Mucche bidimensionali brucano l’erba, illuminate da faretti che rischiarano la notte della campagna veronese di Mozzecane. Un toro a grandezza naturale sfoggia un mantello pop art e osserva il via vai di gente da dietro una vetrata. Corte Scaligera porta un nome impegnativo che rievoca il passato illustre di questa terra, ubertosa in ogni epoca di cultura che si rinnova in idiomi contemporanei. Il territorio stesso crea cultura, nella sua accezione più ampia, e su questo assunto si è basato il nuovo progetto che ha visto la luce durante i giorni di Vinitaly.

A Corte Scaligera si è riunito il gotha del settore vitivinicolo piemontese tra produttori, acquirenti e winelovers. Nell’accogliente sala arredata con attenzione al design, una tavola imbandita di prelibatezze ha celebrato le nozze tra vino e carni rosse, tracciando una nuova via per guardare alla tradizione e presentarsi al consumatore. Di sottofondo, le note di immortali standard jazz eseguiti dal talentuoso duo formato da Stefano Benini e Giuseppe Guizzardi, mentre i seguaci di Bacco, con bicchiere di prammatica appeso al collo in una borsina, degustavano scegliendo fra oltre duecento bottiglie pregiate di Grandi Rossi piemontesi tra cui Barolo (protagonista anche del risotto), Barbaresco, Nebbiolo, Barbera oltre ai Bianchi e ai Dolci.

Si festeggiava l’appuntamento inaugurale del progetto Giorni Divini – Il valore del tempo”. Un punto di partenza avente come obiettivo il raccontare in un linguaggio innovativo il vino, come prodotto di eccellenza italiano e come privilegiato strumento di gestione del tempo oggi sempre più frenetico, ha spiegato Alessandro Bonelli. Dai lunghi periodi necessari ai processi di lavorazione e di imbottigliamento, all’approccio slow che il fruitore deve ritagliarsi per assaporare il prodotto finito, con la necessaria calma e lentezza.

Momento clou della serata, la consegna del Premio Corte Scaligera alla sua prima edizione, istituito dai proprietari: i fratelli Giuseppe, Marco e Nicola Fortuna. Una palma all’enoturismo che ancora non esisteva e che ha unito il vino alla creatività e al territorio dando vita a un modello vincente.

Il riconoscimento è stato tributato all’associazione Wine Experience di Alba (Cuneo), rappresentata da Presidente e vice Presidente Alessandro Rivetto e Massimo Rattalino, i quali hanno sottolineato che ogni giorno i produttori portano il loro messaggio all’estero rapportandosi con la concorrenza internazionale, pertanto bisogna porre in atto ogni strategia per diventare coesi e forti. Un percorso all’insegna dell’aggregazione e di nuove forme di contaminazioni che superano e annullano i comparti regionali.

La breve e significativa cerimonia ha visto la presenza di testimoni importanti: il Sindaco di Villafranca Roberto Luca Dall’Oca; Ermanno Anselmi Presidente del GAL Baldo Lessinia; Massimo Giorgetti Vice Presidente del Consiglio di Regione Veneto; Elisa Benedetti che ha portato i saluti del Presidente di Regione Veneto Luca Zaia, l’Onorevole Paolo Paternoster e un nutrito parterre di ospiti.

Wine Experience con sede ad Alba raggruppa un centinaio di produttori del Piemonte, di Langhe-Roero e Monferrato: paesaggi vitivinicoli riconosciuti dall’Unesco nel 2014 come patrimonio mondiale dell’umanità. Lo spirito – è il caso di dirlo – che anima l’associazione è promuovere il territorio attraverso la conoscenza di strumenti attuali: competenze trasversali oggi indispensabili nel mondo del lavoro.

Un valore riconosciuto dalla Fondazione Università Cà Foscari di Venezia, a nome della quale Tommaso Santini ha dato voce alla motivazione: «Un Premio che unisce il buon vino alla creatività, all’innovazione e alla tradizione di chi valorizza il proprio territorio attraverso progetti concreti, riuscendo a creare un modello vincente, capace di portare il turismo enogastronomico in zone altrimenti poco note ai grandi flussi. Le persone che lavorano in Wine Experience sono l’esempio di chi con orgoglio porta sulle proprie “spalle” la ricchezza e i valori di un intero territorio, per far conoscere nel mondo la tradizione e la passione di un’area che del vino ha fatto la sua stessa ragione d’essere».

Tommaso Santini ha sottolineato l’ampiezza delle relazioni tra le fondazioni accademiche e il vino. Le eccellenze agrifood sono legate al turismo e al territorio e sono strategiche nei progetti di internazionalizzazione e di commercializzazione. In Cina, ad esempio, il Soave è coltivato sulle pendici di un vulcano e si vende con le immagini dello stesso: il concetto di patrimonio culturale e ambientale in rapporto al turismo è un fattore caratterizzante del prodotto.

Il confronto con il mondo accademico è indispensabile, ha aggiunto Santini per De Artes, rispondendo all’interrogativo su come si leghi l’ambito universitario alla cultura del vino. Le hard e le soft skills sono collegate alla matericità del prodotto e della tecnologia. Sono l’insieme delle competenze necessarie per mettere sul mercato il prodotto, svilupparlo attraverso il patrimonio umano e renderlo sostenibile. Bisogna conoscere il cambiamento per governarlo, ha affermato Santini e le aziende devono adeguarsi. Il vino ha molti secoli ma in Italia questo settore si è sviluppato lentamente e va evoluto, portato alla crescita e all’innovazione. Oggi il profitto va collegato con la sostenibilità, con la ricerca, con lo sviluppo tecnologico e la formazione.

Gli active learning labs mettono assieme talenti universitari con manager d’impresa e con accademici, per studiare le problematiche aziendali e le soluzioni. Poi, ha continuato a spiegare Santini per De Artes, c’è la ricerca che le aziende possono sviluppare in parte autonomamente e in parte affiancati da chi possegga le conoscenze specifiche.

Infine, si deve portare l’analisi a mercato e le aziende devono utilizzarla per i propri scopi. L’università è presente in tutte le fasi, dalla formazione alla didattica innovativa, alla ricerca e al trasferimento tecnologico. Questo, ha concluso Santini, è un premio nato da imprenditori illuminati in un territorio illuminato, il Veneto, per promuovere l’eccellenza di un altro territorio illuminato, il Piemonte.

Cooperativa Zootecnica Scaligera raggruppa un’ottantina di associati. Organizza eventi legati alle scuole e al territorio in percorsi esperenziali di cultura enogastronomica, di arte e musica abbinati alle degustazioni. A volte anche la moda entra a far parte delle iniziative, ha aggiunto Lilli Scutella, nell’ottica di intersecare le crescite reciproche. Il tema della serata si può riassumere nella valorizzazione del turismo enogastronomico come leva per far crescere il valore aggiunto per il turismo italiano attraverso una regione, il Piemonte, che per molti decenni ha investito non solo nelle esportazioni ma anche per richiamare il pubblico nella zona di produzione, ha tirato le somme Enrico Garnero dell’Associazione Giorni Divini (nonché tra gli organizzatori del Festival della Bellezza di Verona).

Simona Rossotti, organizzatrice di questo progetto articolato collocato in un luogo ricco di creatività, immagina un futuro di Rural art, con l’obiettivo di raccontare le specificità del luogo attraverso le opere d’arte. Ci saluta lo sguardo placido del toro multicolor, dall’approccio slow.

 ML & G

Mozzecane (Verona) – Corte Scaligera – 8 aprile 2019
Contributi fotografici MiLùMediA for DeArtes

www.cortescaligera.it
winexperience.wine
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