VESPRI A SAN VITALE 2019
Lo sguardo catturato dalla meraviglia dell’oro dei mosaici che vestono l’intera abside, i volti ieratici di santi e imperatori come sospesi nell’eterno; a terra le volute del “labirinto dell’anima”, incastonato nel pavimento del presbiterio: il cammino dei “Vespri a San Vitale” si dipana proprio lì, alle 19, all’ora che si frappone fra gli affanni quotidiani e il calare della notte, sfuggendo ai labirinti della routine grazie a quell’esperienza straordinaria che è la contemplazione della bellezza. Dal 6 giugno al 14 luglio, in collaborazione con l’Opera di Religione dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e da quest’anno con il prestigioso patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, la XXX edizione di Ravenna Festival rinnova il quotidiano pellegrinaggio musicale nella Basilica di San Vitale, uno degli otto monumenti della città riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Trentotto concerti, diciannove differenti programmi (di cui quattordici selezionati attraverso un bando internazionale), una visita al Refettorio di San Vitale, parte del Museo Nazionale, e il simbolico biglietto da 1 euro per scoprire un tesoro di musica, storia, arte e spiritualità nello scrigno della basilica. 
La prima, e ormai storica, edizione del Festival aveva già eletto la Basilica di San Vitale fra i propri luoghi di concerto riservandole ogni anno appuntamenti unici e indimenticabili; nel suo trentennale torna a visitare la più amata di tutte le basiliche di Ravenna con un programma dei Vespri particolarmente ricco e vario. Le oltre cento proposte raccolte quest’anno attraverso il bando – provenienti da tutta Italia, ma anche da Spagna, Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Russia e Israele – accanto alla costante e ampia partecipazione del pubblico, testimoniano l’inesausta vitalità di un Festival che ha fatto del legame con il patrimonio della città una delle chiavi di volta della propria identità. 

La rassegna si apre anche quest’anno con un’opera in forma di sacra rappresentazione: “…e immediatamente diventai sapiente” (6, 7, 9 e 10 giugno) varca la soglia dell’universo intellettuale e spirituale di Hildegard von Bingen, il cui pensiero – suggerisce Guido Barbieri, autore del testo su musica di Francesco Maria Paradiso – “è una cometa”, il cui nucleo incandescente è la fede ma la cui scia attraversa teatro e poesia, musica e filosofia, linguistica e scienze naturali. Caratterizzata dall’uso dell’elettronica e delle interazioni digitali (live electronics e regia del suono di Massimo Marchi) sia per i singoli personaggi che per le relazioni fra flauto solista, Federica Lotti; soprano, Pamela Lucciarini; voce recitante, Emanuela Faraglia, si sviluppa a partire dall’episodio della dolorosissima separazione di Hildegard dall’allieva prediletta e figlia spirituale Richardis, per riflettere su una vita densa di avvenimenti interiori e pubblici, patimenti e visioni. «La preghiera, la dedizione all’osservazione, alla ricerca e allo studio, la profonda conoscenza di erbe e pietre come base terapeutica per guarire malattie e disagi, insieme ai canti sacri da lei composti celebrati dalle voci delle monache di cui Hildegard era badessa, i messaggi rivelati dalle visioni – elenca Federica Lotti, dalla cui idea è nato lo spettacolo coprodotto con il centro di ricerca e produzione musicale Agon e con il sostegno di SIAE-Classici di oggi – tutto è volto a sorreggere la viriditas, il principio vitalistico che per Hildegard percorre la vita nel suo movimento. E l’opus cordis, il lavoro del cuore che tutto amalgama e ricompone».
Sabato 8 giugno appuntamento unico con Domus supra petram, il concerto del LiberaVox Ensemble, costituitosi nel 1990 a Roma e diretto da Luigi Taglioni. “Una casa costruita sopra la roccia” è la definizione del Vangelo di chi basa la propria vita sull’ascolto profondo della Parola divina: un titolo che ben si addice ad un programma dedicato a Giovanni Pierluigi da Palestrina e al suo stile polifonico, prodigiosa sintesi fra la complessità verticale della ricerca fiamminga e la percezione orizzontale della parola cantata, espressione di un sentire musicale intimamente “sacro” e contemporaneamente “umano”.

Salmi, la performance per live electronics di Maurizio Alfonsi in programma dall’11 al 13 giugno, può definirsi una nuova forma di improvvisazione, dove il compositore è anche esecutore che ricrea attraverso un irripetibile gesto creativo il fluire materico del suono a partire da un distillato di musiche preesistenti. Frammenti di canti gregoriani, beneventani, romano-antichi, milanesi vengono elaborati seguendo un flusso costante, in dialogo fra forme vocali arcaiche e concetti attuali. Fra gli “strumenti” di Alfonsi – già consulente musicale del Centro Ricerche Musicali di Roma come esperto in sistemi digitali per la sintesi e l’elaborazione numerica del suono in tempo reale – algoritmi, controller digitali, oltre a campioni audio prelevati da chiese e luoghi di culto.  
Il 14 e 15 giugno protagonista Il Giardino delle Muse, duo di flauti dolci composto da Simone Erre, docente nei conservatori di Castelfranco Veneto e Pavia, e dalla sua allieva Benedetta Ferracin. Ave gloriosa mater esplora la musica sacra tra XII e XIII secolo. Monodia e polifonia, tecnica dell’improvvisazione e argomento mariano sono le linee lungo le quali si dipanano i brani scelti per questo concerto, tratti da raccolte quali le spagnole Cantigas de Santa Marìa o il Laudario di Cortona: caratteristica comune è il profondo senso di spiritualità e raccoglimento, esaltato dalla particolarità timbrica dei flauti dolci nelle diverse taglie. 
Se domenica 16 giugno l’appuntamento delle 19 è con i Tallis Scholars a Sant’Apollinare Nuovo (parte del percorso di sette concerti “Le sacre ore del giorno” di cui è protagonista il celebre gruppo vocale inglese), si riparte da San Vitale il 17 e 18 giugno con Violoncello solo. Nata a Taiwan e allieva di Victor Spieller (a sua volta allievo di Rostropovicˇ), Jo-Chan Lin, diplomata anche al Conservatorio di Santa Cecilia, ha all’attivo concerti come solista e primo violoncello in Italia e all’estero. Delle sei suites di Bach per violoncello solo esegue le n. 1 in sol maggiore e la n. 4 in mi bemolle maggiore (lunedì 17); la n. 2 in re minore e la n. 6 in re maggiore (martedì 18), in un percorso che, con il concerto di Mauro Valli al Chiostro della Classense (4 luglio), completa l’intero ciclo, caposaldo della letteratura per violoncello che concentra, in uno strumento fino a Bach estraneo al concetto stesso di solismo, una straordinaria qualità e varietà di invenzione, di gioco, di poesia e al tempo stesso di infallibile razionalità.

Il 19 e 20 giugno nella penombra delle architetture antiche, il suono magico di un altro strumento solista, il sassofono di Dimitri Grechi Espinoza, sfrutterà l’unicità dell’acustica della basilica per creare armonie attraverso le risonanze naturali. Col progetto Oreb, il musicista – nato a Mosca e capace di attraversare scene musicali lontanissime fra loro, da New York al Congo – ha inteso riscoprire il respiro profondo dei luoghi sacri di tutto il mondo per «contribuire a riportare la musica alla sua primitiva funzione di dialogo con il Sacro, nel quale superare differenze di credo, distanze culturali e incontrare così se stessi e gli altri». Dal 21 al 23 giugno un altro percorso mariano si dipana attraverso il Seicento barocco proponendo autori legati in particolare a Venezia. Ecce Maria: ghirlanda di Mottetti sacri e Cantate è una meditazione sulla figura della Vergine, donna e madre. A farsene guida l’Ensemble Dolci Accenti, composto da interpreti attivi sulla scena internazionale della musica antica: Michele Fracasso, tenore; Daniele Cernuto, viola da gamba; Calogero Sportato, voce e tiorba.
La viola da gamba, strumento principe del rinascimento per la sua somiglianza alla voce umana, sarà protagonista dal 24 al 26 giugno di Pulvus et umbra sumus, dedicato a uno dei maggiori polifonisti del Cinquecento, Carlo Gesualdo da Venosa, precursore della musica moderna. Il quartetto di viole da gamba Consorteria delle Tenebre (Teodoro Baù, Rosita Ippolito, Marco Casonato, Noelia Reverte Reche) propone alcune delle sue più note composizioni accanto a pagine di autori coevi attivi nel territorio partenopeo, per concludere con una composizione del contemporaneo Paolo Baioni. Il consort è nato nel 2016 dall’incontro di musicisti di formazione internazionale specializzati nella prassi esecutiva antica e vanta collaborazioni con artisti quali il cornettista Andrea Inghisciano e Vinicio Capossela.
Seguono tre concerti unici: il primo giovedì 27 giugno, con Il canto greco-bizantino di Nektaria Karantzi (la sera successiva la cantante greca sarà al Chiostro della Biblioteca Classense per Tra Oriente e Occidente con il pianista Vassilis Tsabropoulos); il secondo venerdì 28 con il Coro Ludus Vocalis diretto da Stefano Sintoni in Cantar sacro: il Novecento, itinerario attraverso il poco conosciuto ma ricco panorama della musica sacra dalla seconda metà del XX secolo ai giorni nostri tra compositori italiani (tra cui anche la ravennate Greca Maria Greco) ed europei; il terzo sabato 29 con il Coro Ecce Novum guidato da Silvia Biasini e la Missa dolorosa di Antonio Caldara, scritta in onore dell’imperatore asburgico Carlo VI nel 1735, testimonianza dell’innato talento del compositore per il contrappunto e la sua potenza melodica-espressiva.
Il percorso dei Vespri continua il 30 giugno e 1 luglio sulle tracce del santo di Assisi, attraverso musiche del XIII secolo tratte dal Laudario di Cortona e dall’Ufficio Ritmico del francescano Giuliano da Spira. In Cantar Francesco le melodie sono contrappuntate con morbidezza sonora dal bandoneon di Daniele Di Bonaventura, musicista di levatura internazionale che spesso collabora con grandi nomi del jazz, che qui si unisce ad Armoniosoincanto, gruppo vocale di voci femminili alla ricerca di una purezza vocale il più possibile vicina ai canoni della musica medioevale e rinascimentale.
Il soprano Annalisa Ferrarini e l’arpista Carla They, entrambe forti di carriere che le hanno portate a esibirsi in prestigiosi teatri e festival, sono protagoniste del concerto del 2 luglio, Ave Maria: il duo passa in rassegna celebri pagine di alcuni degli autori più amati dal pubblico in un’autentica “colonna sonora” della più condivisa devozione mariana accanto a brani di più rara esecuzione; versi pii e al contempo eruditi che si dispiegano sulle note di Gounod, Schubert, Händel, Puccini, Saint-Saëns, Stradella, Durante e Caccini. 

Ritorno al Seicento con I concerti spirituali di Alessandro Melani, che il 3 e 4 luglio propone l’Opera III del compositore pistoiese, dedicata nel 1682 al Gran Principe di Toscana Ferdinando de’ Medici. A quest’ultimo – grandioso mecenate e musicista, ispiratore di una delle più straordinarie stagioni musicali dell’epoca – allude anche il nome dell’ensemble I Musici del Gran Principe diretto da Samuele Lastrucci, creato proprio con l’obiettivo di offrire una nuova opportunità d’indagine del repertorio sacro e profano dell’ancien régime, con particolare attenzione al repertorio toscano legato alla dinastia medicea.
Dal 5 al 7 luglio il gruppo vocale Gocce d’Armonia si misura con un esercizio di stile: il programma di Echi riflessi si concentra su temi “riflessi” in musica da autori che vanno dal medioevo ai giorni nostri; al contempo esalta l’acustica della basilica sfruttando gli spazi di presbiterio e del matroneo in un gioco di echi fra le varie sezioni del coro. Mentre la prima parte del concerto è legata al tema eucaristico, la seconda si concentra sulla figura di Maria, per concludersi, in aderenza alla liturgia del Vespro, con il Magnificat di E _ eriks Ešenvalds abbinato al Cantico di Simeone Nunc Dimittis.
Irmos, in greco, significa “tessitura, legatura”: un nome che sottolinea la vocazione dell’Irmos Ensemble (Margarita Swarczewskaja, Anna Tarca, Bayarma Rinchinova, Valeria Cecon) – creato in Friuli Venezia Giulia al confine con il mondo slavo – a intrecciare le tradizioni orientale e occidentale. Dall’8 al 10 luglio Melodie bizantine propone canti della chiesa ortodossa nelle espressioni di diverse tradizioni, da quella del periodo imperiale di Costantinopoli, a quella greca, fino alla serba-russa.
Giovedì 11 luglio appuntamento unico con Sacro contemporaneo e il soprano Giulia Zaniboni, che presenterà una serie di composizioni per voce sola di diversi autori contemporanei, da Gavin Bryars a John Cage, da Mauricio Kagel a Giacinto Scelsi fino a Nikolaus Brass, tutti accomunati dall’accostare il repertorio sacro, pur con percorsi affatto diversi, attraverso la ricerca di quella essenzialità formale che era propria delle origini della musica colta occidentale e che ha nella voce l’elemento primario e primordiale dell’esperienza sonora.
Venerdì 12 luglio i Vespri si spostano per un giorno al Refettorio di S. Vitale con Salotto Byron, omaggio al poeta inglese che a Ravenna arrivò nel 1819 – esattamente 200 anni fa – e vi rimase fino al 1821: il RaRe Duo (il mezzosoprano Valentina Vanini e il pianista Marco Santità) propone un itinerario di brani di Satie, Ravel, Brahms, Wolf, Schumann, scandito dalle letture dei testi di Byron, fra cui l’appassionata lettera alla ravennate Teresa Guiccioli e la poesia Le isole di Grecia, testimonianza del legame con quella terra dove avrebbe concluso la propria folgorante parabola poetica e umana.
Ultimi appuntamenti in rassegna il 13 e 14 luglio con l’Emblema Ensemble, quartetto d’archi (violini Davide Bizzarri e Davide Simonelli, Andrea Vezzoso viola e Claudia Bizzarri violoncello) che si accompagna alla chitarra di Giacomo Bigoni e al contralto Valentina Vanini, fedele alla propria vocazione di “intarsio” (emblema in latino richiama il mosaico) che unisce più strumenti, colori e repertori. Laudate Dominum in chordis – Lodate Dio con gli strumenti a corda – le corde appunto della chitarra, degli archi e della voce, al servizio di pagine di celebri autori barocchi quali Vivaldi, Boccherini, Pergolesi e Baldassarre Galuppi.

IN TEMPLO DOMINI 2019 Quattro liturgie per un percorso di musica e fede nelle basiliche della città.
La fede: un’ancora che tiene ormeggiata la nave nel porto sicuro delle proprie certezze o piuttosto l’essere ancorati a qualcosa di più grande di sé che nutre di significato e speranza il viaggio e al contempo incoraggia ad avventurarsi “per l’alto mare aperto”? A quest’ampiezza di orizzonti si ispira il calendario delle liturgie 2019 di “In templo Domini”, appuntamento ormai consolidato di Ravenna Festival – da quest’anno con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura – che ogni estate disegna fra le chiese ravennati (San Vitale, Sant’Agata Maggiore e San Francesco per quest’edizione) una rotta lungo la quale musica e fede si incontrano domenica dopo domenica. I quattro autori in programma, pur distanti fra loro nel tempo e nello spazio, esprimono lo stesso credo in forme assolutamente diverse ma tutte ugualmente cariche di spiritualità. Il percorso inizia con Palestrina e il LiberaVox Ensemble, mentre il Gruppo Vocale Ecce Novum si misura con un autore poco più tardo, ma meno noto, quale Giovanni Ceresini; tuffo nell’Ottocento con i celeberrimi Tallis Scholars e la Messa della Santissima Trinità di Rheinberger, fino ad approdare al Novecento con la Berliner Messe di Arvo Pärt proposta dall’Estonian Philharmonic Chamber Choir. Domenica 9 giugno, alle 10.30, la prima liturgia di quest’anno vede impegnato il LiberaVox Ensemble, diretto da Luigi Taglioni, che torna alla Basilica di San Vitale dopo il Vespro della sera precedente. Costituitosi a Roma nel 1990 per iniziativa dello stesso Taglioni, il LiberaVox ha partecipato a rassegne di musica antica e si è esibito alla Cappella Paolina di Quirinale in diretta su Radio 3. La Missa Aeterna Christi Munera che il LiberaVox eseguirà è una delle più importanti e melodiche delle 104 messe scritte da Giovanni Pierluigi da Palestrina, dotata di tali equilibrio e delicatezza delle varie parti da essere paragonata alla scrittura per quartetto d’archi.

Domenica 16 giugno, alle 9.30, in occasione della ricorrenza della Solennità della Santissima Trinità, la celebrazione a Sant’Agata Maggiore sarà accompagnata dalla Messa a 4 voci per la domenica della Santissima Trinità di Joseph Gabriel Rheinberger, originario del Lichtenstein ma attivo in Germania, oggi ricordato soprattutto per la complessità delle sue composizioni per organo. Quest’appuntamento è parte dello straordinario percorso di sette concerti in un giorno che vedrà gli inglesi Tallis Scholars, fra i più applauditi e raffinati gruppi vocali al mondo, impegnati nella Liturgia delle ore in diverse basiliche cittadine, dal Mattutino a Compieta, con la direzione di Peter Phillips.  Domenica 23 giugno, alle 10.30, ancora la Basilica di San Vitale per la Messa a cinque di Giovanni Ceresini: nato a Cesena nel 1584, dopo gli studi a Bologna divenne maestro di cappella presso il duomo di Ferrara. A riproporne le composizioni è il Gruppo Vocale Ecce Novum, nato nel 2009 all’interno dell’Accademia MusiCæsena sotto la direzione di Silvia Biasini, che li guiderà anche nella liturgia a Ravenna, mentre Riccardo Tanesini è all’organo. Gli Ecce Novum torneranno al Festival sabato 29 per l’esecuzione della Missa dolorosa di Antonio Caldara all’interno della rassegna dei Vespri.
Domenica 30 giugno, alle 11.15, “In templo Domini” si conclude presso la Basilica di San Francesco con l’Estonian Philharmonic Chamber Choir diretto da Kaspars Putnin,š, con Andrea Berardi all’organo. Vincitore nel 2018 del prestigioso Gramophone Award come formazione corale per l’incisione di brani di Arvo Pärt, l’EPCC può essere considerato fra gli interpreti più spiritualmente – e geograficamente – vicini a Pärt. A Ravenna ne proporranno la Berliner Messe per la liturgia a S. Francesco, mentre la sera stessa – a Sant’Apollinare in Classe – eseguiranno quel Canone del Pentimento (Kanon Pokajanen) che Pärt aveva dedicato loro nel 1998.

Tutti gli appuntamenti di “In templo Domini” sono, naturalmente, a ingresso libero.

C.S.
Per Ufficio stampa Ravenna Festival: Anna Bonazza

Contributi fotografici: Luca Concas, Zani-Casadio, Angelo Palmieri

VESPRI A SAN VITALE  
Basilica di San Vitale (e Sant’Apollinare Nuovo, Chiostro della Classense, Refettorio di S. Vitale)
6 giugno – 14 luglio 2019

IN TEMPLO DOMINI
San Vitale, Sant’Agata Maggiore, San Francesco
9 – 30 giugno 2019

Fondazione Ravenna Manifestazioni
Via Dante Alighieri, 1 | 48121 Ravenna
tel.+39 0544 249211

www.ravennafestival.org