A Palazzo Tarasconi, oltre 100 opere del più celebre artista pop degli anni ’80: litografie, serigrafie, disegni su carta, manifesti.  

I lavori esposti, provenienti da una collezione privata, illustrano l’intero arco della breve ma prolifica carriera di Haring, esaminando diversi aspetti della vita e della produzione dell’artista, tra cui i disegni in metropolitana e la street art, le mostre in alcune delle più famose gallerie di New York, il Pop Shop e il suo lavoro commerciale.

Dopo le quattro tappe del tour americano, il grande successo alla Villa Reale di Monza (da cui viene l’immagine di copertina) e l’ultima tappa in Israele, la mostra Keith Haring. Radiant Vision, curata da Katharine J Wright,torna in Italia presso Palazzo Tarasconi di Parma dal 16 settembre 2023 al 4 febbraio 2024 (opening: venerdì 15 settembre 2023 ore 18.30).

Sostenitore della de-escalation nucleare, dei diritti civili, del benessere dei bambini e della consapevolezza dell’AIDS, Haring ha trascorso la sua carriera realizzando poster, opere d’arte pubblica e commissioni di beneficenza a sostegno di queste cause vitali.

In mostra i visitatori possono riconoscere immediatamente gli iconici “Radiant baby”, che hanno permeato la cultura americana negli anni ’80 e sono diventati simboli emblematici dell’epoca. Le immagini sono potenti esempi di come Haring abbia combattuto per il cambiamento usando l’arte come piattaforma per il suo attivismo. Il progetto espositivo vuole essere un tributo all’artista, appassionato sostenitore della giustizia sociale e che si è sempre dedicato ai giovani di tutto il mondo, sostenendo la loro salute e i loro diritti e supportando al contempo il loro sviluppo creativo.

Galleria immagini: www.palazzotarasconi.it/mostra/radiantvision/

APPROFONDIMENTI:

L’ARTISTA E LA SUA OPERA
Keith Haring (1958-1990) è stato probabilmente l’artista americano più affermato e di spicco degli anni Ottanta. Nel corso della sua breve carriera, Haring ha riscritto le regole dell’arte contemporanea, integrando le arene apparentemente discrete della grintosa controcultura del centro di New York e dell’aristocrazia artistica dei quartieri alti. Pur lavorando una varietà di medium differenti – tra cui dipinti, stampe, poster, disegni, sculture e street art – lo stile di Haring è immediatamente riconoscibile. Linee decise, simboli pittografici e colori vivaci abbondano in ogni sua opera. Amico di Andy Warhol, Haring ha rappresentato l’apoteosi della Pop Art, esplorando senza ritegno il potenziale di marketing del suo “marchio” attraverso partnership commerciali, prodotti di largo consumo e persino una propria vetrina.

LA MOSTRA
Il percorso di mostra si divide in nove sezioni. Nell’Iconografia si racconta di come Haring si sia appassionato allo studio dei simboli e nonostante le sue abilità di disegnatore migliorino le linee, si evolvano in pittogrammi runici dando vita al suo lessico visivo: cani che abbaiano, bambini radiosi, volti sorridenti, uomini segnati, figure danzanti, folle pulsanti, televisori incandescenti e UFO che si spengono, tra gli altri simboli. 

Si raccontano poi gli inizi e la vita nella città di New York, dove Haring si trasferì nel 1978 per studiare alla School of Visual Arts. Segue la sezione dedicate alla Giustizia sociale dove, con opere come “Untitled (Apartheid)”, un dipinto a due pannelli che raffigura una grande figura nera che lotta per liberarsi dal cappio dell’oppressore bianco, Haring sostiene il movimento anti-apartheid.

Una sezione è dedicata al lavoro fatto con i giovani. In mostra la “Kalish suite”: un gruppo di undici incisioni di Haring e di Sean Kalish, un bambino delle elementari che frequentava il Pop Shop. I due strinsero amicizia e crearono insieme questa suite di immagini selvagge e surrealiste, passandosi di mano in mano ogni opera.

In mostra anche “Medusa head”, la più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga più di due metri e alta quasi un metro e mezzo. L’opera è stata creata in collaborazione con il tipografo danese Borch Jensen che, dopo aver conosciuto Haring a una cena, lo invitò a sperimentare la sua nuova macchina da stampa lunga tre metri. L’opera è una rivisitazione moderna del racconto greco di Medusa, una donna alata i cui capelli erano composti da serpenti in grado di trasformare gli astanti in pietra. Per Haring, che nel 1986 era stato testimone degli effetti mortali dell’AIDS ma non aveva ancora ricevuto la diagnosi, il mostro mitico era un simbolo della terrificante malattia che uccideva i suoi giovani amici sani in un batter d’occhio.

L’esposizione è prodotta da General Service and Security e GCR. La Direzione Artistica e di Produzione è affidata a WeAreBeside. La mostra Keith Haring. Radiant Vision è un progetto itinerante possibile grazie a Pan Art Connections. Uno degli enti patrocinatori della mostra è Anlaids, la prima associazione italiana nata nel 1985 che si occupa di fermare la diffusione del virus HIV e dell’AIDS.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 4 settembre 2023
Immagine di copertina: Installation view mostra Keith Haring. Radiant Vision alla Villa Reale di Monza Photos by LaltroSCATTO – Patrizia Scolletta
Galleria immagini: www.palazzotarasconi.it/mostra/radiantvision/

KEITH HARING. RADIANT VISION
16 settembre 2023 – 4 febbraio 2024
(Opening: venerdì 15 settembre 2023 ore 18.30)

Palazzo Tarasconi
Strada Farini, 37 – 43121 Parma PR
info@palazzotarasconi.it
www.palazzotarasconi.it/mostra/radiantvision

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