A Palazzo Bonaparte la mostra più attesa dell’anno, dedicata all’artista più famoso e amato del mondo. Eccezionale prestito di 50 opere dal Museo Kröller-Müller di Otterlo.

Alla vigilia dei 170 anni dalla nascita, una grande mostra celebra il genio di Vincent Van Gogh, a Palazzo Bonaparte dall’8 ottobre 2022 al 26 marzo 2023 (prorogata fino al 7 maggio). Attraverso le sue opere più celebri – tra le quali il famoso Autoritratto (1887) – viene raccontata la storia dell’artista più conosciuto al mondo.

[Vincent Van Gogh, Il seminatore, Arles, 17 – 28 giugno 1888 ca © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherland]

Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che terminò il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.

Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinse una serie sconvolgente di capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi – le famose “Lettere” al fratello Theo van Gogh – inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.

[Vincent van Gogh, Il burrone (Les Peiroulets) Saint–Rémy, dicembre 1889 © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherland]

LA MOSTRA
Attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo, che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh, e tante testimonianze biografiche, la mostra ricostruisce la vicenda umana e artistica di Van Gogh, per celebrarne la grandezza universale.

Un percorso espositivo dal filo cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita. Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità, come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino.

[Vincent Van Gogh, Pini al tramonto, Saint–Rémy, dicembre 1889 © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherland]

Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino durante il quale Van Gogh si dedicò a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante. Si rafforzò anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.

È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell’arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l’uno accanto all’altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità.

[Vincent van Gogh, Vecchio disperato (Alle porte dell’eternità) Saint–Rémy, maggio 1890 © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands]

L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l’immagine del Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore. E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di un Burrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una angoscia fatale.

La mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti. Catalogo edito da Skira.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, 7 ottobre 2022
Immagine di apertura: Vincent van Gogh, Autoritratto
Parigi, aprile – giugno 1887
© Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

VAN GOGH
CAPOLAVORI DAL KRÖLLER-MÜLLER MUSEUM
8 ottobre 2022 – 26 marzo 2023 (prorogata fino al 7 maggio)

Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) 00186 – Roma
Informazioni e prenotazioni T. + 39 06 87 15 111
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it    
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