Lo studio parigino Bruther, fondato da Stéphanie Bru e Alexandre Theriot, è il vincitore dello Swiss Architectural Award 2020. La settima edizione del Premio internazionale di architettura è stata caratterizzata dal maggior numero di candidati dalla sua nascita: 33 provenienti da 19 Paesi, nominati da un comitato di advisor composto da architetti e critici di rinomanza mondiale.

Questa edizione del Premio, a cadenza biennale – promosso dal 2019 dalla Fondazione Teatro dell’architettura che ha raccolto l’eredità di BSI Architectural Foundation – segna un importante sviluppo, avendo riunito le tre Scuole di architettura svizzere: Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna – ENAC, Section d’Architecture, Politecnico Federale di Zurigo – Departement Architektur, rappresentate in seno alla giuria presieduta da Mario Botta.

Bruther, New Generation Research Center, Caen (Francia), 2013-2015. © Foto di Julien Hourcade

Lo Swiss Architectural Award promuove un’architettura attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee e mira a favorire il dibattito pubblico. Il Premio è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni, senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative. Il Premio di 100.000 franchi sarà consegnato nella primavera 2021 all’Auditorio del Teatro dell’architettura dell’Università della Svizzera italiana, dove saranno esposti i lavori presentati dai candidati.



Bruther, Residenza per ricercatori universitari “Maison Julie-Victoire Daubié”, Parigi, 2014-2018. © Foto di Maxime Delvaux

La Giuria ha attribuito all’unanimità il riconoscimento allo studio Bruther per: il Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi (2010-2014), il New Generation Research Center, Caen (2013-2015) e la Residenza per ricercatori universitari “Maison Julie-Victoire Daubié”, Parigi (2014-2018).

«Le tre opere presentate affrontano, con grande coerenza e qualità, il tema della periferia (e nello specifico, la periferia delle città francesi), riconosciuta come luogo nevralgico in cui si manifestano, con forza dirompente, le contraddizioni della nostra società. In contesti difficili, percorsi da tensioni sociali e caratterizzati da spazi anonimi se non degradati, Bruther interviene con un’architettura caratterizzata da una profonda istanza civica, che si propone di restituire dignità a questi luoghi e ai loro abitanti».


M.C.S.
Fonte: ddlstudio, 21 dicembre 2020
Immagine di apertura:
Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014
© Foto di Filip Dujardin

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