Al MAMbo, una mostra ripercorre le orme dell’esposizione del 1984 che Francesca Alinovi dedicò ai writers, fenomeno allora poco conosciuto e osteggiato.

Il progetto espositivo nasce dalla lunga ricerca condotta dalla curatrice della mostra Fabiola Naldi intorno al percorso intellettuale di Francesca Alinovi (Parma, 1948 – Bologna, 1983), ricercatrice, critica militante e attenta stu­diosa dei fenomeni creativi più sperimentali emersi negli anni Settanta e Ottanta, la cui breve e originale parabola ha lasciato un segno incancellabile nella critica d’arte della seconda metà del Novecento.

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna ospita “Frontiera 40 Italian Style Writing 1984-2024”, dal 13 aprile al 13 luglio 2024. Al progetto è dedicato un sito web: frontiera40.com

L’esposizione intende ricordare il quarantesimo anniversario di Arte di frontiera. New York Graffiti, mostra ideata da un progetto di Francesca Alinovi la quale fu in grado di ri­conoscere nell’originaria forza spontanea dei writers, osteggiata dai promotori del decoro d’ordinanza delle città occidentali, una carica vitalistica mai riscontrata in altri movimenti.

Scriveva Francesca Alinovi in una lettera datata 28 settembre 1982 all’allora direttore della Galleria comunale d’Arte Moderna di Bologna, Franco Solmi «Mi permetto di inviarle un mio progetto di mostra [… che] si riferisce alla nuova situazione giovane americana, quella tanto per intenderci, legata al graffitismo che tanto successo sta avendo a livello teorico e di idee e che non è ancora stata commercializzata (anche se, c’è da giurarlo, lo sarà prestissimo). Si tratta insomma della cosiddetta arte di frontiera, […] una specie di pittura, cioè, a metà tra l’arte e l’illustrazione, il quadro e il graffito, fra lo spontaneismo e la citazione dotta, la sensibilità occidentale e quella terzomondista. Gli artisti a cui penso (e che sono grosso modo quelli elencati nei miei articoli: Keith Haring, Kenny Scharf, Ronnie Cutrone, Donald Baechler, John Ahearn, Houston Ladda più i graffitisti propriamente detti come Futura 2000, Fred dei Fabolous Five, Crash, ed eventual­mente altri), sono tutti giovanissimi, per il momento facilmente accessibili, corteggiatissimi da direttori di museo e da mercanti. […] Insomma credo che il momento sia buono per mettere in mostra una situazione inedita che farà tanto e tanto parlare».

“Arte di frontiera. New York Graffiti” inaugurò nel marzo del 1984 alla Galleria comunale d’Arte Moderna di Bologna, alla presenza del direttore Franco Solmi, del Comitato direttivo rappresen­tato da Renato Barilli, Flavio Caroli, Anna Maria Matteucci, Concetto Pozzati, Tommaso Trini e Italo Zannier, e degli artisti arrivati direttamente dalla frontiera nord americana del Bronx. L’unica a non esserci fu proprio Francesca Alinovi, scomparsa violentemente il 12 giugno 1983 (fu assassinata a 35 anni nel suo appartamento a Bologna). L’esposizione rappresenta una delle prime mostre europee sul Writing in un periodo in cui il fenomeno non era ancora del tutto conosciuto nel continente.

La curatrice della mostra al MAMbo, Fabiola Naldi, scrive: «Sono passati più di 40 anni da quando Francesca Alinovi iniziò a scrivere di graffiti intravedendo nel concetto di frontiera l’evanescenza dei confini e nella contaminazione estetica una nuova Avanguardia. Negli anni in cui la studiosa raccontava di questa nuova frontiera, la pittura stava superando lo spazio della cornice, si stava espandendo nell’ambiente, si stava smaterializzando nelle visioni futuristiche in cui un’unica piattaforma avrebbe condiviso e contaminato tutti gli stili e tutti i linguaggi, sapendo però interagire con un luogo sociale, antropologico, culturale complesso […]».

LA MOSTRA
“Frontiera 40 Italian Style Writing 1984-2024” si interroga sull’eredità storica e critica che quel­la iniziativa, seminale nel contaminare sistema dell’arte ufficiale e realtà urbana del Writing, ha avuto fino ai nostri giorni.

La mostra si focalizza sul lavoro di 181 tra le migliori rappresentanze italiane dello Style Wri­ting che, partendo dall’arte di frontiera, quella che secondo Alinovi si poneva «entro uno spa­zio intermedio tra cultura e natura, massa ed élite, bianco e nero, aggressività e ironia, im­mondizie e raffinatezze squisite», si spingono verso nuove possibilità di espressione che con­templino la pittura ambientale come un nuovo orizzonte, suggestione peraltro elaborata dalla stessa Alinovi.

Tra gli autori ve ne sono alcuni direttamente influenzati dalla mostra del 1984 mentre altri, più giovani, hanno operato a partire dall’ultimo decennio del Novecento, periodo in cui la disciplina ha visto una crescita sia fisica che stilistica esponenziale.

Nei lavori esposti emerge il peso che le città di appartenenza dei writers hanno avuto nel loro percorso. Operare a Milano ha certamente un significato differente dal farlo a Bologna o a Roma, e inoltre, l’infit­tirsi dei rapporti intessuti con luoghi di provincia ha rafforzato in questi autori l’uso di linguaggi contaminati che hanno dato vita a lettere contenenti stili differenti e poco comprensibili a un pubblico ignaro del glossario della disciplina.

La mostra è un compendio di più di 40 anni di sperimentazione, azzardi vandalici, sfide stilisti­che, amicizie e crew in grado di travalicare il confine territoriale della propria città di apparte­nenza unendosi a gruppi più ampi e internazionali.

I 181 bozzetti inediti presentati testimoniano il processo creativo di diverse generazioni di wri­ters italiani, dispositivi espressivi unici, prioritari e generativi dello stile di ciascun autore. Nel­la disciplina del Writing i disegni preparatori, o sketches, costituiscono le testimonianze dell’evoluzione e della sofisticazione del segno e rappresentano degli strumenti d’indagine do­tati di un valore concettuale, oltre che dei documenti di un percorso in fieri.

Le opere esposte sono perlopiù realizzate su carta, nelle sue infinite variabili, ma anche su tes­suti e supporti di altro genere sui quali si è intervenuti con grafite, pennarelli, marker, colori acrilici e talvolta attraverso l’utilizzo di tecniche miste proto o pseudo collage che hanno dato origine a nuovi vocabolari stilistici. Negli sketches vi è la presenza perlopiù di lettere con pochi accenni al figurativo, quasi a dimostrare l’uso di una vera e propria lingua fatta di codici prove­nienti da un’intuizione ancestrale, quasi primitiva, all’origine del segno e della sua ipotetica rappresentazione.

NON SOLO MOSTRA
Le opere sono inserite in 11 teche dislocate in diversi spazi del MAMbo e che forniscono al pubbli­co una inedita chiave di lettura di un movimento a cui la critica d’arte non ha rivolto la giusta attenzione. Un flyer esplicativo e una mappa esemplificativa, necessari per lo storytelling del fenomeno dei writers nella sua evoluzione, sono consultabili sul sito web interamente dedicato al progetto, frontiera40.com , nel quale è inoltre possibile trovare dei testi di Francesca Alinovi e di Fabiola Naldi.

Il set sonoro che Neu Radio, partner del progetto, ha curato per l’inaugurazione della mostra costi­tuisce il primo tassello di un archivio “sonoro” in cui si raccoglieranno in itinere voci, racconti, memorie e approfondimenti intorno alla mostra.

INTITOLAZIONE CIVICA A FRANCESCA ALINOVI
A precedere l’inaugurazione della mostra, si è tenuta la cerimonia di intitolazione a Francesca Alinovi del passaggio pedonale che inizia da via del Porto e attraversa il Giardino del Cavaticcio adiacente alla sede del museo. Erano presen­ti il sindaco Matteo Lepore, la delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana Elena Di Gioia e il direttore del MAMbo Lorenzo Balbi.

C.S.M.F.
Fonte: comunicato stampa del 12 aprile 2024
Immagini: Veduta di allestimento, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2024
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna



FRONTIERA 40 ITALIAN STYLE WRITING 1984-2024
13 aprile – 13 luglio 2024

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