Completati gli ultimi restauri all’abbazia, finanziati dai Friends of Florence: interventi su abside, transenna, pulpito, Cristo Crocifisso e busto reliquiario di San Miniato.

Sono stati presentati il 27 aprile 2023 i restauri recentemente realizzati in San Miniato al Monte a Firenze, grazie al dono di Friends of Florence, la Fondazione americana che dal 1998 sostiene la conservazione del patrimonio fiorentino e toscano, grazie ai suoi donatori che da tutto il mondo quotidianamente hanno a cuore il futuro di questi capolavori.

L’intervento è stato realizzato sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, da un team di restauratori e professionisti della diagnostica e della conservazione.

Il restauro ha interessato più parti dell’abbazia: l’abside con i suoi marmi e il mosaico nel catino, l’altare e il Cristo Crocefisso di terracotta invetriata, il Pulpito e la Transenna, il Busto reliquiario di San Miniato, quest’ultimo vincitore della V edizione del Premio Friends of Florence Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze organizzato dalla Fondazione in collaborazione con il Salone omonimo. (Altri restauri già completati a San Miniato, vedi notizia DeArtes qui e qui).

LO STATO DI CONSERVAZIONE DELLE OPERE
Prima del restauro le opere si trovavano in differenti stati conservativi: se pulpito e transenna, quest’ultima con le pitture murali sul retro, pur essendo in discrete condizioni erano coperti da depositi coerenti e incoerenti, l’altare presentava un’alterazione piuttosto estesa in corrispondenza della cornice marcapiano, degli archi e della zoccolatura che appoggia sul sedile di marmo. Il Cristo Crocefisso oltre a un elevato strato di deposito atmosferico presentava vecchie integrazioni pittoriche sul perizoma e sulle braccia e aveva una mano totalmente staccata e sorretta da chiodi. Il mosaico del catino absidale, anch’esso coperto da depositi incoerenti e coerenti dovuti a polveri, depositi atmosferici e nero fumo che lo avevano opacizzato, era interessato da problematiche sia strutturali come lesioni e difetti di adesione degli intonaci, sia superficiali come sollevamenti di singole tessere e strati più superficiali del mosaico. La decorazione in alcune zone si presentava molto disordinata a causa di numerose stuccature alterate e debordanti e di estese ridipinture. Infine anche il busto reliquiario si presentava in uno stato conservativo compromesso sia per i materiali costitutivi del supporto – segnato da alcune rotture – sia per la policromia interessata da ridipinture e da numerosi sollevamenti del colore e della doratura.

IL RESTAURO
L’intero lavoro è durato circa un anno, fra analisi sullo stato di conservazione, studio sulle tecniche esecutive di ciascun’opera, prove e pulitura, stuccature e ritocchi. Il team di restauratori ha lavorato in profonda sinergia, nel pieno rispetto dell’abbazia e della comunità di monaci benedettini che la vive quotidianamente, consapevoli che prima di tutto San Miniato al Monte è un luogo di spiritualità e che la cultura è e deve continuare a esserne a supporto e a servizio. Ed è in quest’ottica che il restauro di ciascuna opera non è soltanto servito a conservare le superfici, ma è stato propizio per assicurarne la leggibilità, la fruibilità e per studiarne gli aspetti tecnici e storico-artistici. 

LE PAROLE DELL’ABATE E DELLA PRESIDENTE DEI FRIENDS
L’abate di San Miniato al Monte, padre Bernardo Gianni, ha così espresso la sua gratitudine: «Come è ineffabile lo stupore generato dalla contemplazione della bellezza del mosaico bizantino e degli altri preziosi apparati in marmo che anticipano qui in terra qualcosa dello splendore della Gerusalemme Celeste, così è davvero altrettanto difficile per noi trovare sillabe adeguate per esprimere la gioia, la gratitudine e l’ammirazione della intera comunità monastica di San Miniato al Monte di fronte al concorso di amore, competenza, dedizione e soprattutto disinteressata generosità che hanno reso possibile l’impresa condotta adesso a termine, sotto lo sguardo scrupoloso e partecipe della Sovrintendenza fiorentina e in particolare della dottoressa Maria Maugeri, da maestranze che con insonne passione hanno restituito questo capitolo fondamentale dell’arte e dell’architettura di Toscana al suo sorgivo nitore. Desiderio ringraziare in modo tutto speciale e con perenne e orante memoria l’impegno straordinario e costante dei Friends of Florence per la salvaguardia del patrimonio millenario di San Miniato al Monte e, con una intensità tutta speciale, quello davvero eccezionale della famiglia Simon che dona a Firenze e al mondo intero tanta ritrovata meraviglia».

Sottolinea la Presidente di Friends of Florence, Simonetta Brandolini d’Adda: «San Miniato è da sempre nel cuore di Friends of Florence: è di pochi anni fa il sostegno ai restauri del Tempietto e della Cappella del Cardinal di Portogallo (vedi notizie DeArtes qui e qui). Questi nuovi interventi permettono di apprezzare e vivere nel profondo la bellezza che l’Abbazia dona a chi vi entra per pregare, per conoscere, per ammirare. I restauri consentono di restituire alla comunità di tutto il mondo, un patrimonio d’inestimabile valore fatto di dettagli che finalmente tornano visibili e arricchiscono una narrazione che potrà essere raccontata per gli anni a venire… Un grazie speciale va alla nostra consigliera Stacy Simon che ha scelto di sostenere il restauro in memoria di suo marito Bruce: è proprio attraverso il suo dono che abbiamo potuto realizzare l’intero progetto di restauro».

C.S.m.
Ufficio Stampa, 27 aprile 2023
Immagine: San Miniato al Monte, Abside, altare, mosaico, Cristo Crocefisso
foto di Antonio Quattrone