Alla 18. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia: ‘Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri’ è il titolo del Padiglione Italia.

Promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura (che ha contribuito con un importo pari a 800.000 euro), è curato da Fosbury Architecture (Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi) (annuncio Padiglione Italia lo scorso dicembre, vedi notizia DeArtes qui).La frase “Ognuno appartiene a tutti gli altri” – citazione dall’opera Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley – fa esplicito riferimento all’inevitabile interconnessione tra le persone e i loro destini, tra tutti gli attori coinvolti in un grande e ambizioso progetto come il Padiglione Italia, e, in ultima istanza, tra tutti noi.

Per la prima volta un gruppo curatoriale costituito da architetti nati tra il 1987 e il 1989 porta a Venezia le istanze di una nuova generazione di progettisti under 40 (nove gruppi di progettisti e altrettanti advisor, professionisti provenienti da diversi campi delle industrie creative, per un totale di circa 50 persone con età media di 33 anni) cresciuta e formatasi in uno scenario di crisi permanente e che per questo ha fatto della collaborazione, della condivisione e del dialogo la base di ogni propria attività.

Una generazione consapevole, da un lato, dell’impatto e della responsabilità del settore delle costruzioni nella crisi ambientale e, dall’altro, della crisi di rilevanza dell’architettura e del progetto nella trasformazione di città e territori. Una generazione di progettisti che, rispetto alle precedenti, è cresciuta in un regime di scarsità di risorse e di opportunità, che vive come cruciale il tema della sostenibilità, e che sa che questo è l’unico contesto nel quale potrà operare ora e in futuro.

Fosbury Architecture si fa portavoce di quei progettisti italiani “nativi sostenibili” che hanno già accettato tutte queste sfide, per i quali la transdisciplinarietà è uno strumento per espandere i limiti dell’architettura e il manufatto costruito è un mezzo e non un fine ultimo. “Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri” nasce da questi presupposti e si fonda sulla visione dell’Architettura come pratica di ricerca multidisciplinare al di là dei manufatti e della Progettazione come risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore. In questa visione, lo spazio è inteso come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio di possibilità.

Per la prima volta il Padiglione Italia è stato interpretato dai curatori come l’occasione per realizzare nuovi progetti: un attivatore di azioni concrete a beneficio di territori e comunità locali, oltre l’idea che una mostra debba essere solo “esibizione”.

Fosbury Architecture ha individuato e invitato a collaborare nove pratiche spaziali, progettisti chiamati a sviluppare nove progetti pionieri per il Padiglione Italia. I curatori hanno affiancato a ciascun progettista un advisor, proveniente da altri campi della creatività: artisti visivi e performer, esperti di alimentazione e di intelligenza artificiale, scrittori e registi. Sono state poi individuate nove stazioni, siti rappresentativi di condizioni di fragilità o trasformazione del nostro Paese, dove ciascun gruppo transdisciplinare è stato chiamato a intervenire. Infine, ciascun gruppo di progettazione ha collaborato e collaborerà con una serie di incubatori: attori locali come musei, associazioni, festival culturali.

Queste, le nove tappe: Post disaster rooftops EP04, Taranto, Puglia (vedi notizia DeArtes qui); La Terra delle Sirene, Baia di Ieranto, Massa Lubrense, Napoli (vedi notizia DeArtes qui); Sot glas, Trieste, Friuli-Venezia Giulia (vedi notizia DeArtes qui); Uccellaccio, Ripa Teatina, Chieti, Abruzzo (vedi notizia DeArtes qui); Concrete jungle, terraferma di Venezia, Veneto (vedi notizia DeArtes qui); Sea Changes: trasformazioni possibili, Montiferru, Oristano, Sardegna (vedi notizia DeArtes qui); La casa tappeto, Librino, Catania, Sicilia (vedi notizia DeArtes qui); Tracce di Belmonte, Belmonte Calabro, Calabria (vedi notizia DeArtes qui), Belvedere,  Firenze Prato Pistoia  (vedi notizia DeArtes qui).

All’interno del Padiglione Italia non verrà dunque presentato un progetto finito, ma l’avvio di una serie di iniziative che avrà un impatto di lunga durata. I progetti locali proseguiranno con una fitta serie di attività sui territori che andranno oltre la durata la durata semestrale della Biennale Architettura 2023. Lo svolgimento di tutte le attività sui territori potrà essere seguito sulle piattaforme online e social attivate da gennaio 2023.

Il Padiglione Italia, per tutta la durata della mostra, sarà accompagnato da un Public Program intitolato “Mondo Novo”, articolato in diverse sedi con seminari, conferenze, laboratori, workshop. “Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri” sarà raccontato nel catalogo a cura di Fosbury Architecture, edito da Humboldt Books.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 27 aprile 2023

18. Mostra Internazionale di Architettura
La Biennale di Venezia

PADIGLIONE ITALIA
20 maggio – 26 novembre 2023
Arsenale, Tese delle Vergini

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