Mille mq con 248 reperti: un viaggio tra le varie scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. Postazioni multimediali interattive.

Il percorso espositivo del Museo Egizio di Torino si è ampliato dal 22 dicembre 2023. Dopo i lavori di consolidamento e restauro, ha riaperto il terzo piano del Museo, con un nuovo allestimento: la Galleria della Scrittura.

[Statuetta di Thot come ibis. Epoca Tarda (722-332 a.C.)]

Si tratta di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. Sotto i riflettori non solo i geroglifici e l’avventura che nei secoli portò alla loro decifrazione e alla nascita dell’Egittologia, ma anche lo ieratico, il demotico e poi il copto.

Raccontare la storia della scrittura antica, nelle sue varianti ed evoluzioni significa anche descrivere la società, le articolazioni dello stato e in ultimo la figura dello scriba, custode della memoria storica dell’antica civiltà egizia e depositario di un saper fare che affonda le sue origini nel mito ed è avvolto da un’aura quasi sacra.

Il progetto espositivo è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo. La Papiroteca dell’Egizio è uno scrigno di più di 800 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 23.000 frammenti di papiro, che documentano più di 3000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue ed è crocevia di progetti internazionali di restauro e digitalizzazione.

I papiri non furono l’unico supporto che ha condotto fino a noi i testi antichi, raccontati nella Galleria della Scrittura anche da postazioni multimediali, alcune delle quali interattive, realizzate grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

[Pyramidion di Ramose, Nuovo Regno (1292–1190 a.C.)]

LA SALA DELLA SCRITTURA
Fin dagli esordi la scrittura egizia ebbe una forte componente figurativa e il geroglifico, a cavallo tra tecnica e arte, è giunto a noi prima che sui papiri, su etichette di vasi, o scolpito sulle pareti di templi o su tombe o su statue, assumendo così connotati monumentali e celebrativi.

È il caso del Cartiglio in calcare, datato tra il 1353 e il 1336 a.C., che apre la Galleria della Scrittura. Scolpiti su un gigantesco blocco, i geroglifici assumono una valenza quasi sacra e il nome della divinità Aten, riportato nel cartiglio, attraversa i millenni per arrivare intatto fino ai giorni nostri.

In esposizione anche una delle prime frasi di senso compiuto conosciuta, contenuta sul frammento di un Monumento del faraone Djoser, datata tra il 2592 e il 2566 a.C. e venuta alla luce a Eliopoli nel secolo scorso.

[Papiro medico-magico (scritto in ieratico). Cyperus papyrus. Nuovo Regno, XX dinastia (1190-1077 a.C.) Tebe/Deir el-Medina Collezione Drovetti (1824) C. 1994]

Da sistema per etichettare le merci, amministrare il paese e legittimare il potere regale a strumento sacro e magico, per tramandare formule e rituali: la scrittura nei millenni si evolve e da strumento contabile passa al dare forma a inni, rituali sacri, lettere con spunti biografici e anche testi letterari. La varietà di testi è ben rappresentata dalla sala in cui sono raccolti ben 35 papiri antichi, per 40 metri di lunghezza totali, alcuni dei quali esposti per la prima volta.

Tra i papiri di rilevanza mondiale ospitati nella Galleria della Scrittura c’è il Papiro dei Re, l’unica lista regale d’epoca faraonica scritta a mano su papiro che sia giunta fino a noi, accompagnato da uno schermo interattivo, in cui i nomi di molti sovrani sono associati a un approfondimento storico-scientifico.

C’è anche il Papiro della Congiura, un testo quasi di cronaca giudiziaria, che ricostruisce il processo e le pene inflitte ai colpevoli dell’attentato contro Ramesse III (1190-1077 a.C.), un papiro di oltre 5 metri di lunghezza, che torna in esposizione all’Egizio dopo anni.

I testi quindi si fanno fonti storiche e in questo contesto in esposizione c’è anche la copia del Trattato di Qadesh, una tavoletta in argilla che documenta la pace stipulata nel XIII secolo a.C. tra l’Egitto e l’impero ittita (nell’odierna Turchia), scritto in cuneiforme. La tavoletta originale risale al 1259 a.C. ed è stata rinvenuta nell’antica capitale ittita, Hattusa; oggi è conservata al Museo dell’Antico Oriente di Istanbul. Si tratta del trattato di pace più antico conosciuto, per cui un’altra copia è esposta nel Palazzo delle Nazioni Unite a New York. Quella di Torino è stata donata al Museo dal Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Türkiye.

[Statua magica contro i serpenti e gli animali pericolosi. Fine epoca tarda – inizio epoca ellenistica (400-300 a.C.)]

La Galleria si conclude con una sezione dedicata al potere, anche salvifico, della scrittura, con formule magiche e protettive contro i coccodrilli e il morso dei serpenti. In qualche modo si torna alla dimensione mitologica della scrittura, che arrivò agli uomini come dono divino. Una dimensione approfondita in una vetrina dedicata al dio Thot. Secondo il mito, infatti, fu proprio Thot, con il corpo di uomo e la testa di Ibis, a ideare e a donare agli uomini la scrittura, divenendo patrono della conoscenza e degli scribi. Un mito questo tramandato poi alla cultura greca e riportato anche da Platone nel “Fedro”.

LE PAROLE DELLA PRESIDENTE DEL MUSEO EGIZIO, EVELINA CHRISTILLIN
«Proiettati verso il bicentenario nel 2024, tagliamo il traguardo a fine anno del milione di visitatori e riapriamo al pubblico il terzo piano del Museo. Un nuovo tassello arricchisce il percorso espositivo dell’Egizio, che cambierà ancora volto. Grazie al mecenatismo attento di Consulta, con la Galleria della Scrittura proponiamo una sorta di museo nel museo, con cui intendiamo riannodare le fila del racconto di una delle innovazioni che non ha mai smesso di avere un’influenza sull’umanità. Potrebbe infatti esistere l’intelligenza artificiale, senza la scrittura?»

[Statua di scriba. Medio Regno (1980-1700 a.C.)]

IL DIRETTORE DEL MUSEO EGIZIO, CHRISTIAN GRECO
«Il pensiero egizio oscillava continuamente fra razionalità ed empirismo. Forse nulla come il geroglifico dà ragione di questa tensione, che vogliamo far scoprire al visitatore. Rivestendo contemporaneamente il ruolo di grafema e simbolo, il geroglifico ci restituisce un doppio significato fonologico e iconografico e si trova quindi ad assumere due funzioni distinte: quella linguistica e quella semiotica. Testo e immagine sono reciprocamente complementari e ci permettono di avvicinarci alla comprensione di 4000 anni di storia dell’Antico Egitto.

Come e perché si è sviluppata la scrittura, che ruolo ha avuto nella formazione dello Stato in tutte le sue articolazioni e nello sviluppo del discorso religioso e della complessa cosmografia funeraria? Sono alcuni degli interrogativi a cui cerchiamo di dare risposta, con rigore scientifico e allo stesso tempo cercando di interessare e appassionare visitatori di tutte le età, anche attraverso supporti multimediali e interattivi».

C.S.m.
Testo e immagini: Ufficio Stampa Museo Egizio, 21 dicembre 2023
Immagine di copertina:
Stele dei cortigiani Nyankhinpu e Djefes. Antico Regno (2305-2118 a.C.)

Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino 
Via Accademia delle Scienze 6 – 10123 Torino 
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