Il mio cuore è vuoto come uno specchio (מייַן האַרץ איז ליידיק ווי אַ שפּיגל) è un progetto che assorbe completamente l’attuale ricerca artistica di Gian Maria Tosatti. Il fuoco della sua indagine è la crisi della democrazia e la conseguente scomparsa della civiltà occidentale, nata nell’Atene di Pericle. Nel 2018, l’artista ha iniziato un pellegrinaggio in giro per il mondo che lo ha portato in diverse città e Paesi con l’obiettivo di ritrarre la complessità del loro stato attuale. Ogni opera creata attraverso questo processo rappresenta un episodio all’interno di un ideale romanzo visivo, dove visioni, profezie e realtà sono indistinguibili.

The Blank ContemporaryArt (Bergamo) e Depo (Istanbul), in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura a Istanbul, presentano il nuovo intervento di Gian Maria TosattiKalbim Ayna Gibi Boş – İstanbul Bölümü (Il mio cuore è vuoto come uno specchio – Episodio di Istanbul), a cura di Devrim Kadirbeyoğlu e Antonello Tolve. Il progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council edizione 2019, programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’Episodio di Istanbul – che arriva dopo gli episodi di Catania, Riga, Cape Town e Odessa (vedi notizia DeArtes qui) – è l’installazione che Tosatti ha sviluppato dopo una ricerca sul territorio durata cinque anni.

La città sul Bosforo ha visto, negli ultimi decenni, una crescita economica tra le più imponenti d’Europa: sono sorti centinaia di grattaceli e quartieri direzionali. La cementificazione ha ricostruito da zero le zone antiche e disperso le comunità. La nuova Istanbul di vetro e acciaio, ghisa e marmo, è in realtà una città fantasma, perché le nuove case e i nuovi uffici sono troppo cari per i cittadini. Così, mentre l’edificazione avanza, le vecchie case vengono ridotte in polvere, con la loro storia di secoli.

Tarlabaşı, il quartiere curdo, è uno dei luoghi più vitali della città; con i suoi bambini scalzi che giocano ovunque è un’area simile alla Napoli degli anni ’50, e cede ogni giorno qualche metro all’avanzata di una nuova idea di città, di società.

L’INSTALLAZIONE
È realizzata all’interno di un grande edificio liberty al centro del quartiere. Unico abitante è una ragazza sorda. Il visitatore, entrando, nota una figura che vive in questo luogo sospeso nel tempo senza riuscire a sentire nulla del rombo del capitalismo che assedia il suo quartiere. Ma questa minaccia è da lei percepita attraverso le vibrazioni sugli oggetti di vetro presenti nel palazzo, che sono attraversati da crepe. Accanto alla finestra c’è un vecchio grammofono, la cui voce, costituita da armoniche vibrazioni, è usata dalla ragazza come una preghiera per ammansire la furia della minaccia che avanza al suono incessante dei martelli pneumatici e delle scavatrici.

M.F.C.
Fonte: PCM Studio 17 maggio 2021

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