A Palazzo Loredan, 100 opere, molte inedite, del pittore Otto-Novecentesco acclamato in vita e poi dimenticato.  

L’eccezionale riscoperta, dopo quasi sessant’anni d’inesplicabile silenzio, di un acclamato protagonista del panorama artistico internazionale nei primi decenni del Novecento e nella fascinosa Venezia del tempo; soprattutto la rivelazione di una pittura in piena sintonia con una società in profondo e talvolta tumultuoso rinnovamento.

Italico Brass (Gorizia 1870–Venezia 1943) chiude un’epoca e ne apre un’altra, assolutamente inedita, condividendo gli stimoli e la poetica degli impressionisti e facendo della città lagunare la sua città d’elezione e il soggetto prediletto.

Proprio al grande “poema pittorico” che Brass, nel corso degli anni, realizza intorno a Venezia è dedicata la mostra curata da Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin. Promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia e dall’editore lineadacqua, straordinariamente espone, dal 29 settembre al 12 dicembre 2023, a Palazzo Loredan in Campo Santo Stefano, un centinaio di opere, di cui molte inedite e finalmente visibili, parte del lascito dell’artista alla famiglia.

Un percorso tra brani di una Venezia quasi “minore”, certamente non monumentale, ma mai banale e stereotipata. Una Venezia che Brass coglie tra feste, riti ed eventi; città di popolo, senza distinzioni di classi, fatta di apparizioni della folla e situazioni còlte nell’attimo in cui si formano, sempre en plein air, con l’energia e la vitalità di mille variazioni atmosferiche. Un’emozionante Venezia ancora dei veneziani, tratteggiata con gioia e partecipazione, in un dialogo fatto di luci e colori vibranti che appare unico.

[Ritratto di Italico Brass. Courtesy lineadacqua]

L’ARTE DI ITALICO BRASS
Certamente nella maturazione della personalità artistica di Brass – che Elio Zorzi, in occasione della retrospettiva dedicatagli nella Biennale del ’48 (la stessa che vide esposti anche gli Impressionisti e la collezione Guggenheim) definì «un fenomeno particolare, un caso isolato» per il suo tempo – appaiono fondamentali gli anni della formazione: prima all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera e poi a Parigi, dove il giovane Italico risiedette per circa sette anni frequentando accademie e integrandosi nei circoli variegati del mondo impressionista.

È dunque nelle differenti anime dell’Impressionismo, ma anche nelle derivazioni del secondo Impressionismo e dell’immediato Post-impressionismo, che vanno ricercati influssi e riflessioni che matureranno variamente nella sensibilità di Italico il quale, pur non abbandonando completamente certe durezze della pittura austro-tedesca e nordica, «manifesta una sua personalissima adesione allo spirito, all’atmosfera e ai principi pittorici condivisi dai grandi protagonisti di quel movimento».

Brass appare dunque sulla scena chioggiotta e veneziana nel 1895, di ritorno da Parigi, e si impone subito come un protagonista. Presente alla Biennale fin dalla sua prima edizione, la sua sarà una partecipazione costante e molto apprezzata, tanto da meritargli quella qualifica di “Pittore di Venezia” che già a Parigi lo aveva contraddistinto.

Chioggia e Burano furono le mete delle sue prime incursioni veneziane. Chioggia in quegli anni trasmetteva il fascino della laguna richiamando pittori italiani e stranieri e qui si ritrovava il fior fiore dell’arte veneziana: Luigi Nono, Ettore Tito e il friulano Umberto Veruda e Pieretto Bianco, Mosè Bianchi, Emilio Gola e Pietro Fragiacomo.

Certo è che fin dalla sua prima personale alla Biennale del 1910 – quella che segna l’apertura alle correnti più innovative e fertili dell’arte europea – il successo e l’affermazione del pittore sono definitivi. Ad essa seguiranno mostre collettive e ricche personali in molti paesi, di qua e di là dell’Atlantico, e soprattutto esposizioni nei paesi nordici.

“IL PITTORE DI VENEZIA”
Se la vita porterà Brass in giro per il mondo – anche come “reporter” di guerra – Venezia sarà il vero punto di arrivo e il suo irrinunciabile orizzonte. A Venezia egli deciderà di lavorare e vivere nell’abitazione di San Trovaso, con la moglie russa Lina Rebecca Vigdoff, incontrata a Parigi e allora studentessa di medicina.

A Venezia, dove frequenterà gli ambienti e le persone che contano – grandi imprenditori, intellettuali, gerarchi e artisti – sarà impegnato in iniziative culturali importanti, inserito nei comitati scientifici di celebri mostre d’arte curate negli anni Trenta dall’amico Nino Barbantini (su Tintoretto, Tiziano e Veronese) o coinvolto in iniziative di arredo e scenografia del Canal Grande in occasione delle più importanti festività.

Sempre a Venezia acquisterà e s’impegnerà nel lungo restauro della diroccata e semi abbandonata Abbazia Vecchia della Misericordia, che diventerà sede del suo atelier e della sua celebre collezione d’arte antica (a lui, che fu anche mercante d’arte, si devono tra l’altro la riscoperta di artisti come Magnasco in collaborazione con Benno Geiger e la valorizzazione di autori come Arcimboldo e Pordenone), oltre che il fascinoso e ascetico luogo d’incontro di artisti, giornalisti, intellettuali e maggiorenti. La città lagunare: luogo di vita dunque e d’ispirazione.

LA MOSTRA
La mostra è organizzata su una serie di visioni veneziane che Italico propone, quasi a suggerire, nel percorso espositivo, una sorta di inedito itinerario in città. Tra regate, campielli animati di gente, ponti di barche montati di anno in anno, “campassi erbosi” e calli, con i suoi dipinti Brass ci accompagna – nelle sale dell’esposizione e in catalogo – in una passeggiata sorprendente nella sua Venezia «con l’occhio e il gusto di un uomo d’arte capace di innumerevoli ‘variazioni sul tema’, per una lettura sempre mutevole e inedita grazie al suo magico utilizzo dei colori, della luce, dell’acqua e dei cieli, di cui è scrutatore inesausto e geniale» scrivono Romanelli e Vatin.

L’esperienza di visita è resa unica anche dal profumo, creato appositamente da un marchio di profumeria artistica di lusso ispirato all’antica arte profumiera di Venezia. Allo stesso modo, le celebri lampade in seta ideate dal contemporaneo Mariano Fortuny richiamano in mostra gli ambienti dell’atelier di Brass e il gusto del tempo, grazie alla collaborazione con la ditta che ne perpetua oggi le creazioni.
Catalogo Lineadacqua.

C.S.M.
Copyright © 2022 Villaggio Globale International, 12 settembre 2023
Immagine nella locandina: (particolare) Italico Brass
Caffè Lavena in Piazza San Marco, 1911-1912
Collezione privata Courtesy lineadacqua

ITALICO BRASS
29 settembre – 22 dicembre 2023

Palazzo Loredan – Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti
Riva del Carbon, 4637, 30124 Venezia
(campo Santo Stefano, sestiere di San Marco )

Info mostra:
info@lineadacqua.com
www.lineadacqua.it

social: @lineadacqua
@istitutoveneto