀ CIVITA GIULIANA
Un ex vivaio, nell’area di Civita Giuliana e nel più vasto territorio dell’Ager Pompeianus, il distretto agricolo e produttivo dell’antica Pompei, ritorna all’archeologia. Negli ultimi giorni di febbraio 2022 è stata effettuata la consegna del terreno confiscato alla criminalità organizzata, ad opera dell’Agenzia del Demanio di Napoli. Il terreno, il primo dei beni immobili restituito, sarà gestito dal Parco Archeologico di Pompei che, oltre alla tutela, si impegnerà in un programma di valorizzazione che prevede anche interventi finalizzati alla ripresa dell’attività agricola, qui attestata da oltre 2.000 anni.

L’interesse del Parco a questo fondo è legato innanzitutto a finalità di ricerca e tutela archeologica, in virtù dalla sua localizzazione nell’area urbana situata a nord della città antica, estremamente densa di evidenze archeologiche, quali la villa rustica in proprietà Palma e la villa rustica in proprietà Risi Di Prisco, nonché l’importante complesso archeologico di villa Imperiali, che si prevede di aprire alla fruizione pubblica nei prossimi anni, all’esito dell’attività di scavo, condotta in sinergia con la Procura di Torre Annunziata e tuttora in corso.

POMPEI. INSULA OCCIDENTALIS. CONOSCENZA SCAVO RESTAURO E VALORIZZAZIONE 
È stato presentato il volume a cura di Giovanna Greco, Massimo Osanna e Renata Picone, edito dall’Erma di Bretschneider, Roma. In oltre 700 pagine sono raccolti gli esiti di una ricerca interdisciplinare condotta sull’area extraurbana della città antica di Pompei da cinquantaquattro tra funzionari del Parco archeologico, docenti e giovani studiosi di cinque Dipartimenti dell’Università degli Studi di Napoli Federico II: quelli di Architettura, di Strutture per l’ingegneria e l’architettura, di Scienze umanistiche, di Scienze della terra e di Agraria.

Lo studio multidisciplinare, i cui esiti sono esposti all’interno del volume, ha affrontato gli aspetti legati alla conoscenza, messa in sicurezza, paleobotanica, archeologia e geofisica, nonché al restauro, alla conservazione e al miglioramento della fruizione dell’Insula Occidentalis di Pompei, alla scala urbana e architettonica. L’Insula Occidentalis rappresenta oggi un’area strategica per il miglioramento dell’accessibilità e della fruizione al sito archeologico: essa include alcuni dei principali ingressi attuali alla città antica e costituisce la principale interfaccia tra l’area archeologica e la città contemporanea, contenuta nella Buffer zone perimetrata dall’UNESCO.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, febbraio e marzo 2022
Immagine di copertina: Vivaio Casa di Pansa

Parco Archeologico di Pompei
www.pompeiisites.org